La Grande Guerra, diario di un sopravvissuto
LA GRANDE GUERRA. DIARIO DI UN SOPRAVVISSUTO
Autore Catello Di Somma
Pagine 76
Introduzione di Eugenio Gentile, Maggiore Generale dell’Esercito
Lir edizioni – collana poesia
Prezzo di copertina euro 12
A distanza di cento anni dall’ingresso italiano nella “grande guerra” definita da Papa Benedetto XV, l’’inutile strage”, si moltiplicano gli eventi celebrativi e si rinnovano le iniziative per riesaminare in modo più distaccato quei 41 mesi di conflitto. Vasto è il repertorio di storici, romanzieri e poeti, che hanno scritto dell’immane tragedia. Tra loro Catello di Somma che a quel lontano passato ha voluto dedicare 26 coinvolgenti poesie che raccontano i ricordi di un soldato immaginario lanciato - si legge nella presentazione del generale Gentile - nella lotta da quelli che “seduti a levigati tavoli dietro linde marsine hanno giocato con le nostre vite” contro un nemico che non conosce. Sopravvissuto al massacro questo immaginario reduce, strappato alla sua terra, diventa motivo di profonda tristezza; condannato a vivere per ricordare: una condizione personale che trova unico ristoro nella fede, nella preghiera. I versi scorrono rapidi, sembrano scritti di getto, facendo immediatamente pensare a quei futuristi amanti della velocità; subito dopo però ci si accorge che è la poesia di Giuseppe Ungaretti l’affluente della vena poetica dell’autore (“E sentirsi come foglie d’autunno appesi a un respiro”) che però insiste ripetutamente sulla imprevedibile fortuna di sopravvissuto, attribuendo questa sorte alla volontà di Dio, perché Lui conosce solo la vita”.
Catello Di Somma, campano di nascita, è approdato nella nostra città nel 1998 della quale ha tanti ricordi e legami anche se da qualche anno la sua attività di sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri lo ha portato a risiedere in provincia di Lodi.
L’occasione di conoscere l’uomo razionale e schivo e al contempo il poeta che nelle sue liriche avvolge un argomento con una ragnatela di spunti, riflessioni e meditazione che stimolano direttamente i sensi, è stata offerta dal Presidente della Dante Alighieri Roberto Laurenzano che all’auditorium della Ricci Oddi ha avuto Di Somma protagonista dell’incontro “La Poesia nella sua funzione generatrice di vita”.
Oggi che siamo bombardati da una comunicazione veloce, rumorosa, roboante, fatta di slogan sintetici che non ci chiedono di fermarci troppo a pensare e che, anzi, mirano a sottrarsi alla criticità, trova spazio la dimensione richiesta dalla poesia, ovvero quella del raccoglimento, del silenzio, di uno spazio in cui possano echeggiare solo le parole, con la pregnanza, il suono e la consistenza voluti dal poeta ?..
La risposta ci viene dallo stesso Laurenzano al termine della appassionata esposizione del relatore Di Somma: “E’ un contrasto che il poeta riesce a superare ponendosi in una condizione interiore che armonizza la realtà tumultuante con la spiritualità intima, attraverso la quale egli ha la forza di elevarsi, di penetrare in un silenzio personale che si traduce in dialogo con Dio, anche senza immediatamente prenderne talora coscienza. E ciò anche in un deserto di certo fuori dalla dimensione della fretta mentale, fisica, psicologica quotidiana. In tal modo egli riesce ad assaporare tutto l’infinito universale di una superiore dimensione di cui la sua anima si arricchisce, traducendo in poesia la immane armonia di cui ha il potere di impossessarsi e godere. E scopre che all’origine della poesia vi è Dio, e Dio viene verso di lui."
Anche oggi
Tra le rovine delle parole
E il groviglio dei rovi
Dove le serpi s’annidono
Spunta la stele del grano
Da dove trarre la semenza di vita.
Catello Di Somma