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Venerdì, 29 Marzo 2024
Piacenza Nostra

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A cura di Cesare Zilocchi

I furti e le pene a Piacenza ai tempi della Gigiassa

Leggo del tunisino ladro e spacciatore pluricondannato, pluriespulso, che girava tranquillo per Piacenza  e che - fermato di nuovo  - ha finto di dar fuori da matto sfottendo pure le forze dell'ordine. Mi viene da fare un raffronto con le tipologie di furti e pene al tempo della duchessa Luisa Maria (la Gigiassa).

Dal tribunale di Piacenza del 1855:  

- furti notturni in abitazioni o dipendenze o botteghe, mediante scalamento, rotture esterne o chiavi false: 44 condanne  per un totale di 137 anni di lavori forzati e 48 anni di reclusione;

- furti su frutti pendenti o al suolo: 2 condanne per 3 anni di lavori forzati e 3 anni di reclusione;

- furti di bestiame grosso e minuto: 3 condanne per 18 anni di lavori forzati;

- furti professionali: 10 condanne per   42 anni di  lavori  forzati e  9 anni  di reclusione (1 mulattiere,  1 bigonciaio,  1 sacrestano,  1 sarto, 1 famiglio, 1 procaccia, 3 domestici,  1 muratore). 

Secondo  Benedetto Croce la storia è sempre storia contemporanea, quindi ciascuno raffronti i dati di cui sopra ai giorni nostri. Poi consideri ciò che vuole.

I furti e le pene a Piacenza ai tempi della Gigiassa

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