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Martedì, 16 Aprile 2024
Piacenza, una storia per volta

Piacenza, una storia per volta

A cura di Giuseppe Romagnoli

Gigi Del Papa, cantautore e ballerino della Piacenza degli anni ’30

Il fenomeno dei cantautori non è dunque prerogativa del periodo che va dagli anni ‘60/’70, ma ebbe modesti ed oscuri pionieri nelle piccole città di provincia già negli anni ‘30, fiori nella penombra delle prime orchestrine all’aperto, nelle piste da ballo dei rioni popolari, nei ritrovi danzanti organizzati nelle sedi di società sportive. La storia di Gigi Del Papa, in arte "Gigi Marturano"

Rievochiamo un altro personaggio della nostra Piacenza popolaresca, un fantasista, un cantautore ante- litteram, deus ex machina di feste, protagonista in teatrini, circoli ricreativi e locali da ballo che rispondeva al nome di Gigi Del Papa, in arte Gigi Marturano.Gigi Del Papa-3

Il fenomeno dei cantautori non è dunque prerogativa del periodo che va dagli anni ‘60/’70,  ma ebbe modesti ed oscuri pionieri nelle piccole città di provincia già negli anni ‘30, fiori nella penombra delle prime orchestrine  all’aperto, nelle piste da ballo dei rioni popolari, nei ritrovi danzanti organizzati nelle sedi di società sportive dai nomi illustri come la Robur o il Motoclub o magari nelle palestre ginniche come la Salus et Virtus dove giovanotti muscolosi in brachette scure, maglie zebrate e mustacchi a tortiglioni tirano alla boxe, sognando di rinverdire i fasti del celeberrimo Carnera.

Erano i tempi delle follie generazioni del jazz in America e mentre oltre Oceano si ballava con questi ritmi, in Italia si cantava a passo di marcia; il Fascismo abituava gli italiani alle ariette svelte ed orecchiabili, agli inni rudi. Ma la musica bandistica del regime non poteva certo soffocare la vocazione melodica del popolo, la sua ansia d’evasione sull’onda dei sentimenti canori.

Mandolini, fisarmoniche e chitarre accompagnavano le danze nelle vecchie “balere” delle periferie e dei sobborghi, sotto i pergolati, nei cortili dei circoli dell’O.N.D. (Opera nazionale dopolavoro). Anche a Piacenza le orchestrine popolari e quelle della società elegante ripetevano i motivi di gran voga, da “Lucciole vagabonde” a “Valencia”; si ballava anche nei vecchi locali cinematografici, soprattutto nel “salone rosa” del teatrino “Verdi” di rione Taverna (di cui abbiamo recentemente trattato), famoso per le riviste musicali, per certe memorabili esibizioni d’arte varia.

A Carnevale si tenevano i grandi veglioni danzanti; si suonò e si ballò un genere ritmico nuovissimo: il charleston, specialità di molti “stucchèin” nostrani.

 

Gigi Del Papa, cantautore e ballerino della Piacenza degli anni ’30

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