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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Libri piacentini

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A cura di Renato Passerini

“Montagna Nostra” presenta don François, il sacerdote venuto dal lontano Congo

Montagna Nostra

Editore: Parrocchia di Ferriere
Direttore Paolo Labati
Responsabile amministrativo  don Giuseppe Calamari
Pag. 110
Stampa Ediprima, Piacenza
Marzo 2015

La Parrocchia nelle case
“Montagna Nostra”. Il numero di Pasqua 2015, presenta don François, il sacerdote venuto dal lontano Congo

E’ in distribuzione il bollettino parrocchiale dell’alta Val Nure “Montagna Nostra”. Questo primo numero dell’anno 2015 esce nell’imminenza della Pasqua. Stampato dalle Industrie Grafiche Padane, si compone di 110 pagine a colori e ben strutturate che ne fanno un vademecum di servizio per le località delle valli Nure, Aveto, Lardana. Il bollettino costituisce, infatti, un importante mezzo  di comunicazione con il territorio: per chi vi è nato ed ora è lontano e anche per le tante persone che nel periodo estivo soggiornano nel comune di Ferriere. In copertina Don François arrivato dall’immenso Congo alla parrocchia 
innevata dell’alta Valnure.

L’editoriale porge gli auguri dei parroci e dei bambini della scuola di Ferriere
con le parole di una canzone di Vasco Rossi 

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“Come vorrei che fosse possibile cambiare
il mondo che c’è, dimenticarmelo sarebbe
facile; è che per farlo sai, prima di tutto
dovrei decidere se so farlo senza di te”.
Sì con la forza dell’amore di Cristo che fa
dono della sua vita per il bene degli altri è
possibile. Basta volerlo.
Il mondo cambierà se ciascuno di noi ci
mette la sua buona volontà.
La Pasqua di Cristo Risorto, come la primavera
che ritorna, ci doni fiducia e speranza
per continuare il cammino.
Buona Pasqua a tutti anche dai nostri
bambini delle scuole.

Nelle prime pagine la presentazione di don François de Paule Kitenge Owandji che a 
Ferriere affianca don Giuseppe,  “missionario nella nostra terra”. Don François  proviene da  ‘‘NONGO’’ piccolo villaggio sperduto in un angolino del sud-est dell’immenso Congo vasto sei volte l’Italia. 

La mia gente – scrive il sacerdote - vive per la stragrande maggioranza in stato di precarietà assoluta. Le strade – dove esistono – sono per la grande parte, in terra battuta. Quando piove (8 mesi su 12), viaggiare è un’ impresa difficile da descrivere.
E proprio lì, a Nongo, che sono nato nel lontano 1960. Mio babbo era un falegname e la mia mamma, una contadina. Ambedue sono già tornati nella casa del Padre. Come primogenito, ho alle mie spalle due fratelli e due sorelle. Dovrei dire invece che ne ho di più. In Congo, infatti, la famiglia è una nozione molto ampia: i cugini tutti sono considerati come fratelli e sorelle a pieno titolo; i loro figli sono anch’essi i nipoti a tutti gli effetti. Solo Dio sa allora quanti nipoti ho!
La mia infanzia è un canto di gratitudine al Signore per la sua provvidenza. Tante persone di buona volontà, per di più sconosciute, mi hanno sempre teso la mano per aiutarmi a pagare gli studi, non avendo i miei genitori mezzi sufficienti per farlo. E proprio in questo contesto che si è maturata la mia vocazione al sacerdozio: consacrare la mia vita a Colui che ha sempre degnato mettere sulla mia strada uomini e donne di buona volontà.
Dopo il mio lungo ministero – sono prete da 28 anni – d’insegnante di teologia nei vari Seminari e all’Università, eccomi oggi a Ferriere, secondo i piani imprevedibili di Dio. A Ferriere, non mi considero ‘‘straniero’’, perché penso di essere sempre nella stessa vigna del Signore di cui sono “un semplice lavoratore’’ ….., 
Rendo grazie al Signore che mi ha dato di scoprire e ammirare le montagne di Ferriere che non avrei mai sognato se non fossi prete. Ho accanto Don Giuseppe che si rivela ogni giorno come amico e fratello per me. 
Capisco che sto iniziando a Ferriere un nuovo tipo di ministero. Imparo a leggere le beatitudini di Cristo sui volti che incontro: gli anziani, le persone sole, gli ammalati, i bambini di catechismo e loro maestre, i giovani e gli adulti. Vorrei imparare a vivere come fratello fra i fratelli in un contesto culturale del tutto diverso di quello delle mie origini ….

All’interno richiamo a cronache del passato tratte dalle testate “Voce che grida” e “L’eco dei monti”, anni 1955 e 1965 via via notizie e articoli sugli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi del capoluogo e delle frazioni.

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