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Sabato, 20 Aprile 2024

Autostima, il primo passo verso la felicità

La stima di sé è la base per affrontare al meglio le sfide di ogni giorno. Vediamo insieme come si struttura l’autostima, da cosa dipende e come è possibile incrementarla. Osserviamo anche quali sono gli effetti di una troppo bassa o troppo alta autostima

La stima di sé è la base per affrontare al meglio le sfide di ogni giorno. Vediamo insieme come si struttura l’autostima, da cosa dipende e come è possibile incrementarla. Osserviamo anche quali sono gli effetti di una troppo bassa o troppo alta autostima.

L’autostima è una componente cognitiva che descrive la valutazione, il giudizio che ognuno ha di sé stesso, si costruisce giorno dopo giorno nelle esperienze di vita, dal confronto con le aspettative personali e dal confronto con gli altri.

Importante è considerare alcuni aspetti della definizione:

  • ‘Componente cognitiva’, è quindi un pensiero, una convinzione personale che può anche non rispecchiare la realtà ma essere erronea o distorta;
  • ‘Si costruisce giorno dopo giorno’, nel tempo l’autostima si ridefinisce e si può modificare;
  • ‘dal confronto con le aspettative personali’, entrano in gioco le aspirazioni che la persona ha;
  • ‘ e dal confronto con gli altri’, non è solamente una dimensione individuale ma nasce anche dall’osservazione dell’altro.

L’autostima è quindi il valore che diamo a noi stessi, è il risultato che scaturisce dal confronto tra i successi che l’individuo ottiene realmente e le aspettative che ha in merito ad essi. Non è solamente il prodotto di valutazioni soggettive interiori ma nasce anche dalle interazioni con gli altri, come una valutazione riflessa di ciò che le altre persone pensano di noi. Nel processo infatti hanno una certa influenza anche i confronti che l’individuo fa, consapevolmente o meno, con l’ambiente in cui vive.

Nella formazione dell’autostima entrano in gioco due componenti: il Sé reale ed il Sé ideale. Il sé reale non è altro che una visione oggettiva delle proprie caratteristiche ed abilità, quello che siamo realmente. Il sé ideale corrisponde a quello che l’individuo vorrebbe essere. Maggiore sarà la discrepanza tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, minore sarà la stima di noi stessi. La presenza di un sé ideale può essere uno stimolo alla crescita, in quanto induce a formulare degli obiettivi da raggiungere, ma può generare insoddisfazione  se lo si avverte molto distante da quello reale. Per ridurre questa discrepanza la persona deve ridimensionare le proprie aspirazioni, avvicinando il sé ideale da quello percepito, agendo quindi per gradi raggiungibili con più facilità.

Avere un’alta autostima significa saper riconoscere in maniera realistica di possedere sia pregi che difetti, impegnarsi per migliorare le proprie debolezze, valorizzando i punti di forza. il proprio sé reale e quello ideale discostano di poco. Questo si esprime in una maggiore apertura all’ambiente, una maggiore autonomia e una elevata fiducia nelle proprie capacità, conducendo alla buona riuscita delle proprie attività e ad un consolidamento dell’autostima stessa. Ecco perché volersi bene è la partenza ottimale per una buona riuscita nella vita quotidiana.

Al contrario, una bassa autostima può condurre ad una ridotta partecipazione e ad uno scarso entusiasmo, che si concretizzano in situazioni di demotivazione in cui predominano disimpegno e disinteresse. In questi casi le persone  riconoscono esclusivamente le proprie debolezze, trascurando i punti di forza. Spesso tendono ad evitare le situazioni di confronto sociale per timore di un rifiuto da parte degli altri, non si sentono mai all’altezza. Essi sono più vulnerabili e meno autonomi nelle scelte. Le persone con autostima bassa si arrendono molto più facilmente quando si tratta di raggiungere un obiettivo, soprattutto se incontrano  qualche difficoltà oppure ricevono un parere contrario al proprio. Si tratta di persone che faticano a superare la delusione connessa ad un insuccesso, sono molto sensibili alle critiche e protraggono la sensazione di disagio per lungo tempo.

Effetti negativi si hanno anche nel caso di un’autostima eccessivamente alta, quindi non realistica, porta a sentimenti disfunzionali di grandiosità e a solitudine in quanto i soggetti non riescono ad intrecciare relazioni e vengono evitati. Molto più diffusi però sono i casi in cui l’autostima è eccessivamente bassa, quali sono le strategie per incrementarla?

  • Aumentare il dialogo interno (self-talk) di tipo positivo. Se noi per primi inviamo messaggi positivi alla nostra mente è probabile che le autopercezioni possano migliorare.
  • Essere maggiormente obiettivi, interpretando per esempio gli avvenimenti o le situazioni sfavorevoli come eventi esterni che non dipendono da noi.
  • Migliorare l’autocontrollo, sentire di essere padroni e consapevoli delle proprie azioni aumenta la stima di sè.
  • Modificare gli standard cognitivi, non ponendoci aspettative eccessivamente elevate con il rischio di non essere all’altezza di quelle attese.
  • Potenziare le proprie abilità, relazionali, di risoluzione dei problemi, ma anche manuali, saper fare bene qualcosa ed ottenerne conferma dagli altri aiuta enormemente la nostra autostima.

Autostima, il primo passo verso la felicità

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