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Giovedì, 18 Aprile 2024
Libri piacentini

Libri piacentini

A cura di Renato Passerini

"Il labirinto e altri racconti"

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri e le recensioni di autori piacentini, per nascita o per adozione, e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale. Saggi e recensioni di amici del nostro blog

IL LABIRINTO E ALTRI RACCONTI

Autore Elisabetta Ferri

Formato cm 15x21

Pagine 484

Copertina foto L. Savoretti, grafica Andrea Roverselli

Edito da Libreria Editoriale Sibilla

ISBN 978 88 88626-82-6

Prezzo euro 14

"Il labirinto e altri racconti"

Sette racconti fantasy di cui il primo in una "cornice" di fantasia svela i pensieri, i disagi, la sofferenza reale dell’autrice malata di endometriosi, una patologia complicata e piena di sfaccettature crudeli compreso la sterilità. “L'endometriosi è una ragnatela che ti cresce dentro e avvolge gli organi che intacca strozzandoli fino alla morte, ma stritola anche te in un ragnatela di immensa solitudine”. A corredo della narrazione le testimonianze di due donne affette della stessa malattia.

Nell'aprile del 2019 - scrive l’autrice - su Facebook e Instagram lanciai un appello: inviatemi le vostre storie così da riunirle in un libro. Avrei voluto ottenere più adesioni, ma meglio partire un passo alla volta, magari con questo piccolo atto di coraggio ne nasceranno altri, perché credo che solo parlando continuamente di endometriosi e solo unendo le nostre forze noi donne affette da questa patologia potremo fare udire la nostra voce e ottenere quelle cure, quell'assistenzialismo e soprattutto una più

tempestiva diagnosi di questa malattia. Soprattutto una diagnosi ", perché troppe troppe donne sono state rovinate dall'incompetenza di medici che non sanno ancora oggi riconoscere questa patologia. I medici devono ascoltare e non giudicare, devono imparare ad ammettere che il dolore non può essere immaginario, è sempre una spia d'allarme molto importante.

I racconti successivi sono fantasy che si sviluppano ognuno attorno a un sentimento: Rabbia - arroganza e ipocrisia – Ossessione – Tristezza – Introversione – Depressione.

CONOSCIAMO L’AUTRICE

ELISABETTA FERRI è piacentina, originaria di Caorso. E’ laureata in Conservazione dei Beni Culturali. Dopo l’esordio come scrittrice nel 2018 con "Dulcamara, racconti fantasy d'amore". Ha ricevuto diversi riconoscimenti in concorsi letterari tra i quali  al “Memorial Vallavanti-Rondoni” di Caorso (PC) , al concorso “Città di Recco” ed è stata finalista al concorso “Streghe, vampiri & co.” di Viareggio.

betta-2- Perché ha cominciato a scrivere? C’è un’immagine nella sua memoria che ricollega al momento in cui ha deciso di voler diventare scrittrice?

Ho sempre vissuto più nella fantasia che nella realtà. Da bambina concretizzavo le storie che mi raccontavo da sola in disegni con cui riempivo intere agende poi, a 12-13 anni, lessi “Il signore degli anelli” e rimasi così colpita dal lavoro di Tolkien da volerlo emulare. Iniziai così a scrivere, ma ero troppo inesperta, i miei lavori non erano buoni, eppure proprio a quell’età ideai un personaggio a cui mi affezionai al punto da voler a tutti i costi costruirmi quel bagaglio di competenze e conoscenze necessario per poter diventare una scrittrice. Fu per amore di quel personaggio, che mi ha tenuto compagnia per il resto della mia vita, cui mi sto dedicando tuttora, che iniziai a percorrere questa strada, anche se in passato consideravo la scrittura un semplice passatempo. Oggi invece ho capito che scrivere per me è vitale, devo farlo.

- Come le è nata l’idea di associare in questo suo libro un racconto-cronaca vera a narrazioni così fantasiose

I sette racconti de “Il labirinto e altri racconti” sono legati a sentimenti e stati d’animo con i quali ho dovuto combattere nel corso della mia vita. Quei racconti sono più reali di quanto appaiono in realtà, perché in quel libro ho affrontato i demoni peggiori del mio animo e uno di questi è proprio il senso di solitudine che ho provato a causa dell’endometriosi. Ero stanca di nascondermi, di tacere la realtà, ossia che ho una patologia cronica. Volevo per una volta gridare al mondo quello che mi sono tenuta dentro per anni. Confrontandomi con altre donne affette da questa patologia, ho scoperto che questo sentimento è comune a tutte. Lo conferma anche Lella nella sua testimonianza. Io però non ho fatto nulla di nuovo, perché molte altre donne affette da endometriosi stanno cercando di farsi udire in tutti i modi, andate a visitare la pagina Facebook “endo & me”, ad esempio. Il comune senso del pudore tende a censurare certi aspetti della vita, come una malattia. Non si può raccontare di essere malati, non sta bene, ma è proprio l’omertà a rendere l’endometriosi così forte e dilagante. La mia famiglia, raccontando agli altri della mia malattia e dei miei sintomi, ha permesso ad altre ragazze di avere finalmente una risposta ai loro malesseri. Ho dato il nome degli specialisti e delle strutture cui mi sono appoggiata a altre ragazze che hanno poi scoperto di essere effettivamente malate. Una di queste è riuscita a farsi curare tempestivamente e ora ha un figlio. Parlare senza vergognarsi aiuta prima di tutto noi stesse, perché non è un disonore né una colpa essere malate, anche se è comunque duro da accettare. Soprattutto parlare di una malattia ancora tanto sconosciuta ma purtroppo sempre più dilagante come l’endometriosi è necessario. Ci sono donne che si sono ritrovate con la vita e la salute completamente distrutte da questa patologia e continuare a tacere solo per poter apparire perfetti agli occhi degli altri, è un comportamento assurdo. Tutti ci lamentiamo di quanto sia brutto il mondo, ma cosa facciamo di concreto per migliorarlo? Comodo aspettarsi che siano sempre gli altri a sistemare le cose. Se tutti facessimo la nostra parte, allora sì che le cose cambierebbero sul serio.     

 - Anche il suo precedente libro “Dulcamara” è un libro di narrazioni brevi, eppure nel corso di una presentazione ha detto di non essere appassionata di racconti …

Non ho mai amato particolarmente i racconti perché troppo brevi, io quando leggo preferisco “evadere” il più a lungo possibile. Invece scrivere per me non è solo un piacere, può anche essere uno sfogo, così a seconda del tipo di ispirazione o di esigenza posso comporre ora delle poesie, ora dei racconti, sebbene il mio vero amore restino i romanzi. Ho lavorato a una trilogia per 25 anni, amo immensamente quei personaggi e quel mondo immaginario, non mi andava di “bruciarmi” tutto esordendo subito con quel lavoro, preferivo prima fare esperienza e farmi conoscere con dei testi meno impegnativi. Questi due libri di racconti mi hanno permesso di mettermi alla prova, di capire i miei errori come scrittrice e di migliorarmi. Mi sono serviti e mi servono per capire se posso piacere al pubblico, perché il mio fantasy è diverso da quello tradizionale. Ad esempio, sono riuscita a conquistare persino lettori che odiano il classico fantasy.  

- Cosa c’è dietro l’angolo di Elisabetta scrittrice

La mia mente è un vulcano in continuo fermento e sono una persona molto curiosa, mi piace fare sempre nuove esperienze e affrontare nuove sfide. Più sono impegnative, più mi elettrizzo e quando sbaglio non demordo, semplicemente mi riorganizzo per raggiungere il mio obiettivo percorrendo un’altra strada. Nei prossimi mesi promuoverò il mio libro, sto continuando a scrivere ma c’è anche una novità, una collaborazione artistica legata a un nuovo scritto, stavolta non fantasy, che mi piacerebbe molto, in futuro, veder rappresentato a teatro. Anche questo lavoro è legato al mondo e alla sensibilità femminile. Per ora stiamo tenendo un basso profilo, perché credo che sia meglio fare sempre un passo per volta e tastare gli umori del pubblico, vedremo se il futuro ci arriderà per tentare anche qualcosa di più ardito...

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