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Il pericolo corre via web: Il fenomeno del Blue Whale, il gioco del suicidio

E’ allarme per questa pratica silenziosa che ha condotto al suicidio numerosi adolescenti in tutto il mondo, vediamo insieme in cosa consiste, come agisce e a chi si rivolge. Valutiamo inoltre i pericoli che corrono via web, non solo la Balena blu

E’ allarme per questa pratica silenziosa che ha condotto al suicidio numerosi adolescenti in tutto il mondo, vediamo insieme in cosa consiste, come agisce e a chi si rivolge. Valutiamo inoltre i pericoli che corrono via web, non solo la Balena blu, ma anche siti Pro-ana, Autolesionismo nelle sue diverse forme come il Cutting (procurarsi tagli sulla pelle come sfogo al disagio interiore), Cyber bullismo, utilizzo di droghe, Daredevil Selfie (rischiare la vita per un autoscatto estremo) e Sexting (condivisione in rete di contenuti a sfondo sessuale).

Affrontiamo insieme un argomento molto dibattuto negli ultimi giorni, un macabro gioco nato in Russia che sembra aver spinto numerosi giovanissimi a togliersi la vita. Il fenomeno ancora poco chiaro necessita delicate indagini ma quello di cui siamo certi è che anche in Europa e in Italia ha iniziato a spaventare le famiglie. Il Blue Whale chiama in causa i giovani di oggi che popolano la rete, per lo più adolescenti, con fragilità tipiche della loro età che lanciano un silenzioso grido di allarme, un disagio incompreso che può condurre alla morte.

L’ideatore di questo gioco è un giovane di 22 anni, studente di Psicologia, attualmente recluso in un carcere russo, il profilo, chiaramente patologico di quest’ultimo, sembra avvicinarsi molto al killer seriale. Cerchiamo ora di comprenderne insieme la gravità analizzando in cosa consiste e come agisce il Blue Whale.

Il titolo di questa ‘sfida’, tradotto Balena Azzurra, prende spunto da un fenomeno naturale riguardante appunto questi imponenti cetacei che, per diversi motivi possono finire per spiaggiarsi sulle coste con il rischio di non essere più in grado di rientrare in acqua, finendo quindi a morire per asfissia e disidratazione. I biologi hanno riscontrato che il fenomeno riguarda spesso gruppi interi di balene, in quanto può capitare che l’intero branco smarrisca la via, oppure nel tentativo di soccorrere un singolo esemplare in difficoltà altri incappino poi nello stesso pericolo. Parliamo quindi di un fenomeno di massa, le similarità con gli effetti sui giovani ragazzi sono davvero numerose.

Il gioco al suicidio consiste nell’attuare 50 azioni (una al giorno), per una durata quindi di un paio di mesi, tutte riconducibili ad una vera e propria ‘preparazione alla morte’ che si concretizza con il gesto ultimo di lanciarsi nel vuoto da un edificio. Queste regole da attuare quotidianamente sono caratterizzate da autolesionismo (incidersi la pelle o tentare di tagliarsi le vene dei polsi con lamette) e da altre pratiche nocive per la salute psico fisica quali la visione di film dell’orrore per 24 ore continuative, l’ascolto di una particolare musica con video psichedelici e la privazione di sonno. Tutte queste azioni fortemente manipolative, vanno a destabilizzare il già fragile equilibrio psicologico dei ragazzi in età adolescenziale.

Tutto quanto il gioco virtuale si svolge in stretto contatto con un vero e proprio guru che segue passo passo le azioni del partecipante, sostenendolo nel proseguire con determinazione e dando indicazioni su come raggiungere gli obiettivi quotidiani. Ma non finisce qui, ogni traguardo raggiunto deve essere testimoniato ed immortalato da una foto o video da inviare direttamente a quello che viene chiamato ‘il curatore’.

Le potenziali vittime sono state procacciate attraverso un social network russo (simile ai nostri Facebook o Instagram) e poi l’adesione a diversi gruppi ne ha ampliato la diffusione a macchia d’olio.

Proprio come un banale ed innocuo videogioco viaggia in rete quindi potenzialmente alla portata di tutti ed è proprio in questa potenziale condivisione di massa che sta il pericolo. Raggiunge ragazzi che stanno vivendo un momento delicato di crescita caratterizzato da insicurezze, cambiamenti rapidi di umore, scontri con le figure di riferimento e ribellione. Colpisce soprattutto chi in un momento di depressione dell’umore è solo, isolato dal gruppo dei pari, manca del sostegno e della condivisione famigliare. Chi ha una bassa autostima tende a dipendere da una persona forte e carismatica, quindi come in questo caso un leader fortemente negativo può arrivare a soggiogare individui fragili fino a condurli alla morte come via di salvezza, liberazione.

La durata del rapporto nel tempo (almeno 2 mesi), unita al rinforzo che danno il sostegno e la vicinanza di questo soggetto ritenuto amico (essere importante per qualcuno, la considerazione) ed ancora la condivisione attraverso foto e video, (immortalare il gesto da ancora più rilevanza alle azioni compiute che possono essere viste e riviste nel tempo, le rende concrete) possono creare un vero e proprio stato di dipendenza manipolativa.

Ma ora discostiamoci un attimo da questo fenomeno Blue Whale che sta suscitando tanto scalpore perché ideato da una mente malata che ha saputo mirare bene alle sue vittime, questo non è di certo l’unico caso di manipolazione ed influenza negativa condotto via rete.

Numerosi sono i siti in internet forniti addirittura di forum, che dispensano consigli e indicazioni su come diventare anoressiche (siti Pro-ana) o diminuire il proprio peso fino al digiuno totale. Un  ‘luogo di incontro’ per lo più giovani ragazze già avviate al disturbo alimentare che rafforzano in questi gruppi la loro patologia. Si possono davvero trovare indicazioni ed informazioni su tante delle condotte devianti più note, che vengono valorizzate come positive: l’Autolesionismo nelle sue diverse forme come il Cutting (procurarsi tagli sulla pelle come sfogo al disagio interiore), il Cyber bullismo, l’utilizzo di droghe, il Daredevil Selfie (rischiare la vita per un autoscatto estremo), Sexting (condivisione via web di contenuti a sfondo sessuale ) e potrei continuare oltre ma queste sono le più conosciute. La portata di queste informazioni divulgate via web  è potenzialmente vastissima e può facilmente ed anche casualmente raggiungere qualunque adolescente impegnato nella propria difficile crescita personale. I ragazzi non possiedono ancora la maturità e gli strumenti necessari per valutare criticamente le informazioni ricevute, quindi facilmente possono trarne conclusioni erronee.

Quindi la mia osservazione vuole andare oltre il fenomeno ultimo del Blue Whale e portare l’attenzione su tanti altri contenuti nocivi che viaggiano via rete, che spesso sottovalutiamo o non consideriamo. L’utilizzo smisurato da parte di giovani e giovanissimi del canale telematico è ormai un dato noto, ma prevenire fenomeni di elevata gravità è possibile.

Qui entra in gioco il ruolo fondamentale del genitore che deve educare il figlio in un clima di fiducia, controllo flessibile e condivisione. Passare del tempo insieme anche nel mondo della rete, per evitare quelle trappole di cui purtroppo è straripante.

Il pericolo corre via web: Il fenomeno del Blue Whale, il gioco del suicidio

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