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Depressione non è solo tristezza

Data la forte incidenza del disturbo, in aumento negli ultimi dieci anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità cerca di portare alla luce questa malattia troppo spesso taciuta, sottovalutata e altrettanto subdola

Osserviamo insieme quali sono le caratteristiche sintomatiche, le tipologie e le cause predisponenti di questa patologia dell’umore che è stata scelta come tematica per la Giornata Mondiale della Salute tenutasi lo scorso 7 Aprile 2017. Data la forte incidenza del disturbo, in aumento negli ultimi dieci anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità cerca di portare alla luce questa malattia troppo spesso taciuta, sottovalutata e altrettanto subdola.

Secondo i recenti dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 300 milioni di persone, ovvero circa il 4,4% della popolazione mondiale è affetta da Depressione dell’umore. L’incidenza è più elevate tra le donne (5,1%) rispetto agli uomini (3,6%) e le persone anziane risultano maggiormente colpite rispetto ai giovani.

Studi dimostrano che negli ultimi dieci anni le persone che soffrono di Depressione sono aumentate in maniera drammatica. L’incidenza di questo disturbo attualmente è tale da spingere la stessa organizzazione OMS a lanciare la campagna “Parliamo di depressione” (Depression: Let’s talk) per affrontare il tema anche durante la Giornata Mondiale della Salute, che il 7 Aprile 2017 è stata interamente dedicata a questa patologia. L’obiettivo ultimo è stato proprio quello di portare alla luce la malattia, incoraggiando chi soffre a parlare della propria esperienza e a cercare un aiuto. Questo perché la patologia depressiva rimane, in molti casi, una malattia nascosta e subdola.

Le fluttuazioni dell’umore sono parte della vita quotidiana. Tutti attraversiamo periodi in cui ci sentiamo insolitamente felici o tristi e ognuno di noi ha un umore di base che subisce delle oscillazioni. Alcune persone sono generalmente di buon umore e si sentono ‘giù’ solo di fronte ad importanti eventi negativi della vita, mentre altre persone tendono a sentirsi tristi per la maggior parte del tempo e hanno bisogno di notizie veramente positive per risollevarsi un po'.

Che ci piaccia o no, ci sintonizziamo con i nostri sentimenti e con quelli delle persone intorno a noi, e l’umore e le sue normali variazioni permeano ogni aspetto della nostra vita. Infatti in Psicologia l’umore viene definito più di un semplice stato emotivo (sensazione), viene considerato come uno stato che include anche aspetti cognitivi (pensiero), motivazionali (comportamento) e fisici (corpo). In altri termini, l’umore non solo influenza il modo in cui ci sentiamo, ma anche come pensiamo, agiamo, dormiamo, mangiamo e viviamo.

La maggior parte della popolazione fa esperienza di normali fluttuazioni dell’umore, ma il temperamento può diventare patologicamente basso (depressione) o patologicamente alto (mania).

Ma qual è la differenza tra un breve caso di tristezza ed una depressione clinica?

Troviamo le prime risposte nel contesto. Le variazioni dell’umore avvengono solitamente in risposta ad eventi esterni della vita, vincere alla lotteria o passare un esame solitamente mette la persona di buon umore, mentre essere licenziati o lasciati dal fidanzato provoca una tipica sensazione di tristezza. Quindi osservando il contesto, quello che sta accadendo intorno a noi, la variazione dell’umore è prevedibile e considerata normale. In generale gli umori patologici possono essere definiti come emozioni estreme che non sono appropriate al contesto o alle circostanze in cui si manifestano.

Anche i cambiamenti intensi dell’umore vengono considerati normali in alcuni contesti, per esempio la morte di un familiare spesso evoca dolore intenso ed uno stato di umore depresso, ma persino il lutto però può diventare patologico quando supera certi limiti di durata ed intensità. Ci aspettiamo che una persona sia triste per diversi mesi dopo la morte del coniuge, di un parente o di un figlio, ma saremmo sorpresi se il lutto continuasse ininterrottamente per anni. La depressione può essere talmente intensa da interferire seriamente con il normale funzionamento e da costituire addirittura minaccia per la vita stessa. Ad esempio, le persone gravemente depresse hanno problemi sul lavoro, nel mantenere relazioni, nel curare la propria igiene personale o nel considerare la vita degna di essere vissuta.

Osserviamo ora cosa accade nell’Episodio Depressivo Maggiore che caratterizza il Disturbo della Depressione classico:

  • Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno,
  • Diminuzione dell’interesse o del piacere per ogni attività,
  • Perdita o aumento significativo di peso,
  • Insonnia o ipersonnia (dormire eccessivamente),
  • Affaticamento o perdita di energie,
  • Sentimenti di autosvalutazione o sensi di colpa inappropriati,
  • Difficoltà a pensare, a concentrarsi o a prendere delle decisioni,
  • Pensieri ricorrenti di morte o suicidio, pianificazione del suicidio o tentativi di suicidio

Uno dei sintomi più gravi ed importanti della depressione è la tendenza al suicidio. Il dolore emotivo ed il senso di disperazione profondi, associati all’episodio depressivo possono condurre la persona a considerare la morte preferibile alla propria sofferenza. Considerando la totalità dei disturbi psichici e medici, la depressione costituisce il maggior fattore di rischio per atti di suicidio.

Sottotipi di Disturbo Depressivo Maggiore:

  • Caratteristiche catatoniche: in alcuni casi la depressione è caratterizzata da profondi cambiamenti dell’attività motoria che comprendono sia immobilità che estrema agitazione,
  • Tratti melanconici: si riferiscono alla totale perdita della capacità di provare piacere anche di fronte ad eventi positivi,
  • Esordio post- partum: colpisce le donne entro 4 settimane dal parto, possono manifestare attacchi di panico, agitazione, perdita di concentrazione, nei casi più gravi tendenze al suicidio e allucinazioni che possono condurre a fare del male al bambino,
  • Schema stagionale: sintomi depressivi ricorrono regolarmente e guariscono in certi momenti dell’anno, con lo schema più comune che comprende le ricadute durante i mesi invernali (aumento ore di buio).

Quali sono le cause?

Aspetti di tipo Biologico

Riscontri sperimentali provenienti da tutte le maggiori strategie di ricerca genetica (familiarità, adozioni e sudi sui gemelli) hanno dimostrato che una certa vulnerabilità ad alcune forme di depressione può essere ereditaria. Sono in atto studi a riguardo di una forma breve di uno specifico gene, definito “gene dell’umore”. Anche i cambiamenti ormonali uniti ad alcune funzioni anomale del cervello come la scarsa disponibilità di particolari neurotrasmettitori conosciuti come monoammine sono associati alla depressione.

Aspetti cognitivi

Gli individui predisposti alla depressione tendono ad avere schemi negativi di sé, per cui si vedono incompetenti, sfortunati, spiacevoli, ecc. Sembrano mantenere visioni irrazionalmente negative su se stessi, sul mondo e sul loro futuro (triade cognitiva negativa). Anche uno stile esplicativo pessimistico in risposta ad eventi negativi incontrollabili, come il brutto tempo  che interferisce con una vacanza,  è un fattore cruciale di rischio per la depressione. Le persone che pensano in questo modo tendono a colpevolizzare se stesse quando capitano eventi negativi e a credere che queste situazioni dureranno per sempre.

Aspetti relazionali precoci

In alcuni casi le radici della depressione possono risiedere nelle precoci esperienze infantili di perdita, delusione, eccessiva frustrazione ed altri stress interpersonali che possono minare l’autostima ed il senso di sicurezza.

Dopo questa analisi risulta chiaro che numerose e complesse sono le cause che possono condurre alla Depressione maggiore, spesso è una combinazione di più aspetti. Non parliamo di una semplice tristezza ma di una patologia con radici forti e profonde che necessita di un intervento multimodale per poter essere sconfitta.

Depressione non è solo tristezza

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