Dove si aspetterà l'arrivo di Santa Lucia questa notte?
Perché mai nella notte tra il 12 e il 13 dicembre la Santa siracusana scende dal cielo con l’asinello carico di doni per i buoni bimbi piacentini, dal Po all'Appennino...
Debole d’occhi a causa di “molto studio di leggere”, pare che anche Dante fosse particolarmente devoto a Santa Lucia. La cita nella Divina Commedia quale “nimica di ciascun crudele”. E in effetti risulta che la giovinetta sia stata martirizzata – perché orgogliosamente cristiana - in modo crudelissimo dal proconsole di Siracusa al tempo di Diocleziano. Trafitta alla gola, fu assunta dal mito quale protettrice del mal di gola. Ma poiché le furono pure strappati gli occhi, altri la elevarono a patrona della vista, coerentemente con il suo nome, Lucia, che sta appunto per “portatrice di luce”. Luce tanto spirituale (della Grazia) quanto fisica (degli occhi). Dal V secolo venne inserita nel Canone della Messa e risulta in seguito festeggiata a Roma. San Tommaso (sec. XIII) la cita a prova dell’ itinerarium mentis in Deo. Gli artisti la raffigurano mentre esibisce gli occhi divelti in un vassoio. Nella basilica di Sant'Antonino una statua la rappresenta proprio in tal modo. Da noi infatti si venera quale protettrice della vista, mentre alla tutela della gola pensa San Biagio (3 febbraio). Più complicato è capire perché mai nella notte tra il 12 e il 13 dicembre la Santa siracusana scenda dal cielo con l’asinello carico di doni per i buoni bimbi piacentini, dal Po all'Appennino. Notte magica ma che dura poco. Finisce al massimo in seconda elementare, quando un Pierino fatalmente svela il segreto anche ai più creduli: Santa Lucia in realtà è la mamma. Quell'anno i regali arrivano ugualmente, ma addio magìa celeste. L'infanzia finisce quel giorno.
Quella della Santa Lucia distributrice di doni non è una tradizione esclusivamente nostrana ma di sicuro minoritaria, diffusa particolarmente in Lombardia e Veneto, ma anche nel parmigiano. Sconosciuta o quasi a ovest del piacentino (dove i doni li porta Gesù bambino), la ritroviamo oltre i confini a sud, tra i monti liguri a noi finitimi. Ma non a Genova dove impera Babbo Natale. Altrove, specie nel mezzogiorno d'Italia, portatore di doni è San Nicola, da cui deriverebbe Santa Claus, ovvero proprio il rubicondo vecchio in bianco e rosso che abita però nel profondo nord e viaggia con le renne volanti.
I nostri vecchi ancora dicono: Santa Lucia il giorno più corto che ci sia. Non è più vero dal 1582, quando il calendario fu modificato dalla riforma gregoriana e il solstizio d'inverno spostato all'incirca di dieci giorni. Però è bello considerare come un frammento di conoscenza sapienziale (i sociologi chiamano così quella popolare, tramandata per via orale) resista nei secoli.