I furti e le pene a Piacenza ai tempi della Gigiassa
Leggo del tunisino ladro e spacciatore pluricondannato, pluriespulso, che girava tranquillo per Piacenza e che - fermato di nuovo - ha finto di dar fuori da matto sfottendo pure le forze dell'ordine. Mi viene da fare un raffronto con le tipologie di furti e pene al tempo della duchessa Luisa Maria (la Gigiassa).
Dal tribunale di Piacenza del 1855:
- furti notturni in abitazioni o dipendenze o botteghe, mediante scalamento, rotture esterne o chiavi false: 44 condanne per un totale di 137 anni di lavori forzati e 48 anni di reclusione;
- furti su frutti pendenti o al suolo: 2 condanne per 3 anni di lavori forzati e 3 anni di reclusione;
- furti di bestiame grosso e minuto: 3 condanne per 18 anni di lavori forzati;
- furti professionali: 10 condanne per 42 anni di lavori forzati e 9 anni di reclusione (1 mulattiere, 1 bigonciaio, 1 sacrestano, 1 sarto, 1 famiglio, 1 procaccia, 3 domestici, 1 muratore).
Secondo Benedetto Croce la storia è sempre storia contemporanea, quindi ciascuno raffronti i dati di cui sopra ai giorni nostri. Poi consideri ciò che vuole.