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Libri piacentini

Libri piacentini

A cura di Renato Passerini

“La cesta dell’ortolano piacentino”

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri e le recensioni di autori piacentini, per nascita o per adozione, e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale. Saggi e recensioni di amici del nostro blog

Oggi segnaliamo

LA CESTA DELL’ORTOLANO PIACENTINO

Antiche varietà dai campi alla tavola

Pagine 56 – Stampa cooperativa sociale Solidart.

Referenti del progetto: Daniela Morsia - Claudia Martinelli - Primina Arbasi - Rosa Pagani e Ferruccio Pizzamiglio.

Il volume presenta i risultati del lavoro di ricerca legato al progetto “La cesta dell'ortolano piacentino. Antiche varietà dai campi alla tavola”, risultato tra i vincitori dell’edizione 2016/2017 del concorso dell’Istituto per i Beni artistici culturali e naturali dell’Emilia-Romagna “Io amo i beni culturali”.

Diverse sono state le tappe e gli incontri che hanno scandito questo percorso che ha visto protagoniste due classi dell'Istituto statale di istruzione superiore "Giovanni Raineri - Giovanni Marcora" di Piacenza. Gli allievi della IV B Itas, coordinati dalla professoressa Claudia Martinelli, si sono occupati specificamente della ricerca bibliografica e documentale, ricostruendo la parte generale sulle vicende dell'agricoltura e sulla storia dell'ortofrutticoltura e redigendo le schede dei prodotti ricavate dallo spoglio delle riviste conservate presso la Biblioteca comunale Passerini-Landi. Gli studenti della classe V D dell'Istituto Alberghiero, guidati dalla professoressa Primina Arbasi, hanno invece ricostruito l'aspetto enogastronomico, componendo una sorta di "ricettario piacentino".  

Tra la fine del XIX e i primi decenni del XX secolo – scrive nella introduzione al libro Tiziana Albasi (al tempo  Assessore Cultura e Turismo Comune di Piacenza) - l'efficace integrazione tra settore primario, industria e propaganda agraria innescò un innovativo processo con importanti riflessi anche sul piano della diffusione delle nuove conoscenze. Grazie alla presenza di istituzioni come la Federconsorzi, fondata nel 1892, e la Cattedra ambulante, avviata nel 1897 , Piacenza divenne un importante "centro" in cui confluirono e si diffusero esperienze innovative. Tra manuali, riviste, opuscoli e calendari, prese avvio anche una nuova forma di comunicazione agraria. La finalità del progetto è stata anche quella di promuovere, nelle giovani generazioni, la consapevolezza che le "carte" parlano e molto spesso raccontano le storie di un territorio, quello piacentino, ricco di tradizioni ed eccellenze. Aggiunge Teresa  Andena, dirigente scolastico Istituto “Raineri-Marcora”: Questo lavoro testimonia continuità di impegno nel recupero e nella valorizzazione del patrimonio testimoniale, nella consapevolezza che nel patrimonio culturale del "tecnico" ha un ruolo rilevante anche la lettura approfondita delle fonti di un "ieri" che è divenuto un "oggi".

La presenza di istituzioni come la Federconsorzi, con sede a Piacenza dal 1892 al 1932, e della Cattedra ambulante,  avviata nel 1897 – annota a sua volta Daniela Morscia - permise il formarsi di una rete di agronomi, tecnici e politici in grado di disseminare in giro per l'Italia le informazioni relative alle innovazioni tecniche decisive per l'agricoltura moderna. Qui prese forma un nuovo tipo di comunicazione agraria, in grado di esprimere il "nuovo" con molteplici scritti, sia tecnici che divulgativi, adeguata ai vari livelli di formazione.

“La cesta dell'ortolano piacentino”  ha voluto scandagliare queste fonti, con una particolare attenzione al settore della frutticoltura e dell'orticoltura, in un momento in cui si stava passando dalla dimensione domestica a quella più strettamente industriale. Nell'epoca di Internet e del digitale, gli studenti hanno potuto toccare con mano la "carte" di più di cento anni fa. E constatare come queste carte siano state, già allora, di un'eccezionale modernità, sia a livello di contenuti che di impostazione grafica. Una semina di conoscenza che continua ad "attraversare" la storia del nostro territorio.

IMMAGINI

La copertina è tratta da un volume dei Fratelli Ingegnoli, anno 1912; le altre dal “Museo della vite e del vino” di Ferruccio Pizzamiglio.

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“La cesta dell’ortolano piacentino”

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