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Libri piacentini

Libri piacentini

A cura di Renato Passerini

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri di autori piacentini, per nascita o per adozione e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale

Libri piacentini Ferriere

Il castello di Gambaro e il marchesato malaspiniano degli Edifizi

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri di autori piacentini, per nascita o per adozione e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale.

IL CASTELLO DI GAMBARO E IL MARCHESATO MALASPINIANO DEGLI EDIFIZI

Autore Giorgio Eremo

Pagine  300

Casa editrice  Edizioni Tip.Le.Co.

Presentazione di Giovanni Malchiodi, sindaco di Ferriere, Clara Mezzadri e Valentino alberoni

Prefazione Marco Horak

Prezzo di copertina  euro 15

Questo nuovo libro di Giorgio Eremo – storico e studioso dalla metodologia rigorosa e consolidata dalle rilevanti tredici precedenti opere e da numerosi articoli giornalistici – racconta la storia dell’unico maniero del territorio di Ferriere: il castello di Gambaro in alta Val Nure, a cinque chilometri dal capoluogo sulla strada che conduce al passo dello Zovallo. A edificarlo fu, negli ultimi decenni del Cinquecento, Pierfrancesco Malaspina signore dell’Alta Val Nure, dopo che una rovinosa alluvione aveva distrutto il castello o palazzo del suo marchesato degli Edifizi. Il complesso castrense fu completato dagli eredi del Malaspina (+ 1624). Dodici anni più tardi il marchesato con il castello di Gambaro fu incamerato dai Farnese nella Camera Ducale, per passare dopo circa sessant’anni ai Landi di Rivalta e poi ai Bacigalupi, ricchi proprietari terrieri e, con i Bergonzi primi amministratori del Comune di Ferriere, la cui sede in epoca napoleonica era nel Castello di Gambaro. Negli anni ’50 del Novecento il pianterreno del fortilizio fu sede della scuola elementare e adibito ad abitazione, poi sull’imponente maniero ebbero la meglio l’usura del tempo e l’incuria dell’uomo. Diverse parti iniziarono a crollare ostruendo con le macerie buona parte dei locali interrati; i muri rimasti presentavano vistosi spanciamenti verso l’esterno e le fondazioni evidenziavano evidenti cedimenti. Nel 2006 quanto rimaneva del fabbricato e delle aree di pertinenza,  è stato acquistato dai coniugi Clara Mezzadri e Valentino Alberoni che hanno presentato un progetto di recupero reso esecutivo secondo le indicazioni della Soprintendenza, dal 2008 al 2013. Ora il libro di Giorgio Eremo riesce a “far parlare le pietre” rende evidente il popolamento antico dell’Alta val Nure, le vicende storiche, l’origine e l’architettura del Castello di Gambaro, chiarisce alcuni aspetti importanti quali il ruolo di Edifizi.

Questa pubblicazione, scrive il sindaco di Ferriere Giovanni Malchiodi, può essere di stimolo ad impegnarci e a mantenere vivi i legami e i rapporti con la comunità, pur nel momento del calo demografico che stiamo vivendo, in cui rischiano di perdersi memorie e tradizioni. Scrive Marco Horack nell’approfondita prefazione “ … le avvincenti pagine che compongono il mosaico dedicato alla storia del castello di Gambaro ci offrono un inquadramento geografico-ambientale del luogo, iniziando dal torrente che dà il nome alla vallata, citando puntualmente antiche fonti storiche, dal Poggiali al Bardetti, financo a Plinio e molti altri. Nei capitoli successivi ci conduce a conoscere l’etimologia del toponimo Gambaro e le affascinanti testimonianze longobarde e qui Eremo, storico a tutto tondo, mostra di conoscere in modo approfondito anche le scienze ausiliarie e documentarie della storia …”.

Nel libro anche un interessante contributo a firma di Clara Mezzadri che prende in considerazione l’ambiente naturale e la presenza umana del quale proponiamo il paragrafo finale:

L'ambiente naturale insieme alla storia delle comunità umane locali, costituisce l'identità dell'Alta Val Nure e della Val d'Aveto. Su questa identità di ambito che conserva e protegge beni preziosi per tutta l'umanità, può basarsi anche il futuro, facendo della naturalità, della conservazione delle produzioni tipiche, della ricerca storica, il marchio, il logo di riconoscimento, per così dire, di questo comprensorio e delle sue principali attrattive. Sarebbe bello che ne divenisse simbolo il lupo, questo meraviglioso animale la cui presenza è segnale di ricchezza ambientale.

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