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Libertà di pensiero

Libertà di pensiero

A cura di Carmelo Sciascia

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È il 23 gennaio di questo sventurato anno bisestile. Apprendiamo da notizie Ansa, riportate da giornali e televisioni che in Cina le vittime del Coronavirus sono salite a 25 mentre i casi di contagio sono stati 616. Le stesse fonti ci dicono che molte città italiane, lo stesso giorno, hanno sforato i limiti di Pm10, le polveri sottili, per ben 18 volte. Fenomeno questo che quotidianamente, tocca con mano chi vive nel grande bacino della pianura Padana, l’area più inquinata d’Europa, di cui nessun potere decisionale se ne è mai fatto carico in modo risolutivo.

Della Cina ci importava poco, così lontana e poi sono in così tanti che 25 vittime in rapporto alla loro popolazione, per noi Italiani ed Europei, è un numero insignificante.

Uno sguardo alla mia agenda per vedere alcune date già segnate (anche da pensionato si possono avere degli impegni) e poi via con la prenotazione di un biglietto aereo della Ryanair: BGY-CTA e ritorno (Milano-Orio al Serio-Catania Fontanarossa). Partenza il 5 di marzo, come previsto con largo anticipo a Gennaio, ritorno il 12 dello stesso mese.

Lo stesso giorno il Consiglio dei Ministri delibera il rinvio del referendum sul taglio dei parlamentari, previsto il 29 Marzo. Perché? cosa era successo nel frattempo? Il Bollettino Ufficiale della Protezione Civile del giorno 5 ci informa che dall’inizio dell’epidemia di coronavirus in Italia ci sono 3858 persone che hanno contratto il virus, si contano già 148 deceduti. Sì, era già scoppiata l’epidemia anche in Italia: prima data certa il 31 gennaio.

Il Basso lodigiano era stata dichiarata zona rossa da Febbraio: dieci comuni del Basso Lodigiano, con epicentro Codogno, isolati dal 23 febbraio, dove si era manifestato il primo focolaio del coronavirus in Italia, 50 mila persone isolate dal resto del Paese.

Anche in un lontano paese dell’entroterra agrigentino, Racalmuto, la sera di giorno 7, rimbalzano le prime notizie sull’allargamento della cosiddetta zona rossa, il DPCM porterà la firma dell’8 marzo, ma la fuga di notizie aveva fatto sì che tutta Italia ne venisse a conoscenza la sera precedente.  La nuova zona comprende tutta la Lombardia ed altre 11 province tra cui Piacenza. Il decreto si caratterizza, oltre che per varie misure per contenere l’epidemia, anche per la limitazione della libertà di movimento: gli spostamenti sono consentiti solo per esigenze lavorative o situazioni di necessità, “E’ consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenze”.  Si potrà discutere all’infinito sul colore più o meno rosso delle nuove zone, la sostanza non cambia, cromaticamente sono sempre tonalità “calde” che vanno dal giallo, all’arancione, e che tendenzialmente tendono sempre più al rosso.

La libertà di movimento è il punto che intendo focalizzare, in particolare il diritto-dovere di poter rientrare alla propria residenza, all’affetto dei propri cari. E di come un provvedimento legislativo possa essere di ostacolo, negazione perfino, di qualsiasi diritto, di qualsiasi principio oltre che costituzionale anche di ordine morale.

Racalmuto è in Sicilia, come tale deve sottostare oltre che alle leggi dello Stato, a quelle della Regione Siciliana. Contemporaneamente viene emessa dal Presidente della Regione Sicilia l’Ordinanza n.3, la quale prevede all’articolo 4, “obbligo di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni dall’arrivo con divieto di contatti sociali”. In altri termini bisogna effettuare l’isolamento fiduciario per tutte quelle persone che provengono dalle cosiddette zone rosse. Detto fatto, comunicazione ed iscrizione nell’apposito registro regionale come suggeritomi dal medico di base cui si era data la relativa comunicazione.

Terminato il periodo di isolamento, cancellato il volo di ritorno previsto per giorno 12, risolti alcune incombenze parentali, si prevede il ritorno in famiglia lunedì 23.

Il giorno precedente, domenica 22, un ulteriore decreto del presidente del Consiglio faceva “divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano”; viene contemporaneamente soppresso quanto previsto dal decreto dell’8 marzo 2020 cioè “il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

Si permette giustamente il rientro degli italiani dall’estero con voli speciali e non si permette a chi ha fatto regolare quarantena in territorio nazionale di rientrare nella propria famiglia.

Adesso capisco come e perché intere famiglie durante gli anni bui delle persecuzioni si fossero potute trovare separate, come ci si potesse trovare soli… dall’oggi al domani.

Capisco che si intendono isolare intere regioni, capisco la paura che il virus possa andare in giro, capisco che si vuole isolare la Sicilia (paura soprattutto per i rientri dal Nord – inaudita sofferenza per chi partito prima del 22 si ritrova bivaccare a Villa San Giovanni), capisco il sospetto di tutti verso tutti, ma non posso capire far rimanere chi potrebbe lasciare l’Isola, come non posso capire una inaudita ed ingiustificata caccia all’untore! Sarebbe facile il richiamo letterario, ma quello che ricordo con maggior sofferenza è l’essere additati, come avveniva nello stadio di Santiago durante la dittatura di Pinochet, dall’uomo incappucciato.

La situazione personale di sospensione esistenziale è stata portata a conoscenza della locale Stazione dei Carabinieri che rimandava all’Ordinanza e consigliava di rivolgersi al Responsabile dell’ASP di zona, il quale non ha saputo dare soluzione al caso specifico se non il rimando alla autorità di Pubblica Sicurezza. Fosse vero che il decreto avrà valore fino al 3 aprile, amen. Ci sarà un ritorno a casa tra dieci giorni, siccome al momento sembra inverosimile … si rivolge un appello ai politici tutti per una revisione del DPCM del 22 ed il ripristino di quanto previsto dal precedente Decreto dell’8 Marzo: “E’ consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenze”. Non aggiungiamo inutile sofferenza ad una situazione già drammatica per sua natura. Intanto, come per tanti altri cittadini rimane un sogno il potersi riunire con le proprie famiglie, così per me, Piacenza rimane un miraggio!

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