Il collegio San Vincenzo, le sue vicende storiche e la sua ristrutturazione
La sua storia si può dire abbia avuto inizio con il conte monsignor Domenico Cigala Fulgosi
" Ho dedicato, anni fa, lunghi periodi di studio e di lavoro, per fissare sulla carta la Piacenza popolaresca delle vecchie borgate. Mesi e mesi chiuso in biblioteca ed altri nelle osterie, in circoli ed associazioni, per farmi narrare dagli anziani personaggi ed avvenimenti di un mondo già svanito. Nei loro racconti tutta la ritrosia, quasi pudicizia, nel parlare di una società reietta, di estrema povertà, di uomini duri, quasi scolpiti nella roccia che il tempo inclemente aveva sgretolato, ma di cui permaneva ancora il ricordo, nel loro cuore. Oggi, di fronte alla proposta di raccontare di questa Piacenza completamente svanita nell'oblio del tempo, sono stato inizialmente restio, perché mi rendo conto, passeggiando nelle vie, che nulla è rimasto, se non i fantasmi dei ricordi trasmessi o appena afferrati, nella mia fanciullezza, mentre già stavano svanendo. Ma poi ho riflettuto ricordando il giorno in cui ho condotto mio figlio in giro per quelle vecchie borgate, ritrovando il gusto di consegnargli il ricordo (se lo accetterà) di una realtà che non trovavo giusto svanisse completamente; soprattutto quei valori di probità e solidarietà in cui credeva questa gente rude e resa aspra dalla vita. Così, con nuovi e diversi strumenti di comunicazione, on line, proverò a raccontare di nuovo Piacenza com'era una volta, il suo vero humus popolare. Ma so già che mi rimarrà di tutto questo, inevitabilmente, parafrasando il poeta… ""la rimembranza acerba!"" "
La sua storia si può dire abbia avuto inizio con il conte monsignor Domenico Cigala Fulgosi
Il Collegio Morigi nasce con Regio Decreto dell'8 maggio 1868, con la finalità “per l’Istruzione ed Educazione della Gioventù maschile”, a seguito della volontà testamentaria dell’esimio Dott. Prof. Giacomo Morigi, datata 1 settembre 1855. Il fondatore del Collegio, Prof. Dott. Giacomo Morigi...
L’ultima puntata della storia di Bernardo Barbiellini Amidei, che trovò la morte sui monti dell’Albania
Dal 1922 alla morte prematura in guerra (medaglia d’oro al valor militare), Barbiellini Amidei finisce molte volte “dalla polvere all’altare”
La guerra aveva dunque messo a durissima prova l’economia piacentina
Venne definito il “il fascista del dissenso”, ma anche come il “socialista in camicia nera”, perché così lo chiamarono i suoi camerati per il popolare slancio altruistico che mostrò sempre verso gli indigenti