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Libri piacentini

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A cura di Renato Passerini

Libri piacentini - Gli oratori di Groppallo

Claudio Gallini già da bambino si lega fortemente alle montagne dell'alta val Nure, terra d'origine dei genitori, in particolare a Coletta, paese natale della madre, situato nel territorio di Groppallo. Al borgo di Coletta dedica proprio il suo primo lavoro letterario con la ricostruzione della storia e delle tradizioni tramandate dalle famiglie del luogo

Gli oratori di Groppallo

Autore: Claudio Gallini

Pagine  275 Casa editrice  LIR - Piacenza 2013

Prefazione dell'autore

Prezzo di copertina  euro 15

Claudio Gallini è nato a Piacenza nel 1976. Già da bambino si lega fortemente alle montagne dell’alta val Nure, terra d’origine dei genitori, in particolare a Coletta, paese natale della madre, situato nel territorio di Groppallo.

Al borgo di Coletta dedica proprio il suo primo lavoro letterario con la ricostruzione della storia e delle tradizioni tramandate dalle famiglie del luogo (Antico Borgo Coletta, EDIPRIMA, 2009).

La sua passione lo porta a proiettare luce sul territorio piacentino scavando nelle radici della storia in particolare dando luce a siti sconosciuti com’è stato ad esempio per il castello di Boli, (Il castello di Boli, Tip.Le.Co., 2010).  Costante è la sua collaborazione a il Bulletèn de Farèn e Montagna Nostra, periodi di riferimento per anziani e giovani dell’alta val Nure. Collabora inoltre con il quaderno di cultura piacentina L’urtiga.  

Questo libro racchiude, in 280 pagine, la storia di Groppallo attraverso lo studio di diciotto villaggi con i loro diciotto oratori. Le tantissime foto, anche storiche, scrive don Gianrico Fornasari, arricchiscono ulteriormente questo libro storico – ambientale; tutti i groppallini da ogni parte del mondo hanno ora il loro Libro di Storia scritto con competenza e matura ricerca.                                                                                                                   Groppallo è un territorio forgiato a suon di martello e scalpello, con i tetti neri di ciappe, dove un simbolo inciso su un sasso custodisce pagine di storia, dove una preghiera tramandata nei secoli rimane a dimostrazione dell’attaccamento al Credo di queste genti e così  i canti che risuonano negli oratori durante le feste paesane. Con la sua parrocchia, affonda le proprie radici in epoche molto lontane. Il capitano Antonio Boccia, già nel 1805, ricordava nel suo “Viaggio ai monti di Piacenza”, la presenza in questa zona di diciotto oratori dislocati in diciotto ville della parrocchia di Groppallo; a distanza di duecento anni la conta di queste strutture si è amaramente dimezzata a causa del loro crollo, dovuto all’incuria ed all’abbandono. Il libro costituisce quindi occasione di stimolo alle istituzioni affinché si prendano cura di questi luoghi.

Alcuni degli edifici, risalgono addirittura al XVI sec. come ad esempio l’oratorio di “Santa Maria Maddalena” di Groppazzolo, unico della zona ad avere un vero e proprio campanile, una volta utilizzato come torre di avvistamento data la notevole visuale verso sud sulla val Lavaiana. L’oratorio di Coletta, intitolato alla “Visitazione di Maria ad Elisabetta” insieme a quello di Comineto, devoto a “S. Michele Arcangelo”, furono invece edificati attorno al XVII secolo e la loro storia è strettamente legata alla “Via degli Abati”: Anche se non confermato, l’oratorio di Banzolo, ricostruito nel 1631, sembrerebbe avere stretti legami con il percorso “Bobbio – Pontremoli” appena citato, e risulterebbe esser stato in passato un ospizio di proprietà dei monaci del monastero di San Colombano a Bobbio.

Altri importanti oratori, risalenti al XVIII secolo, sono quello di Pometo, dedicato a “Santa Rita da Cascia”, quello di Roncolo, intitolato a “Santa Teresa d’Avila” e proprietà della famiglia Bruzzi, l’oratorio di “S. Agostino” a Poggio, l’oratorio di Costabiancona devoto a “Maria Bambina” e quello di Mangiarosto intitolato a “San Girolamo Emiliani”.

L’autore del volume si è cimentato nella traduzione e nella trascrizione d'innumerevoli verbali e annotazioni, eseguite dai numerosi canonici che si sono susseguiti, nel corso degli anni, nel distretto groppallino sul territorio diocesano.
Le relazioni prese in esame, disponibili presso l'Archivio Diocesano di Piacenza e scritte interamente in latino, sono state redatte a volte frettolosamente con una grafia molto aggrovigliata e con le tipiche abbreviature ecclesiastiche che hanno richiesto molti mesi di studio.
Altra testimonianza della salda e radicata fede dei groppallini è la magnifica torre di Selva come emblema di genitrice dell’attuale chiesa, collocata oggi sul monte Castellaro.

A rafforzare tutto ciò l’edificazione di due più recenti cappelle come quella de I Fré e quella di Strarivo costruite  nel secolo scorso.

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