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Libri piacentini

Libri piacentini

A cura di Renato Passerini

I contributi di Valeria Poli nel "Pordenone e la maniera padana"

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri e le recensioni di autori piacentini, per nascita o per adozione, e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale. Saggi e recensioni di amici del nostro blog

Oggi segnaliamo

Gli articoli della prof. Valeria all’interno del libro "Pordenone e la maniera padana"

Stampa a cura di Skira editore, Milano, presso Tip.Le.Co Piacenza. Anno 2018

Formato cm 24,5 x 28 - Pagine 208

Intoduzione Vttorio Sgarbi

A cura di Valeria Poli.

Immagini di Marco Stucchi

Testi di: Laura Bonfanti, Robert Gionelli, Valeria Poli, Carlo Ponzini, Marco Stucchi, Carlo Tagliaferri, Roberto Tagliaferri.

Valeria Poli ricostruisce la fortuna di Pordenone attraverso le fonti biografiche a partire da Giorgio Vasari, raccolte in una appendice antologica, fino alla sua riscoperta recente, a partire dalla mostra del 1939, che hanno permesso di inserirlo nel novero dei grandi pittori contemporanei a Michelangelo e Tiziano. Particolare attenzione è stata prestata alla produzione in area padana a partire da Cremona (1520) arrivando a Piacenza (1530-1536) passando per Cortemaggiore dove realizza, oltre agli affreschi nella chiesa dell’Annunziata, anche due opere su tela (1524 o 1529).

Chiude la sezione scientifica un capitolo dedicato alla chiesa di S. Maria di Campagna, progettata da Alessio Tramello (1522-1528), e ai cicli iconografici presenti non solo di Pordenone.

Particolare attenzione è riservata al ciclo di Piacenza (cupola e cappelle nella navata sinistra) nel quale si riscontra l’utilizzo dei criteri compositivi necessari per dipingere su superfici concave, lo scorcio, e pensando a uno spettatore dinamico. Nella cupola principale di Santa Maria di Campagna, il gruppo di figure è composto secondo uno schema piramidale creando, grazie ai gesti, non solo il collegamento tra interno ed esterno, ma soprattutto tra Dio Padre, l’Antico Testamento, la tradizione mitologica e i miti civici della storia romana, arrivando quindi al Nuovo Testamento, dipinto da Bernardino Gatti detto il Sojaro (1543), rappresentato dagli Apostoli, dagli episodi della vita della Vergine e dagli Evangelisti.

La ricostruzione delle “giornate” di lavoro, grazie ai restauri degli anni ’80, permette di individuare delle costanti: una giornata è impiegata per il cielo di ogni spicchio e l’ultima per le nuvole e i putti. Nel caso della vela dedicata a David è stato impiegato il maggior numero di giornate (12), per un totale di 100 giornate. La novità di Pordenone è soprattutto nella progettazione che tiene conto della vastità delle superfici, della presenza di superfici concave e della distanza e posizione mutevole dell’osservatore. Semplifica le forme e riduce il numero delle tinte di base e le loro variazioni cromatiche, economizzando anche le energie e riducendo i tempi di esecuzione.

Negli affreschi parietali delle cappelle di Santa Maria di Campagna emerge la rielaborazione di un riferimento obbligato, Raffaello, evidente nell’uso di scenografie architettoniche-teatrali. Si tratta di scenografie dipinte che hanno la forza di trasformare la struttura architettonica in palcoscenici (le Stanze di Raffaello).  Nella Disputa di S. Caterina a Piacenza, invece, Pordenone preferisce rinunciare al punto di fuga centrale, avvalendosi di una scenografia tragica ambientata in un contesto monumentale non solo moderno ma attualizzato al caso locale, come dimostra lo sfondo di Santa Maria di Campagna e inserendo il presunto ritratto di Tramello.

Nell’unica opera su tela, Lo Sposalizio della Vergine, la tradizione indica l’autoritratto del pittore  (S. Paolo) e della moglie (la Madonna) identificata, in sede locale, nella moglie piacentina citata dal Vasari notizia che non trova riscontri documentari.

I contributi di Valeria Poli nel "Pordenone e la maniera padana"

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