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Libri piacentini

Libri piacentini

A cura di Renato Passerini

"L’Organo Serassi della Cattedrale di Piacenza"

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri di autori piacentini, per nascita o per adozione e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale e i racconti degli amici lettori

L’Organo Serassi della Cattedrale di Piacenza

1818 opus n° 369

Autore Mario Acquabona

Formato cm 21 x 30; brossura con copertina flessibile

Pagine 350

Editore Libreria Internazionale Romagnosi

Anno di edizione 2022

Prezzo di copertina € 25

Documentazione d’archivio per buona parte inedita con la trascrizione di una carteggio specifico, hanno richiesto molti anni di lavoro, prima di poter giungere alla stampa di questa pubblicazione che racconta le vicende storiche che videro nel 1818 la realizzazione nella Cattedrale di Piacenza del nuovo organo Serassi.

La storia musicale della Cattedrale piacentina – si legge nelle pagine del libro - affonda le sue radici o meglio i primi effetti sonori, di un organo a canne, sin dalla seconda metà del 1300. La musica per organo è sempre stata presente in questo tempio: dopo anni di ricerca, abbiamo ricostruito con dovizia di particolari tutte le fasi costruttive degli strumenti collocati in questo luogo.

Importantissimi organari dell’area lombarda sin dal 1400 -1500 operarono nella nostra città, impreziosendola con strumenti davvero unici: ne è un esempio, l’organo della Basilica di S. Sisto, un Facchetti - Lanzi del 1544, tuttora funzionante.

Relativamente al “Serassi” della Cattedrale l’arco temporale preso in considerazione dall’Autore, inizia dagli ultimi decenni del 1700 sino al 1900, attraverso un “diario capitolare”, dove ogni decisione è stata scritta e citata: le fasi costruttive organarie sono descritte minuziosamente e così tutti i suoi restauri nel corso degli anni seguenti. Dalla fondazione del tempio alla seconda metà dell’Ottocento ben sei nuovi organi furono costruiti, e installati nel nostro Duomo. Senza dubbio l’aspetto organario più importante è riferito al grandioso organo dei Fratelli Serassi costrutto nel 1818 op. 369. Le pagine del libro includono le vicende di un periodo antecedente di una trentina d’anni che fa capire quali furono gli avvenimenti e le cause che indussero il Capitolo alla decisione di intraprendere una spesa rilevante.

Il “Serassi della Cattedrale” grazie a ricorrenti lavori di manutenzione assolse pienamente le sue funzioni fino agli ingenti lavori di restauro del tempio decisi negli ultimi anni dell’Ottocento dal vescovo Giambattista Scalabrini (1839-1905, proclamato beato da papa Giovanni Paolo II il 9 novembre 1997 e canonizzato da papa Francesco il 9 ottobre 2022). La convinzione “di dover purgare il tempio da tutto ciò che ne alterava l’austera bellezza” aveva portato la necessità di liberare la parete occupata dall’organo. Allo scopo furono proposte diverse ipotesi di ricollocazione che però rimasero inascoltate. Si preferì la “rottamazione” con parziale vendita e ricupero di singoli elementi costitutivi.

Nel libro una distinta indagine è stata riservata alla stampa locale, che si occupò del grandioso organo del Duomo con molti articoli, scritti da personaggi di cultura del tempo.

“Siamo sicuri che un’attenta lettura, nella più scrupolosa cronologia temporale – scrive Acquabona nella premessa al volume - sappia finalmente riconsegnare la storia, e dissipare ogni possibile dubbio sulla disgraziata fine di un capolavoro opera dei Fratelli Serassi di Bergamo, che se si fosse voluto, non sarebbe stato demolito e smantellato.

Nell pagine del libro sono citate moltissime persone, sinora del tutto sconosciute le quali, hanno lavorato con dignità e impegno nella nostra magnifica Cattedrale. Completa il volume, un interessante apparato fotografico, con foto ancora inedite, e un glossario organario che illustra in modo semplice le diverse componenti di un organo.

Il maestro Acquabona ha dedicato tutto questo ingente lavoro alla memoria ed al ricordo del compianto maestro Giuseppe Zanaboni, colui che fece apprezzare nel corso della sua vita, la musica organistica e gli organi piacentini con una serie di memorabili concerti. I più grandi maestri europei suonarono nella nostra piccola città.

CONOSCIAMO L’AUTORE

MARIO ACQUABONA nato nel 1956, dopo aver compiuto gli studi classici presso l'Istituto Magistrale "G. Colombini" della sua città e quelli musicali frequentando la classe d'organo e composizione organistica del MQ Achille Berruti di Milano, ha preferito rinunciare all'insegnamento, optando da oltre un quarantennio per un impiego più stabile, presso un importante istituto bancario italiano, giungendo da qualche anno al meritato riposo. Sebbene abbia avuto poco tempo a sua disposizione, per dedicarsi alla musica, tuttavia ha preferito approfondire la conoscenza e lo studio dell'arte organaria, iniziando sin dal 1980 una meticolosa e costante ricerca archivistica. Questa laboriosità gli ha permesso di pubblicare numerosi articoli su importanti quotidiani, vedasi "Libertà", "La Voce", volti alla conoscenza e alla tutela dell'ingente patrimonio organario piacentino. Fra le diverse pubblicazioni di particolare rilievo, quelle riguardanti un primo studio sull'organo Giovanni Cavalletti 1766 presente a Piacenza, nella Basilica di S. Giovanni in Canale, pubblicato sulla rivista "Bollettino Storico Piacentino", nell'anno 1995 e un'esaustiva ricerca, commissionata dalla Parrocchia di Ponte dell'Olio, concernente l'organo "Sangalli 1859", pubblicata dalla casa editrice Ed. Tip.le.Co, Piacenza, nell'anno 2000, in occasione del restauro. Altri importanti studi sono poi stati pubblicati in opere monografiche e riviste nazionali.

Nel 1990 ha partecipato attivamente al Censimento degli Organi presenti nella provincia di Piacenza: oltre sessanta organi antichi personalmente censiti e catalogati. Nell'anno precedente, aveva condiviso con altri esperti, il censimento degli Organi Antichi, presenti nella Provincia di Cremona. Nel 2012/16 ha collaborato con l'Università di Pavia, sezione di Cremona alla pubblicazione monografica, relativa agli organari pavesi Lingiardi operanti sul territorio nazionale, specificatamente per i loro strumenti costruiti nella nostra città e Provincia e curato lavori di restauro. È stato organista titolare del prestigioso organo della Basilica di S. Savino e svolge tuttora il ruolo di organista della Basilica di S. Antonino nella chiesa parrocchiale di S. Anna sullo storico organo Sangalli del 1861.

Per ventanni ha ricoperto il posto di organista in S. Savino, suonando lo strumento che fu del Maestro Zanaboni, grazie all’apprezzamento del compianto parroco don Paolo Alberoni, un vero signore nell’aspetto e nella sua grande cultura, non solamente musicale. Da qualche anno collabora con la Rivista Piacentina l'Urtiga, Edizioni LIR, proponendo articoli di organaria e storia musicale piacentina.

"L’Organo Serassi della Cattedrale di Piacenza"

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