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Giovedì, 25 Aprile 2024
Libertà di pensiero

Libertà di pensiero

A cura di Carmelo Sciascia

La politica ed i cittadini: verso le elezioni amministrative

Chi come me non legge più i giornali, non ascolta e non vede i telegiornali, si meraviglia nel vedere in giro tante facce sorridenti, alcune sebbene in piena maturità anagrafica sembrano addirittura liceali, volti sorridenti di “primo pelo”, con espressioni hollywoodiane. Sono un cittadino della strada e pertanto vedo ciò che la strada mi mostra. Mi hanno fatto sapere, le solite voci da bar sport, che le ideologie sono scomparse così come i partiti politici, nel senso classico, s’intende. Al loro posto sono rimaste solo liste civiche, che come tali non hanno radici storiche ma solo interessi immediati da raggiungere, e coalizioni, cioè accordi tra partiti accomunati da un orientamento politico simile. Spesso l’unità di una coalizione è solo di facciata, perché a volte si sfascia strada facendo, nel corso del mandato amministrativo. Il cambio di casacca è un classico del trasformismo italico. Mettendo insieme le due cose e cioè che la città è tempestata di manifesti di volti sorridenti e che queste facce rappresentato organizzazioni politiche ne ho dedotto che siamo prossimi alle votazioni amministrative. Visto come già detto che i partiti non sono più rappresentativi di ideologie e le coalizioni sono un insieme di partiti frutto di accordi temporanei, che non seguo la propaganda elettorale, e che non seguo i mass-media. Come tenermi informato? Di chi fidarmi allora? Se come ho detto, non seguo organi di (dis)informazione di massa? Ho deciso che non si può dubitare di tutto e di tutti, bisogna partire da un punto fermo. Datemi una leva e solleverò il mondo, disse qualcuno. Qualcun altro: cogito ergo sum (penso quindi esisto). Allora dopo attenta e lunga riflessione ho deciso, di fidarmi dei miei sensi per districarmi in questa campagna elettorale. I sensi sono cinque: odorato, vista, olfatto, organi di senso ed udito. Bene! Allora partiamo per un giro in città. Ma sorge immediatamente un problema, cosa bisogna intendere per città, tutto ma proprio tutto l’abitato compreso le frazioni o solo il centro storico. Perché la politica ha sempre avuto un atteggiamento diverso a seconda si trattasse di prendere provvedimenti per il centro storico, per i quartieri intermedi o le lontane frazioni. Fa niente, non dilunghiamoci in quisquilie, facciamo questo tour cittadino, lasciandoci guidare dalla strada. Si incontrano manufatti di vari periodi, che sono stati realizzati da diverse amministrazioni di opposto orientamento politico, qualche rotonda era stata realizzata come invalicabile ferrea porta cittadina, è diventata fontanella, ed infine collina alberata (una nostrana Spoon River delle rotonde?), ci sarebbe da ridere, se non fosse che ogni cambiamento è finanziato da soldi pubblici, quindi nostri. Strade di traffico rilevante ed intenso ridotte di carreggiata perché i due sensi di marcia sono stati divisi da un largo spartitraffico in cemento. Spartitraffico abbellito da contenitori-fioriere in cemento che nell’impossibilità di assolvere la funzione per cui erano state realizzate sono state smontate e ricollocate in altri siti. Si è realizzata una circonvallazione con il preciso obiettivo di sviluppare la città all’interno di essa: tante le strutture che si sono realizzate invece al di là di detta cinta stradale. Si dovevano utilizzare tante aree pubbliche a beneficio del verde pubblico: il Parco della Partite ancora attende la sua giusta finalità, spesso è minacciato addirittura come la proposta che era stata avanzata di costruirvi un ospedale. In compenso sono aumentate le aree che hanno visto sorgere nuove ed imponenti realtà commerciali, forse è stata fraintesa la richiesta di tante frazioni circa la necessità dei negozi di vicinato. Il vecchio mercato ortofrutticolo è stato abbattuto, insieme a fabbricati di una certa rilevanza storico-architettonica. A guardia di Piazza Cittadella rimane il fatiscente fabbricato della stazione di autobus. Fatiscente perché tale lo si è voluto far diventare. Doveva essere realizzato un parcheggio sotterraneo, poi tutto è rimasto sospeso, vista forse l’opposizione della gente, si attenderà l’esito della nuova tornata elettorale. Ma tranquilli perché i due schieramenti, pardon coalizioni, l’avevano e l’hanno in programma anche quest’anno. Si dice che l’offerta culturale e turistica è aumentata, intanto il vecchio albergo dove Verdi alloggiava, rimane immobile a testimoniare la sua decadenza commovente.

La logistica doveva essere qualcosa di diverso, tutti hanno sostenuto che si sarebbe fermato il consumo di suolo agricolo intorno alla città. Doveva diventare un centro altamente tecnologico che avrebbe dato lavoro a personale specializzato locale. È diventato un moloch che non conosce fine, un mostro che per andare avanti ha bisogno di continui capannoni, di divorare aree verdi, di aumentare il traffico pesante ed il relativo inquinamento. Anche questo argomento era comune a tutte le coalizioni che hanno governato la città, le forze politiche sarebbero state dei paladini del cambiamento. L’unico cambiamento che hanno realizzato è aver cambiato volto alle aree periferiche della città, da antiche, storiche ed autonome realtà sono diventate contenitori di merci e mobilità pesante con tutto ciò che ne consegue. Anche il Parco del Po di cui tanto si è parlato (a Piacenza, in tutti i Comuni, in tutte le Province, in tutte le Regioni attraversate dal fiume con incontri, progetti, convegni, accordi), non solo non è stato e non sarà realizzato ma subirà lo sfregio di ospitare un parcheggio di tir, meglio dirla all’inglese “truck parking”, un traffico pesante a ridosso dell’argine: quanto di più ecologico potesse essere fatto per valorizzare il nostro Eridano. I programmi dei partiti e delle coalizioni sono interscambiabili, e quando non lo sono al momento del voto lo diventeranno durante la durata del mandato. Pardon, ho parlato di usare i cinque sensi, qualcuno potrebbe obiettare che ne abbia usato solo uno: la vista. Sembra. Perché se dopo questo breve tour date ascolto al vostro olfatto qualcosa vi saprà dire perché gli odori dei gas di scarico delle auto e dei camion purtroppo si fanno sentire. E se chiedete alle vostre orecchie vi diranno che il percorso non è stato per niente silenzioso. E se dite alle vostre dita di toccare qualsiasi oggetto fisico esterno presente durante il breve percorso vi saprà dire che non ne ricaverà una buona sensazione, le polveri sottili e pesanti che si sono depositate sulla città tutta ne saranno una testimonianza tattile. Le elezioni amministrative sono importanti bisogna scegliere chi ci governerà per altri cinque anni. La percentuale dei votanti diminuisce di tornata in tornata. Rischiamo di essere governati da una maggioranza eletta dalla minoranza della popolazione perché c’è il rischio reale che le schede valide saranno meno delle schede di chi non avrà votato, sommate alle schede nulle ed alle bianche. E questo non è un bel risultato, chiunque vinca con una percentuale sotto il cinquanta per cento, avrà in realtà perso. Avrà perso la politica che ha allontanato l’elettorato, avrà perso la democrazia rappresentativa perché governerà la maggioranza della minoranza. Il distacco delle istituzioni dal popolo è oramai irrecuperabile, a livello locale e nazionale. Tant’è che la popolazione italiana a maggioranza non vuole che si inviino armi in Ucraina e ancora di più il governo e con esso tutti i partiti continuano ad inviarne. La gente vuole la pace ed il governo fomenta la guerra. Un po’ come avviene a livello locale. La gente vuole più verde e più salvaguardia alla salute di contro diminuisce il verde intorno e nella città ed aumenta il traffico pesante. Se si dovesse veramente verificare che a governarci sarà la maggioranza della minoranza, a livello locale come potrebbe ripetersi a livello nazionale, qualche domanda il politico di turno, a qualsiasi livello, dovrebbe porsela, perché a quel punto sarebbe catastrofico. Avrebbe perso non solo chi non legge più i giornali, non ascolta e non vede i telegiornali, ma avremo perso tutti, proprio tutti! E dire che il rimedio potrebbe essere semplice, basta saper ascoltare i cittadini, così vezzeggiati in questi giorni in cerca di consensi elettorali, e così ignorati in tutte le grandi scelte che riguardano lo sviluppo e la valorizzazione della città. Lo stesso dicasi a livello nazionale dove la politica ed i partiti dovrebbero riappropriarsi del loro ruolo istituzionale, rispettare ed osservare la Costituzione, evitando di affidare le sorti della Nazione al tecnico taumaturgo di turno. Bisogna sapere ascoltare i cittadini ed attenersi ai dettami costituzionali: elementare Watson!

La politica ed i cittadini: verso le elezioni amministrative

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