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Giovedì, 18 Aprile 2024
Libri piacentini

Libri piacentini

A cura di Renato Passerini

"La cupola del Pordenone in Santa Maria di Campagna a Piacenza"

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri e le recensioni di autori piacentini, per nascita o per adozione, e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale. Saggi e recensioni di amici del nostro blog

La cupola del Pordenone in Santa Maria di Campagna a Piacenza

Premio Gazzola per il restauro del patrimonio monumentale piacentino.

A cura di Domenico Ferrari Cesena

Fotografie: Comune di piacenza, Bruno Zanardi, Marco Stucchi

Saggi di Valeria Poli, Edorado Villata, Bruno Zanardi

Promosso da Associaione Dimore Storiche Italiane, Associazione Palazzi Storici di Piacenza, FAI.

Pagine 32

Formato cm 21 x 30

Stampato da Ticon Piacenza, con il contributo di Banca di Piacenza e Fondazione.

Novità in Libreria La cupola del Pordenone (2)-2Il quaderno 2018 del “Premio Gazzola” illustra i restauri degli affreschi del Pordenone per la cupola della Basilica di Santa Maria di Campagna, compiuti nel 1983,  tornati all’attenzione del grande pubblico grazie alla Salita al Pordenone, l’evento culturale organizzato dalla Banca di Piacenza che ha permesso a migliaia di persone di ammirare profeti e sibille del de’ Sacchis stando alla loro stessa altezza, dopo aver percorso i 100 scalini del “camminamento degli artisti” (sempre restaurato dalla Banca). In sede di cronaca (https://www.ilpiacenza.it/attualita/il-premio-gazzola-2018-per-il-restauro-degli-affreschi-del-pordenone.html) , abbiamo già riferito della cerimonia della consegna  ai destinatari del prestigioso riconoscimento: il Comune di Piacenza (rappresentato dal sindaco Patrizia Barbieri), proprietario della Basilica e promotore dei restauri e a Bruno Zanardi, artefice principale dei restauri stessi. Riconoscimenti sono stati attribuiti anche a Stefano Pareti, sindaco della città nel 1983, ad Aldo Lanati, assessore alla Cultura all’epoca dei restauri e alla memoria di Massimo Tirotti (ritirato dalla moglie, signora Maria Grazia), dirigente dell’Ufficio cultura del Comune nello stesso periodo.

Accenniamo ora ai contributi che compongono il “QUADERNO 2018” iniziando da Valeria Poli. La prima notizia documentaria relativa alla chiesa di Santa Maria detta di Campagnola, è dell'anno 1030 in occasione del passaggio  di proprietà al monastero benedettino di S. Savino. Fin dai primi riscontri documentari è evidente l'importanza di essere inserita nel panorama dei percorsi di devozione su grande scala per presenza delle reliquie dei testimoni della fede, ma soprattutto per il loro riconosciuto potere terapeutico taumaturgico che si presenta in forma miracolosa.

Il riconoscimento della forza di attrazione del Santuario è sicuramente il Concilio tenutosi nella primavera del 1095. Il 27 dicembre 1521 si costituisce la Compagnia dei Fabbricieri, approvata dal Vescovo e dal Pontefice a capo dello Stato pontificio del quale Piacenza faceva parte come legazione. Lo statuto entra in vigore il 3 marzo 1522 fissando le modalità per l'elezione di dieci Rettori e Gubernatori della Fabbrica in carica per un anno, definendo i compiti di questa commissione  edile.  La posa delle prima pietra avverrà il 13 aprile 1522 e un anno dopo verranno acquistati i materiali edili tra i quali 100.000 quadrelli, 50 carri di calce e tonnellate di pietre dalla cava di Momeliano.  La fabbrica, dopo sei anni di lavoro, è conclusa nel 1528. Il saggio prosegue con la “Riscoperta di Alessio Tramello” e le sue scelte tipologiche stilistiche.

EDOARDO VILLATA tratta il tema “Il Pordenone a Piacenza ovvero il manierismo in area padana” e evidenzia come, dopo il primo  contatto avuto tra il Pordenone ed i  rettori della Basilica (1530) , secondo la tradizione il primo affresco realizzato dal Pordenone, come prova in vista del definitivo affidamento dei lavori, fu il Sant' Agostino che si trova oggi  alla sinistra dell'ingresso in chiesa (recentemente fatto restaurare dalla Banca di Piacenza n.d.r.), dipinto nel quale quasi con violento movimento, il  Santo si volge a noi, come disturbato nelle sue meditazioni dal nostro ingresso;  nel raccolto spazio coronato dall'absidiola decorata a mosaico (elemento ricorrente assai spesso nell'opera del de Sacchis), nelle respiranti carni dei putti. Forse anche grazie alla facile accessibilità, l'affresco ebbe in sorte di risultare una delle opere più copiate del Pordenone: esiste infatti una nutrita serie di repliche, per lo più fedeli e di qualità alle volte non scarsa, sulle quali sta lavorando Laura Putti con alacrità ed entusiasmo.  Quasi certamente i lavori del Pordenone iniziarono poi dalla cappella di Santa Caterina e proseguirono . ..

BRUNO ZANARDI, restauratore, ricostruisce l'organizzazione del lavoro nel cantiere quando, tra il 1530 e il 1532, il Pordenone affresca con figure di Profeti e Sibille la cupola della chiesa di Santa Maria di Campagna. Subito sopra la cupola è la lanterna con affrescata la figura di Dio Padre che impera sugli uomini, mentre subito sotto al suo imposto corre un tamburo alto circa un metro e mezzo affrescato con otto scene mitologiche. Zanardi prosegue il suo contributo fornendo il numero delle giornate complessive di lavoro occorse, i ponteggi, i disegni preparatori, le esecuzioni degli incarnati e con il "Glossario dei termini tecnici".

Le pagine del “Quaderno” sono integrate da due suoi interessanti allegati: un pieghevole che illustra graficamente le giornate di esecuzione del “Cantiere Pordenone” e un post scriptum nel quale Zanardi dice di avere “forse lasciato un buon ricordo a Piacenza. Non però migliore di quello che ha lasciato in me il privilegio d'aver potuto passare un'intera primavera ad accarezzare i poderosi giganti messi in scena in Santa Maria di Campagna dal Pordenone, pittore irsuto e grandissimo. I giganti custoditi con un misto di zelo, affetto e orgoglio da frate Ignazio, quasi li avesse affrescati lui. Poi l'allegria del fuori. Il camminare per una città incantata di luce, con una piazza che nessuna battaglia potrà mai conquistare perché guardata a vista da due neri e poderosi condottieri a cavallo: chi ce li ha uguali al mondo due guardiani così?  Piacenza città di palazzi bellissimi e apparentemente misteriosi, ma invece apertissimi e ospitali ....” e qui ci fermiamo rimandando il lettore al piacere della lettura della interessante  pubblicazione promossa dal

COMITATO SCIENTIFICO DEL PREMIO GAZZOLA:

- Presidente onorario Anna Maria Matteucci, emerito di storia dell'arte medievale e moderna e di storia dell'architettura dell'Università di Bologna,

- Presidente Domenico Ferrari Cesena, emerito della University of California at Berkeley, già ordinario Politecnico di Milano e Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza, già capo delegazione FAI Piacenza

- Gian Paolo Bulla, direttore Archivio di Stato, Piacenza

- Manuel Ferrari, direttore Ufficio per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di cultodella Diocesi di Piacenza-Bobbio

- Marco Horak, presidente Associazione Palazzi Storici di Piacenza

- Carlo Emanuele Manfredi, delegato per Piacenza Associazione Dimore Storiche Italiane già direttore della Biblioteca Comunale "Passerini Landi", Piacenza

- Susanna Pighi, conservatore beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Piacenza-Bobbio

- Valeria Poli, Liceo artistico" B.Cassinari", Piacenza

- Anna Riva, archivista, Archivio di Stato, Piacenza

"La cupola del Pordenone in Santa Maria di Campagna a Piacenza"

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