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A cura di Renato Passerini

Libri piacentini - La politica è sociale. Spunti per una riflessione sulla responsabilità sociale

Costruire un futuro migliore è sempre meglio che rimpiangere un miglior passato: un buon esempio? Il valore formativo del servizio militare. Questi alcuni concetti del libro di politica sociale, fresco di stampa, scritto da Maurizio Cammi con Enzo Latronico

La politica è sociale. Spunti per una riflessione sulla responsabilità sociale.

Autore: Maurizio Cammi con la collaborazione di Enzo Latronico
Pagine 170
Casa editrice LIR - Piacenza 2013
Prefazione di Giacomo Vaciago
Prezzo di copertina 13,50

Gli autori
Maurizio Cammi (Piacenza 1960). Laureato in Scienze della Comunicazione e Marketing presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Affianca alla sua attività di imprenditore, consulente e formatore, l’interesse per la politica e il sociale studiandone gli aspetti correlati. Si approccia al teatro, con un’esperienza ormai decennale, per le sue forme educative e formative.

Enzo Latronico (Piacenza 1969). Laureato in Scienze dell'Educazione e della Formazione presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. abbina all'attività giornalistica quella di documentarista. Scrive e dirige per il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Tre le sue opere: “A memoria d'uomo” (2005) – “Ugo Pirro. Indagine su uno sceneggiatore al di sopra di ogni sospetto” (2007).

Occorre coinvolgere le nuove generazioni – si legge nella prefazione del libro scritta dal prof. Giacomo Vaciago - nella elaborazione di progetti concreti conseguenti la diagnosi sistematica dei nostri problemi irrisolti dando una priorità all’azione politica. Va però evitata l’interdipendenza casuale, come è oggi prevalente via Sms, twitter ecc…

Abbiamo crescita – afferma il professore - quando è migliorata la qualità della vita delle nuove generazioni: dei figli dei nostri figli.  Nella storia dell’umanità, questa è un’eccezione: per milioni di anni, da Adamo ed Eva in poi, ogni generazione è vissuta più o meno come la generazione precedente. In altre parole, sia nel tempo sia nello spazio la crescita non è sempre e facilmente ottenibile: deve essere “meritata” con l’opportuno mix tra bene comune - cioè di valore sociale - ed interesse privato, cioè di profitto del singolo. Non a caso la nostra mancata crescita degli ultimi vent’anni ha coinciso con una sostanziale “privatizzazione” della politica: sempre più le leggi e gli atti di governo riguardano interessi di singoli, e non il bene della comunità. 

Così l’innovazione, che non deve essere intesa solo in senso tecnologico (nuovi prodotti e nuovi strumenti tecnologicamente superiori), ma anche sociale. E così il capitale da accumulare, che non è solo fisico (edifici ed impianti), ma anche umano (che cresce nella misura in cui c’è progresso nell’educazione).

Occorre, in altre parole, che la crescita (il maggior benessere delle nuove generazioni) torni ad essere una priorità della politica.  Quello che una volta era, anche in tempo di pace, il valore formativo del “servizio militare” è un buon esempio di cosa si potrebbe fare - con le modifiche opportune - per condividere un impegno sociale che sia anche in modo emblematico il passaggio ad occuparsi del bene comune. 

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