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Libri piacentini

Libri piacentini

A cura di Renato Passerini

"La Metamorfosi dell'Acino d'Uva"

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri e le recensioni di autori piacentini, per nascita o per adozione, e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale. Saggi e recensioni di amici del nostro blog

Titolo La Metamorfosi dell'Acino d'Uva

Autore Federica Casaroli

Formato cm 15x21

Anno di edizione 2020

Pagine 332

Copertina flessibile

Editore Tip.Le.Co.

ISBN 9 7888-32 174267  

EAN: 9788832174267

Prezzo di copertina euro 16,90

In copertina “Comunque Bella”, acrilici su tela di Diego Gradali.

Federica Casaroli-2Federica Casaroli ha pubblicato il suo primo romanzo nel quale intreccia molto bene una composita storia che si snoda tra Seminò “piccolo borgo antico forgiato dall’uomo e dal tempo”, Piacenza e Puerto Armuelles (borgo di pescatori nello stato di Panama). La trama del libro inizia a Piacenza nell’anno 2000: Diamante Caravigne, protagonista della vicenda, nel giorno del suo diciottesimo compleanno si trova in un’aula di tribunale dove, con una firma, è costretta dalla famiglia a rinunciare al suo patrimonio lasciatole in eredità dal padre. Con quel gesto e quella costrizione dovrà ricominciare a costruire la sua vita dalle macerie di quella che era stata un’importante casata di nobili e viticoltori dei colli piacentini.

“Per un breve istante chiusi gli occhi, visualizzai una bottiglietta di vetro scuro e immaginai di bere un sorso della pozione lasciata dal Bianconiglio: desideravo esser Alice, farmi piccina, piccina, scappare e sbucare nel Paese delle Meraviglie....; dietro l’angolo c’era invece lo sfratto dalla propria casa.

Piacenza e i colori intensi della Val Tidone, terra di segreti tramandati da generazioni, fanno da sfondo alla trama di questo romanzo le cui pagine intrecciano vicende semi-fantasiose di una famiglia composta da donne tenaci e forti che, incolpevole, subisce il riflesso dello scandalo del vino al metanolo degli anni Ottanta del secolo scorso, le mire della camorra organizzata e della mafia.  Una storia dove i personaggi si raccontano in prima persona, dove i sentimenti e le ferite riemergono in superficie narrando la metamorfosi che una giovane donna dovette fare per nascere a nuova vita, vissuta lontana ma nel ricordo di Piacenza.

CONOSCIAMO L’AUTRICE

Federica Casaroli, classe 1982, laurea in Linguaggi dei Media presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano seguita da un corso di scrittura presso la Scuola Holden di Torino. L’autrice ha iniziato a scrivere all’età di 16 anni sul quotidiano Libertà nell’inserto “Libertù” per i ragazzi continuando sino dopo i trent’anni comparendo tra i collaboratori dei 120 anni del quotidiano piacentino. Negli anni ha mantenuto diverse collaborazioni con testate giornalistiche radiofoniche, televisive, on line e quotidiani.

  • D: Ci sono analogie tra la sua vita e questo romanzo?

R: Dicono che ogni autore esordiente inizi il primo romanzo pubblicando qualcosa di autobiografico. In effetti tante sono le note del mio vissuto che vi ho inserito. Ho perso il papà prematuramente come la giovane Diamante e provengo come lei da una bellissima famiglia di viticoltori. Sono grata alla vita per quello che mi ha dato e quello che mi ha insegnato. Fortunatamente però, non ho mai conosciuto il ricatto della camorra o della mafia e cosa significhi vivere sotto scorta. Nonostante la “Metamorfosi dell’Acino d’uva” non sia il mio primo romanzo, era mio desiderio pubblicare come prima questa storia.

  • D: Perché Seminò e Puerto Armuelles ?

R: Quando ero piccola mi raccontarono un aneddoto legato ai miei nonni paterni: una domenica, mentre si trovavano sulla strada di Seminò, mio nonno fu abbagliato da un rustico utilizzato come ricovero attrezzi. Fermò la sua giulietta, fece scendere sua moglie e insieme visitarono quel casale abbandonato. Quel posto dimenticato da tutti, si trasformò in una bellissima casa per le vacanze di famiglia dove io imparai a muovere i primi passi, ad andare sui pattini a rotelle e il gioco della dama. Ovunque andrò Seminò sarà sempre il mio luogo del cuore, l’unico che chiamerò per sempre casa.

Puerto Armuelles è un luogo lontano. Mentre lo descrivevo dieci anni fa, sembrava un posto dove il tempo si era fermato, allo stesso modo, incantevole e poco conosciuto: il luogo ideale per nascondere la mia protagonista vittima della mafia e della camorra.

  • D: Ho letto che tra l’idea iniziale e la stesura finale del libro sono trascorsi dieci anni questo lungo tempo ha prodotto una metamorfosi anche sulla sua personalità?
  • R: Certamente. Il libro aveva bisogno di maturare e decantare come il vino rosso. Dalla prima stesura del manoscritto, sono cambiate tante cose. Io stessa avevo bisogno di togliere molto dolore provocato dalla perdita di mio padre e avevo bisogno di fare pace con la rabbia e il senso d’abbandono che portavo nel cuore. Forse è per questo che non riuscivo a separarmi da Diamante, Ginevra, Christopher e tutta la famiglia Caravigne. Quando ci sono riuscita ho capito che non ero più la stessa Federica che aveva iniziato questo libro. Ho sorriso a me stessa e ho permesso alla storia di arrivare alle persone.

  • D: Dietro l’angolo della scrittrice Federica Casaroli cosa c’è o si intravede?

R: Dietro l’angolo intravedo tanto impegno, creatività e voglia di fare. Questo per me è solo l’inizio.

Mi piacerebbe tornare a collaborare in modo continuo con riviste o quotidiani e continuare con la mia scrittura. Tante sono le storie che mi piacerebbe portare nelle case delle persone. La prima mission che mi sono proposta con questo libro, è quella di raccontare e ricordare ai ragazzi di oggi alcuni fatti storici che hanno segnato l’Italia e la nostra storia di agricoltori italiani: lo scandalo del vino al metanolo, le ecomafie. Scrivo dall’età di 16 anni e vorrei continuare a sensibilizzare i giovani e le persone su temi importanti per non dimenticare mai fatti che hanno segnato storie e coscienze.

           

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