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Libri piacentini

Libri piacentini

A cura di Renato Passerini

“I bombardamenti su Piacenza: i traumi e la ricostruzione”

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri e le recensioni di autori piacentini, per nascita o per adozione, e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale. Saggi e recensioni di amici del nostro blog

Oggi segnaliamo

I bombardamenti su Piacenza: i traumi e la ricostruzione (1943-'65)

Autore Manrico Bissi

Formato cm 14 x 21,4 brossura

Pagine 140

Editore: Pontegobbo

Collana: I girasoli. Storie nella Storia

ISBN 978-88-96673-83-6

Prezzo euro 12

Nelle pagine del libro oltre a una pregevole serie di fotografie cospicue informazioni, bibliografiche e archivistiche.

Dal 9 settembre 1943 la nostra città si trovava occupata dalle truppe nazi-fasciste, e le sue numerose installazioni logistiche e militari, controllate dalle forze nemiche, erano divenute un bersaglio dell'aviazione anglo-americana. Dai primi di maggio del 1944 alla fine di aprile 1945 Piacenza si trovò direttamente coinvolta nelle vicende della Seconda Guerra Mondiale: la città subì un centinaio di attacchi aerei, di cui almeno dieci caratterizzati da bombardamenti massicci, che lasciarono profondi sfregi nel tessuto urbano documentati nella sezione IV del libro con 35 schede gli edifici sinistrati.

Il volume dell’architetto Bissi, indaga le distruzioni con obiettivo di quantificarne l'effettiva entità e influenza rispetto alle successive ricostruzioni e trasformazioni post-belliche del tessuto urbano, sia centrale che periferico (1945-'65), fornendo la documentata analisi conclusiva che riprendiamo in buona parte:

Considerando la Ricostruzione alla luce del suo significato letterale, ovvero come necessario risanamento dei danni di guerra, la sua versione piacentina risulta dominata da interventi prettamente conservativi e di modesto valore sia culturale che progettuale, quali per l'appunto le ristrutturazioni, le ricostruzioni o le modeste riparazioni, notevolmente diffuse in tutto il centro cittadino.
All'opposto, le nuove costruzioni sorte su preesistenti macerie belliche, decisamente più invasive, costituiscono una soluzione piuttosto minoritaria, priva di audaci sperimentazioni formali, e per questo leggibile come una semplice sfumatura della più ampia speculazione edilizia.

Le maggiori responsabilità nello stravolgimento del centro storico sono quindi assegnabili non tanto alle conseguenze della guerra e ai Manrico Bissi-6relativi risanamenti, spesso grossolani e frettolosi, quanto più che altro alla voracità del mercato immobiliare sviluppatosi tra gli anni Cinquanta e Sessanta, durante il Boom Economico, i cui investimenti imposero la fitta e indiscriminata sostituzione del tessuto tradizionale con nuove tipologie speculative, solitamente standardizzate e prive di qualsivoglia innovazione morfologica o lessicale.

“… quel che non fecero i barbari lo fecero i Barberini”, o per meglio dire quel che non fecero i nemici lo fecero
gli stessi piacentini (e più in generale anche tutti gli altri italiani) che inseguirono un progresso e una modernità d'importazione americana, sacrificando a questo miraggio la loro stessa memoria e identità storica.

Tra i documenti forniti dal libro, cospicue informazioni, bibliografiche e archivistiche

CONOSCIAMO L’AUTORE

MANRICO BISSI. E’ nato a Piacenza nel 1984. Ha conseguito la Laurea Magistrale in Architettura presso il Politecnico di Milano. Attualmente esercita come libero professionista insieme alla moglie e collega Francesca Malvicini; è inoltre docente di Tecnologia e Arte presso la Scuola Secondaria dell’Istituto Orsoline di Piacenza.

Appassionato studioso di Storia locale si è impegnato in prima persona per promuoverne la conoscenza e la divulgazione al pubblico. Nel 20 12 ha preso parte alla costituzione del "Gruppo di Ricerca Piacenza Romana”. Dal gennaio 2014 è presidente dell'Associazione Culturale “Archistorica", per la quale ha progettato e condotto una vasta gamma di itinerari tematici, dedicati agli aspetti più inconsueti e meno noti del patrimonio culturale piacentino.

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