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Martedì, 23 Aprile 2024

Adolescenti oggi: genitori troppo amici che non sanno dire di no

I genitori oggi non sono troppo diversi dai figli adolescenti, né nei modi, né nell'abbigliamento, manca il rispetto del ruolo dell'adulto, sono amici e non sanno mai dire di no

Affrontiamo il tema dell’adolescenza oggi, in una società in continuo mutamento, con le criticità che porta con sé, la turbolenza che affronta l’adolescente nella scoperta di sé e nella strutturazione di un proprio sistema di valori. Di pari passo seguiamo le famiglie di oggi, famiglie ‘moderne’ dove anche i genitori faticano a crescere rimanendo adolescenti anch’essi, tante possibilità portano con sé insicurezza e immaturità nel ruolo genitoriale.

La realtà, la società che ci circonda è mutevole, in continuo cambiamento, in un’evoluzione rapida e continuativa, così noi ci troviamo a cambiare di pari passo con essa. Essere adolescenti oggi è molto diverso dall’essere stati adolescenti qualche decennio fa, tanto differente però è anche l’essere genitori oggi.

L’adolescenza è sempre stata e rimane tutt’ora un momento molto delicato, una fase della crescita in cui il cambiamento fa da padrone, tutto quello che riguarda l’età infantile viene abbandonato per far fronte a nuovi compiti di sviluppo che si proiettano al futuro.

Questi nuovi compiti sono numerosi ed importati, l’adolescente si espone verso la relazione, l’interesse nell’instaurare rapporti con i coetanei di entrambi i sessi, è forte. Vi è la necessità di acquistare un ruolo sociale, sia esso femminile o maschile con determinati comportamenti, contemporaneamente vi è l’accettazione  del proprio corpo e l’utilizzo di esso in modo efficace. L’adolescente deve far i conti con l’acquisizione di un sistema di valori, una coscienza etica, la necessità di prepararsi ed orientarsi verso un’occupazione futura, una professione. Egli si orienta verso l’indipendenza emotiva dai genitori e dagli altri adulti, costruendo propri pensieri ed ideali. La realizzazione di questi compiti comporta una profonda risimbolizzazione del Sé, in questa trasformazione è centrale l’assunzione dell’idea di sé e della sessualità, che promuove lo sviluppo di un nuovo ruolo affettivo maschile e femminile che, attraverso l’attivazione di un nuovo sistema motivazionale, è alla base sia della capacità di assumere nuovi ruoli sociali sia della costruzione di nuovi valori. Il mutamento coinvolge simultaneamente il mondo interno e quello esterno dell’individuo, appare così sostanziale da definire l’adolescenza con una “tempesta”, una turbolenza che pervade ogni aspetto della persona. In adolescenza non cambia solo quello che l’adolescente sa o sa fare, ma anche quello che è e come si vede.

L’adolescenza che si colloca tra il cambiamento puberale ed il completamento delle diverse transizioni evolutive, è spesso convenzionalmente delimitata tra gli 11 e i 18 anni, ma andrebbe ampliata fino al comprendere una fase successiva, che si estende almeno fino ai 25 anni, questo è giustificabile dalla dilatazione dei tempi evolutivi, viene per questo definita “adolescenza lunga contemporanea”.

La famiglia con un figlio adolescente, attraversa anch’essa un periodo di trasformazione profonda. Siamo tutti in accordo nel riconoscere che nelle famiglie oggi prevalgano i valori affettivi su quelli normativi, fino al punto di sottovalutarle questi ultimi. Vi è stato un passaggio radicale da famiglie di tipo normativo, orientate all’insegnamento del bene e del male, al lodare ed al punire, a famiglie di tipo affettivo, più orientate al comprendere, identificarsi, sostenere, facilitare.  Questo cambiamento è connesso ai mutamenti sociali e culturali di vasta portata che, negli ultimi decenni, hanno investito la famiglia e i soggetti che la abitano, modificando le relazioni che in essa avvengono, fin nella loro struttura più intima.

Come dicevamo, oggi l’adolescenza di un figlio ha un impatto talmente forte sull’intera famiglia tanto da definire l’adolescenza come “un’impresa evolutiva congiunta” (Scabini, 1995), questa nozione  enfatizza il coinvolgimento dell’intero contesto familiare. L’adolescente, impegnato nel processo di individuazione di sé, rinegozia la sua posizione all’interno della famiglia, nella direzione di uno spazio di azione più ampio, di una maggiore libertà decisionale. L’adolescente entra in conflitto con la sua immagine infantile e quindi anche con i genitori che ne sono i rappresentanti, esternalizza così i suoi conflitti interni. Da qui l’importanza del conflitto, spetta ai genitori quindi porre dei limiti, insegnare i confini della propria autonomia, lo scontro è utile quando in modo costruttivo da degli strumenti, serve all’adolescente per dominare un sentimento di ambivalenza, di grandezza, irrealistico ma tipico della fase evolutiva. Al contrario figure genitoriali troppo comprensive, troppo vicine al figlio e permissive impediscono all’adolescente di sperimentare e di scontrarsi con quei limiti che troverà nella vita adulta.

Le famiglie di oggi sono nuclei in cui si trascorre tanto tempo insieme, si mangia insieme, si guarda insieme la tv, i figli seguono i genitori quando vanno fuori con gli amici, viaggiano con loro fin da piccolissimi. I genitori discutono in presenza dei figli con grande libertà, sia dei fatti quotidiani  sia dei loro problemi, lavorativi e non, che spesso li coinvolgono direttamente. Spesso i bambini assistono direttamente ai contrasti coniugali, inducendoli a volte a prendere posizione a favore dell’uno o dell’altro. Questo accade per due ragioni principali: nascono pochi bambini, generalmente la coppia ha un figlio o due e l’età in cui si diventa genitori è molto elevata, in media le donne hanno un figlio dopo i 32 anni e dopo averci riflettuto a lungo. La coppia genitoriale non è più quella tradizionale, con il padre come capofamiglia e la madre che si occupa della casa e dei figli, ma oggi può assumere geometrie molto differenti ed articolate, come ad esempio famiglie che si formano da nuove relazioni dei genitori in cui convivono i figli nati da precedenti unioni, genitore sigle, famiglie omoparentali, ecc.

Si diventa genitori molto tardi e quindi si arriva alla soglia dei 50 anni con un figlio adolescente sul quale si è totalmente concentrati, egli è la realizzazione del genitore. I genitori oggi non sono troppo diversi dai figli adolescenti, né nei modi, né nell’abbigliamento, manca il rispetto del ruolo dell’adulto, sono amici e non sanno mai dire di no. Questo accade perché il futuro dei cinquantenni non è più quello di una volta, tutto sembra ancora poter cambiare, persino la famiglia, che come abbiamo detto, non è più un’entità data una volta per tutte. I genitori sentono di avere ancora una parte della vita da giocarsi pienamente, il senso delle possibilità offerte dalla vita, tipico della giovinezza, resta spiccato. Ed ecco che, in qualche modo strambo, genitori e figli si trovano a vivere una vita parallela, diversamente giovani ed entrambi adolescenti, per questo di parla di  “famiglia adolescente”. Ma attenzione, a questi genitori ‘moderni’ accade un altro evento preoccupante, l’insicurezza fa da padrona, avendo smantellato modelli educativi normativi, ecco genitori insicuri in crisi identitaria che non sanno come comportarsi con i figli. Come abbiamo detto, gli adolescenti hanno bisogno di confrontarsi con adulti stabili, convinti delle proprie idee, in grado si assolvere in modo fermo al proprio ruolo educativo. Perché nella lotta contro i genitori per far valere il proprio punto di vista, i giovani imparano a riconoscere i propri limiti e a trovare una propria coerenza personale.

Non c’è giusto o sbagliato, è un dato di fatto, il cambiamento sta avvenendo in tutte le generazioni, il cambiamento interessa tutti i soggetti della famiglia, dai genitori ai figli. Oggi è difficile essere genitori ed il periodo adolescenziale lo è ancor di più, l’adulto ha molte più opportunità e possibilità di un tempo ma il ruolo genitoriale implica una maturità, costanza e stabilità da mantenere soprattutto nel periodo adolescenziale.

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