rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Libertà di pensiero

Libertà di pensiero

A cura di Carmelo Sciascia

Una giornata particolare: A Walk in the Valley

Una passeggiata ambientale nel Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento

Pindaro giunse ad Akragas nel 476 avanti  Cristo, ospite del tiranno Terone. Fu in quell’occasione che il poeta  scrisse, tra le altre composizioni,  i seguenti  versi dedicati alla città di Agrigento: “Te prego, o splendida, più bella tra le città dei mortali”. Nessuno avrebbe potuto prevedere allora che la stessa città (nonostante le attenuanti  generiche e specifiche del passare del tempo) sarebbe diventata l’ultima provincia italiana. Così l’ha classificata infatti il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi, Italia Oggi.  Ma, in questo giorno particolare,  lasciatemelo dire, non ho assolutamente questa percezione. Certo, l’ultimo posto è sicuramente meritato se si guardano i parametri  richiesti dal giornale economico ed a cui crediamo ciecamente. La conferma ci viene, tra l’altro, dallo stato di  abbandono di gran parte del territorio, lo testimonia perfino, in modo alquanto apparente,  la spazzatura accatastata nelle aree di sosta e nelle carreggiate delle strade, principali e secondarie, che si percorrono per giungere nella  Valle dei Templi, riconosciuta, fatto non secondario,  patrimonio Unesco già nel 1997. Pensiamo sia corretta la posizione assegnata alla città, l’ultima, anche perché ne conosciamo i servizi o meglio i disservizi.

 Ma oggi no! Oggi non sono queste mancanze a colpirmi. Non sono le coordinate economiche  ad imprigionare razionalmente e negativamente le mie riflessioni. Oggi mi sento libero da qualsiasi condizionamento,  mi sento libero come può esserlo una pietra tra tante pietre. Oggi con l’aiuto di un sole autunnale che stordisce ed inebria, ascolto i versi di Simonide di Ceos, un altro poeta che, come Tindaro, con Agrigento ebbe in qualche modo a che fare, se non altro perché molto probabilmente ad Akragas morì e venne seppellito. I versi del poeta Simonide, struggenti e melanconici,  vengono  recitati da una giovane ragazza che si accompagna con una chitarra classica. Il sottofondo musicale trasforma la metrica della poesia  in pura melodia. La lingua originale, il greco antico, in cui furono  allora scritti i versi così come vengono ora recitati  diventa, da incomprensibile, d’improvviso da tutti compresa. Un serpentone di gente attenta percorre i viali che dalle divinità Ctonie, Demetra e Kore, conducono al tempio di Zeus, per poi salire verso tutti gli altri santuari che caratterizzano il Parco Archeologico. Il pretesto della passeggiata è stato dato da numerose associazioni agrigentine che hanno progettato questo itinerario ambientale della Valle dei Templi. A Walk in the Valley, dal greco antico all’inglese moderno (forse un omaggio involontariamente sottinteso a sir Alexander Hardcaste).  Hardcaste  era capitano della British Navy , mecenate, scelse, dopo essere stato in Toscana, Girgenti - così si chiamava allora - come sua patria elettiva (vorrà pur dire qualcosa se, dopo la Toscana, l’inglese scelse la Sicilia). La sua vita, rocambolesca e tragica, sembra essere stata scritta paradossalmente da Luigi Pirandello che nato nella vicina Kaos, riceve il Nobel nel 1934, giusto un anno dopo la morte dell’inglese.  Il nobile capitano Hardcastle, dopo avere speso ingenti fortune nella ricostruzione dei templi ed il fallimento,  in seguito al crollo di Wall Street del 1929, della banca dove aveva tutti i suoi averi, cadde in depressione, ricoverato al manicomio di Agrigento (allora il più grande d’Europa) morirà qualche mese dopo. Il suo ultimo desiderio la richiesta  che nel muro di cinta del cimitero, dopo essere sepolto, venisse aperta una piccola finestra per continuare a vedere la sua Valle: venne accontentato!

Pur conoscendo a menadito il sito archeologico (ci trascorrevo intere giornate quando marinavo il Liceo), la visita è risultata piena di gradite sorprese. Virgilio di turno, l’agronomo Lillo Alaimo. Lillo diminutivo di Calogero, nome derivato dal greco, visto il luogo, diversamente non sarebbe potuto essere.  Il tema specifico della giornata riguardava l’itinerario ambientale della Valle dei templi. Una passeggiata tra alberi monumentali e monumenti architettonici. Una passeggiata tra giganti, testimoni del tempo. Patriarchi della Valle gli ulivi saraceni,  quegli  “ulivi saraceni” citati da Pirandello nel romanzo “I vecchi e i giovani”.   Ma se lo sguardo si perde tra gli alberi maestosi del carrubo e gli intrecci dei rami del mandorlo, non è da meno tutto ciò che sta sotto gli alberi, in basso, terra terra. La macchia mediterranea è tutto un tappeto, in questo periodo, di tutta la varietà dei verdi conosciuti, dove di tanto in tanto fanno capolino le lucide foglie d’acanto, quelle stesse foglie entrate nella storia dell’arte perché ispiratrici dello stile Corinzio. I profumi del rosmarino e dell’alloro ci seguono e si alternano con quello del gelsomino, una miscela che stordisce l’olfatto;  la vivacità delle palme nane e del mirto disorientano la vista!

Nella civiltà della Grecia antica erano le divinità a decidere tutto sul destino dell’uomo che doveva sottostare passivamente alla loro volontà: il fato. con l’Umanesimo il concetto si inverte, l’uomo diventa l’artefice del proprio destino: “homo faber  fortunae suae”. Se il merito di tanta bellezza debba essere dato all’uomo che ha piantato gli alberi e costruito i templi  o alle divinità cui sono dedicati, che lo hanno permesso, diventa un falso problema. La bellezza di questi luoghi è così onnicomprensiva da dissolvere questa,  come qualsiasi altra, dicotomia. Si passeggia, tra colonne doriche e verdi Patriarchi, con gli Dei. Qualsiasi confine tra passato e presente svanisce. Tant’è che d’improvviso sul declivio del tempio della Concordia, giace immobile una bronzea divinità alata: è Icaro, una scultura di Igor Mitoraj.

Una giornata particolare: A Walk in the Valley

IlPiacenza è in caricamento