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Martedì, 23 Aprile 2024
Libertà di pensiero

Libertà di pensiero

A cura di Carmelo Sciascia

Un concerto dei Nomadi a Milena: una lectio magistralis

Ferragosto: Feriae Augusti. Oggi non riposa solo Augusto, ma un po’ tutti. Finita, almeno così sembra, la pandemia (alcuni sostengono non esserci mai stata, altri non essere mai finita), si riprendono i vecchi riti estivi.  Il rito di Augusto, il rito dell’Assunta, il rito di una società liquida che si scioglie nelle acque del mare o nelle nevi di montagna. Si vorrebbe, attraverso una ritualità condivisa, dimenticare preoccupazioni personali e timori collettivi. Si vorrebbe dimenticare, ma è impossibile. Nessuno può scrollarsi di dosso le vicende personali e tantomeno le tragedie collettive. Sono le tragedie umane opera dell’uomo, non possono essere dimenticate, sono i fatti ed i misfatti della storia. Dall’inquinamento dell’aria e delle acque al surriscaldamento del pianeta, ma ancora più grave è continuare ad usare le armi. Sì, ancora oggi in questo mese ferragostano continuiamo a guerreggiare. La guerra che sembrava oramai essere stata estromessa dalla storia (almeno in territorio europeo), con tutta la sua carica di morte e distruzione, ritorna agli onori della cronaca: al disonore della cronaca! Volevo partecipare al banchetto dell’imperatore Augusto. Ma mi è stato impossibile. Me lo ha ricordato questa sera 13 agosto il concerto dei Nomadi nel paese di Milocca, il paese delle “robe”, l’odierna Milena. Un concerto che inizia la serata con la canzone “Contro”, un vecchio testo del ’93, riadattato per la guerra Russo-Ucraina. Mi ha ricordato che non possiamo far finta di nulla, che non possiamo andare in vacanza, che bisogna sempre stare all’erta. Si ricordano in questa canzone i tristi episodi che hanno accompagnato la mia generazione. I massacri di Sabra e Chatila, i martiri dell’IRA, il razzismo sudafricano, il golpe cileno, la destra (e la sinistra del governo israeliano). Ma si ricordano in questa canzone fatti e misfatti di un’attualità sorprendente: le inique sanzioni che danneggiano le popolazioni degli Stati promotori come le genti indifese degli Stati verso cui sono indette, per ritorsione, per sottomissione! Le crociate americane: guerre che gli USA hanno combattuto e combattono sempre in territori lontani, per alimentare il commercio delle armi, per imporre precisi interessi economici, per avere controllo territoriale. Ed ancora si ricordano: Le stragi che hanno insanguinato, da Nord a Sud, l’Italia intera, e che ancora non hanno un colpevole (basta ricordare i tanti processi che ancora non ci hanno fatto conoscere la verità sulla strage di via D’Amelio: sappiamo con certezza solo dei tanti depistaggi!).  Questa prima canzone “Contro” nemmeno tra le più orecchiabili, ma sicuramente tra le più attuali. Ancora si cerca di persuadere la gente (e molti se ne convincono) che la guerra sia un dovere, un atto dovuto, una giusta reazione ad un’ingiustizia subita. Ricordiamoci che le armi non hanno mai alimentato la pace ma fomentato solo la morte. Bisogna studiare la storia, per conoscerla, per cercare di realizzare i pochi insegnamenti che se ne possono ricavare. Ed allora bisogna schierarsi contro la poca memoria della storia, per lo studio della storia e della filosofia. Bisogna essere contro chi ci propina certezze, verità assolute (cioè tolte da qualsiasi contesto, sciolte da ogni legame). Bisogna essere contro chi vuol soffocare la giusta aspirazione dei popoli alla pace. Ce lo hanno insegnato con il sacrificio della propria vita uomini come il Presidente Allende (ancora una canzone dei Nomadi). Gli arsenali sono strapieni di armi, anche da noi e non solo convenzionali ma atomiche, bisogna cercare sempre e comunque la pace, noi che con un referendum popolare abbiamo abolito il nucleare anche per scopo industriale. Ma si sa, la memoria storica nella nostra Italia è corta (spesso inesistente), la volontà popolare può benissimo essere plasmata dalla classe dirigente a seconda degli interessi del momento. Anche perché buona parte della stessa classe dirigente nazionale è espressione degli interessi economici e finanziari internazionali, più che classe dirigente può essere definita classe osservante! Grazie Nomadi di averci fatto ripassare la storia, la storia che è gridata in Auschwitz, dove ci si chiede come può un uomo uccidere un proprio fratello, quando l’uomo potrà vivere senza ammazzare, perché nei campi di sterminio si entrava per “lavorare” e si usciva solo attraverso il camino, camini che anche gli italiani hanno contribuito a costruire ed a alimentare grazie alle leggi razziali, perché se la responsabilità maggiore l’ha avuta il nazismo, non dobbiamo dimenticare che è stato il fascismo a far da apripista (sarebbe meglio che i libri di storia parlassero di fasci-nazismo anziché di nazi-fascismo). “Dove si va” e come si fa a scrivere una lettera, sotto il frastuono delle bombe, come si fa se “da queste parti è come tirare a sorte”, sì! è tirare a sorte sopravvivere in una guerra: ne sapranno qualcosa gli ucraini ed i russi di questi tempi. Noi no! Noi non c’entriamo in questa guerra, in fondo pratichiamo solo sanzioni che danneggiano e ci danneggiano, forniamo solo armi che servono alla pace mentre riusciranno ad alimentare la pazzia della guerra. Ma siamo in estate, è Ferragosto! Grazie Nomadi di farci ripassare la storia, passata e presente: perché mentre nei campi di sterminio era morto Dio, ci ricordate che Dio continua a morire anche nei miti dell’estate, ai bordi delle strade, nei miti dell’eroe (e della guerra quindi), nella politica come carriera e successo personale (a qualsiasi costo), nel perbenismo e nell’ipocrisia Dio continua a morire!

Finito il concerto, la folla, stordita dai ricordi ed ubriaca di storia, lasciava lentamente la piazza… speriamo che la gente dopo una lectio magistralis come questa impartita dai Nomadi non vada per strade che non portano a niente, a cercare sogni che conducano alla pazzia, nella ricerca di qualcosa che non trovano e che abbiano invece il coraggio di chiedere di cambiare, di protestare, di manifestare per la pace, perché Dio è comunque dopo tre giorni risorto, così anche noi dobbiamo credere nella possibilità di risorgere, di poter realizzare un mondo diverso, dobbiamo credere nella pace, nella Costituzione e nella costruzione di un mondo nuovo!

Un concerto dei Nomadi a Milena: una lectio magistralis

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