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Libri piacentini

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A cura di Renato Passerini

Caro amico ti scrivo...

Sere fa vagando col telecomando nella selva dei canali tv in cerca di qualcosa degno d’essere guardato, ho incontrato ad un tratto un viso noto, quello del medico piacentino Luigi Cavanna, primario oncoematologo, impegnato a rispondere ad una intervistatrice. Credo che fosse l’emittente di Cremona (canale 17). Qui mi sono fermato ad ascoltare.

         Gli argomenti, quelli che stanno più a cuore al prof. Cavanna in questa tristissima situazione di pandemia, che fra le tante drammatiche sue conseguenze ha anche quella di ritardare interventi a pazienti oncologici che invece ne hanno urgente necessità.

         Il prof. Cavanna, si sa, è il pioniere delle cure precoci anticovit a domicilio con squadre d’intervento di medici e infermieri dette Usca (di cui hanno beneficiato anche chi scrive queste righe e la moglie). Ed è stato bello ascoltarlo, mentre raccontava quest’esperienza.

         Ma il più bello è venuto verso la fine dell’intervista, quando il prof. Cavanna ha detto che l’epidemia ci ha portato come ad uno stato di guerra. “Io non ho vissuto una guerra – ha aggiunto -   ma ho l’impressione che oggi la stiamo proprio vivendo. Per questo in tale difficile momento dovremmo essere tutti uniti”.

         Ed ha proseguito: “Spiace sentire spesso in tv, in un’atmosfera alimentata anche da una certa violenza verbale, sentire toni portati all’esasperazione, in una conflittualità di uno contro l’altro”.

         Ed ha toccato il punto più dolente: “Chi non vuole vaccinarsi ha le sue ragioni. Io però cercherei di convincerlo con la bontà delle mie argomentazioni, non la violenza verbale. E se io non riesco a convincerlo e quello si dovesse ammalare, lo curerei ancora di più, perché ne ha più bisogno”.

         La cosa più bella che si potesse mai udire da un medico. Parole che hanno in sé anche qualcosa di natalizio, poiché portano pace dove c’è guerra.

         Umberto Fava

Caro amico ti scrivo...

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