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Piacenza Nostra

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A cura di Cesare Zilocchi

Elezioni Politiche vicine, per chi (non) votare?

Dicono che siamo ormai in campagna elettorale. Già, ma per chi votare? E’ un bel casino. Però un consiglio ve lo do. Fate come me: andate a ritroso

Dicono che siamo ormai in campagna elettorale. Già, ma per chi votare? E’ un bel casino. Però un consiglio ve lo do. Fate come me: andate a ritroso. Io non voterò per chi inizia sempre un percorso per portare avanti il discorso. Chi dice di avere idee forti. Chi apre tavoli. Chi assolutamente sì, o anche chi assolutamente no. Men che meno chi assolutamente forse. Neppure chi fa così piuttosto che cosà, che va di lì piuttosto che di là.  Chi è sempre trasparente e solare. Chi non è mica lì per schiacciare i punti neri alle coccinelle. Chi elegge dimora in un point o in un loft ma va sul  territorio perché il territorio va sempre ascoltato. Chi dà la propria disponibilità (per ricoprire alte cariche, of course) ma poi, se non lo caga nessuno, s’incazza come un bufalo. Chi mette la persona al centro della sua azione politica. Chi va matto per le inaugurazioni ma non ama le manutenzioni.  Chi vuole il cambiamento dell’universo mondo però poi tiene in (stentata) vita le province. Chi è per la partecipazione democratica delle masse ma vota il governo tecnico. Quelli che detestano il defunto dittatore libico ma non gli onorevoli viventi  dittatori cinesi, nord-coreani, cubani, turchi, iraniani, somali etc. Quelli che ogni immigrato è una risorsa”. Quelli  che ieri lodavano  l’austerità e oggi la sobrietà, comodamente seduti al  generoso restaurant Montecitorio o in villa di proprietà a Capalbio. Chi da magistrato e poi da politico tira due paghe per il lesso, stando puntualmente con la ragione e mai col torto Quelli che hanno la vocazione maggioritaria. Quelli che l’omosex è bello e il bunga bunga è brutto. Quelli che si sentono più europei che piacentini. Quei comici che fanno i politici e quei politici che  comici lo sono di natura. Chi non vuole votare col porcellum ma neanche col mattarellum ma poi obtorto collo dicono sì al rosatellum. Chi dice “noi piacentini” e crede che San Bonico sia in montagna. Chi era veramente convinto che le sole dimissioni di Berlusconi valessero 250 punti di spread. Chi abbia detto, pensato o scritto che Giorgio Bocca era un grande giornalista di sinistra, mai stato razzista. Chi era entusiasta dell’Ato perché le tariffe di rudo e acqua sarebbero calate. Chi, da qui alla elezioni, intasa facebook di quisquiglie solo  per dire che c’è anche lui. Chi invita - gli altri -  a fare un passo indietro. Chi pensa che il nostro debito pubblico lo abbiano fatto  gli svizzeri  e che le difficoltà di Banca Etruria risalissero agli etruschi. Chi - governando Berlusconi - strepitava di voler tassare duramente le grandi rendite finanziarie. Chi ha fuso ASM spa in ENIA spa, ENIA spa  in IREN spa, e ora pensa di fondare IREN spa in A2A,  sempre ovviamente in nome della partecipazione popolare. Chi ha migliorato l’ambiente, l’occupazione e la sicurezza  mentre le classifiche annuali, l’Istat e i cittadini la raccontano diversamente. Chi tassa e tartassa parlando di manovra mentre quando tassano gli altri la chiama stangata. Chi fa le manovre e non vuole che si parli al manovratore. Chi non permette agli italiani di spendere mille euro in contanti ma non eccepisce sul fatto che ciascuno dei diecimila cinesi di Roma mandi mediamente 78.000 euro l’anno (2.600 euro al mese!) nel paese del Sol Levante col sistema del money transfer (praticamente in contanti). E allora? Allora, dopo certosina valutazione, non resta che affidarvi al cosiddetto “voto consapevole”.

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