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«Avrò chiuso il gas? E la porta di casa?» Ecco come spiegare i pensieri ossessivo-compulsivi

“Avrò chiuso il gas??? Lo avrò controllato 3 volte prima di uscire ma ancora non ne sono sicura… Che ansia!!” A quanti di noi non è mai capitato di pronunciare questa frase. Sono in pochi a ritenersi esclusi dai pensieri di tipo ossessivo-compulsivo, per fortuna spesso sotto-soglia non diventano un vero e proprio disturbo ma appesantiscono le nostre giornate. Indagheremo la patologia, la personalità ed i casi che rientrano nella normalità di una quotidianità sempre più frenetica e pressante

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è una condizione che comprende pensieri ansiogeni, indesiderati e ripetitivi e rituali compulsivi con lo scopo di proteggere dall’ansia.

L’ossessione è quindi un pensiero (o un’immagine) ripetitivo, ansiogeno, non voluto ed intrusivo, spesso inappropriato rispetto al contesto. Il tentativo di ignorare, sopprimere o neutralizzare con altre azioni tali pensieri impulsivi causa sofferenza.

Le compulsioni sono rituali irrazionali, ripetuti varie volte, che la persona è obbligata a mettere in atto nello sforzo di controllare l’ansia causata dall’ossessione.  Questa patologia rientra nella macro categoria dei disturbi d’ansia, in quanto troviamo lo stato ansiogeno come persistente sia durante la fase ossessiva sia durante la fase compulsiva, è proprio l’ansia ad innescare il problema. Interessante è notare come le ossessioni si focalizzino su alcune e circoscritte aree specifiche in tutti i soggetti.

Troviamo le paure di contaminazione, in cui le persone temono di contrarre malattie, per esempio toccando la maniglia della porta e quindi tendono a lavarsi le mani in modo eccessivo e ripetitivo. Vi sono poi le ossessioni di disordine, in cui i soggetti provano un forte stato di malessere se alcuni oggetti non hanno la posizione ritenuta più corretta, per esempio se i libri sulle mensole non sono perfettamente allineati.

Pensieri aggressivi o distruttivi caratterizzano le ossessioni di coloro che si ritengono in grado di fare del male alle altre persone, involontariamente o senza potersi controllare, per esempio la paura di avvelenare accidentalmente la persona amata.

Vi è anche il timore di mettere in atto comportamenti socialmente o sessualmente inappropriati, per esempio preoccuparsi di proferire parole oscene davanti al datore di lavoro.

In fine le ossessioni possono anche prendere forma di dubbi ripetitivi, come quello di aver dimenticato di chiudere il gas, di non aver chiuso la porta di casa o l’auto oppure di non aver spento il ferro da stiro. Una persona con DOC può controllare di aver spento il ferro da stiro diverse volte, e nonostante abbia staccato la spina dal muro e lo abbia allontanato da qualsiasi presa elettrica, avere comunque la preoccupazione che l’elettrodomestico non sia stato spento bene.

In questa ultima categoria rientra il maggior numero di casi ritenuti non patologici, cioè quelle persone che non raggiungono un livello tale per diagnosticare il disturbo, rimangono sotto soglia ma manifestano comunque problematiche di tipo ossessivo. Nella quotidianità questi soggetti non riportano una sofferenza tale da interferire con il normale funzionamento quotidiano ma descrivono comunque un senso di disagio riscontrando l’anormalità di tali comportamenti. Spesso in questi soggetti il pensiero disfunzionale non è statico e continuativo, ma si presenta o si acutizza in alcuni periodi di vita, cioè in concomitanza di momenti particolarmente stressanti in cui l’ansia raggiunge livelli elevati. Le problematiche di tipo ossessivo compulsivo si possono spiegare come un tentativo della nostra mente di placare un’ ansia (stato indefinito) incontrollabile attraverso la messa in atto di un comportamento (concreto) e controllabile. Quindi vi è uno spostamento, da uno stato d’animo che ci provoca ansia ad un pensiero-comportamento messo in atto per controllarla.

Esistono individui che hanno per natura una personalità di tipo ossessivo e saranno maggiormente inclini a manifestare queste problematiche, senza però sfociare in un vero disturbo psicologico. Le caratteristiche  di una personalità di questo tipo sono: preoccupazione per l’ordine e per le regole, perfezionismo, riluttanza nel delegare e cooperare, testardaggine, rigidità in merito a questioni etiche e morali, difficoltà a manifestare le proprie emozioni, bisogno di controllo nel lavoro e nelle relazioni, tendenza a conservare le cose (collezionisti) e reticenza nello spendere denaro (considerati avari).

Come avrete potuto notare vi sono aspetti che sono strettamente ascrivibili alla nostra epoca, assolutamente ben accetti e rinforzati dalla nostra società individualista, che richiede ritmi frenetici, controllo, precisone e rigidità nel lavoro come nella vita, e se possibile poco coinvolgimento emotivo. Quindi tutti siamo costretti a fare i conti con queste regole implicite di vita che immancabilmente ci provocano ansia, stress e manifestazioni di tipo ossessivo-compulsivo che per fortuna nella maggior parte dei casi rimangono sotto-soglia.

Farvi fronte è possibile, prima di tutto mettendo in luce quali sono le reali difficoltà che alimentano l’ansia ed in seguito spezzando il circuito pensiero ossessivo-comportamento compulsivo. Solo evitando la messa in atto del comportamento vi sarà una convinzione piena dell’inutilità del gesto e quindi una progressiva diminuzione dei pensieri ossessivi che lo provocano (efficacia retroattiva).

«Avrò chiuso il gas? E la porta di casa?» Ecco come spiegare i pensieri ossessivo-compulsivi

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