"L'idiota"
La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri e le recensioni di autori piacentini, per nascita o per adozione, i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale, saggi e racconti di amici del nostro blog
L'idiota non è solo un romanzo
- di Eduardo Paradiso.
L'Idiota è un romanzo di Fedor Dostoevskij che narra dell'amore di un giovane affetto da sindrome nervosa. Grande romanzo, ma non è il mio genere. Idiota era pure un “guappetto” della mia infanzia andato purtroppo a finire male nel vortice della camorra. Idiota è colui che è rimasto fermo alla teoria dell'accerchiamento al tempo in cui a noi, suoi coetanei, cercavano di propinare che l'Occidente si limitava ad applicare la teoria del contenimento. Idiota è colui che piega la storia alla sua speranza di storia e non s'accorge di cadere in una terribile trappola di sabbie mobili da cui non riuscirà più a risollevarsi. E se anche lo facesse, lo farebbe da pariah. Che vinca o meno con le armi.
Ma ciò che più mi e ci sconcerta è il modo e i tempi di attuazione di questo disegno di aggressione, probabilmente covato per anni. Diventato ossessivo quanto la convinta risposta dei popoli delle ex Repubbliche sovietiche decisi a partecipare al processo democratico e opporsi ai continui tentativi di alterare libere elezioni. Qualche volta riusciti direttamente – Bielorussia docet – talvolta imprevedibilmente no. Questo è il caso ucraino. Non dimentichiamo che questa classe dirigente russa ha sempre pensato di essere la terza gamba dell'Occidente insieme a Europa e Stati Uniti. Il rifiuto americano di accordare tale riconoscimento è stato alla base di un lungo irrigidimento delle posizioni russe in questi anni. L'assenza dell'Europa e il rovesciamento di tutto il quadro strategico mondiale, che vede nella Cina la potenza emergente, non ha fatto altro che favorire un ulteriore arroccamento e relegare la Russia non a prima, neanche seconda, ma solo terza e in posizione di subordine economico (non dimentichiamo questo aspetto) rispetto alle altre due potenze. Tanto è vero che il placet all'azione Putin lo ha vinto solo alle recenti Olimpiadi invernali. Basta questo a immaginare come il topolino idiota cadrà nella trappola del micio cinese. In più, la richiesta pubblica e formale di adesione dell'Ucraina all'Unione Europea rischia di essere una provocazione peggiore delle sanzioni economiche già in atto. Forse dovremmo capire che Putin non sta reagendo proprio a niente, ma solamente non riesce a metabolizzare lo storico fallimento della Russia nella sfida alla modernità. Significa – forse si intravede ora – che sta cercando di mettere in atto quel disegno perseguito per anni: la ricostruzione di un impero russo nelle sue frontiere dell’800 e la marginalizzazione politica dell’Europa.
Ma chi se ne poteva accorgere?
Nel nostro Paese la politica internazionale tira poco, fino a fine febbraio sono stati fatti solo viaggi a vuoto. Ciò deriva, parlo per me, dal fatto di aver studiato – le poche volte che mi ci mettevo - storia, geografia (quando c'era) ed economia come tre materie diverse. Ma è passato mezzo secolo, adesso questo mix si chiama geopolitica. Ma da noi si studia ancora come allora, in più senza geografia. A riprova del nostro smarrimento in politica estera: sapete cosa potrebbe succedere se riscoppiasse il conflitto fra Armenia e Azerbaijan in seguito ai bombardamenti della Russia sui confini occidentali dell'Ucraina? Primo bisogna sapere dove sono questi due Stati. Secondo, nella fattispecie si muoverebbe anche la Turchia di Erdogan (Nato) per andarsi a riprendere il Nagorno Karabakh aprendo di fatto un nuovo fronte di guerra. Ci basta? Ma la situazione più tragica la vivremo fra pochi giorni quando la Russia non riuscirà a pagare i suoi debiti internazionali in scadenza. E in quel momento ci potrebbe essere un sobbalzo monetario, in ogni luogo del mondo. In queste condizioni noi, gente di strada, possiamo fare qualcosa per esprimere il nostro rifiuto per la guerra? L'ha fatto, nel suo piccolo, proprio un Guerra. Simone, per l'anagrafe, che sulla sua maglietta di calciatore ha aggiunto un NO prima del suo cognome. Vorrei suggerire ai Presidenti delle due squadre di calcio piacentine che militano in Serie C di proporre ai propri calciatori di sostituire ai propri cognomi sulle magliette proprio un NO GUERRA - NO WAR , a scelta, che testimonierebbe visivamente il sentimento della nostra città. Potrebbe essere anche una proposta nazionale che finalmente darebbe un senso positivo a un settore che di ideale non ha quasi più niente. Infine ho letto che si parla tanto di Swift e sue applicazioni. Certe volte anche a sproposito. Vi segnalo tre nomi: Angelo C., Gianni P. e Daniele F. Teneteli a mente. I primi due li potete incontrare spesso fra piazza Cittadella e piazza Borgo che fanno la spesa, il terzo tutti i venerdì sul mercato a Rivergaro. Quasi mezzo secolo fa hanno collaborato, progettato, costruito e diffuso con un manipolo di banche europee il sistema di pagamento Swift (sede Lussemburgo) che ha portato la procedura ad arrivare a quel livello strategico mondiale che è oggi. Loro sanno tutto ma loro non parlano. Tanto per ricordarci sempre che neanche i piacentini sanno cosa hanno fatto altri piacentini.