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Martedì, 19 Marzo 2024
Piacenza, una storia per volta

Piacenza, una storia per volta

A cura di Giuseppe Romagnoli

I nomi strani di strade, vicoli e cantoni: Cantòn dal Guast e Cantòn ‘dla Puvartà

Procediamo ora (e per altre puntate), ad un elenco che, ovviamente, non vuole essere esaustivo, ma evidenzia nomi e Cupola Benedettine-2denominazioni più curiose o meno conosciute

Piazza del Comune. E’ l’attuale Piazza Duomo. La guida del Rapetti qui specifica che, quando non era ancora aperta Piazza Cavalli, era detta in tal modo, ma anche Piazza Pubblica e Piazza della Chiesa maggiore.

Chiostri del Duomo. Così chiamati perché anticamente le case adiacenti alla Cattedrale erano abitate dai canonici e prebendari, comprese nell’isolato circoscritto delle vie Pace, Prevostura, S. Salvatore (ora Scalabrini), Cantone Prevostura.

S. Eufemia. E’ una strada che prende il nome dalla chiesa ivi esistente dal 1° secolo dopo il Mille, quando furono rinvenute le spoglie della santa.

Cantone Caccialupo. Va sfatata certa leggenda secondo cui in quella strada si desse la caccia a qualche lupo feroce. Essa prende nome pubblicità3-2da Caccialupo, zecchiere del Duca Odoardo Farnese.

Vicolo Cortazza. Pare da una larga corsia, circo od arena dove i soldati si esercitavano al corso. Due tratti ad angolo retto che uniscono le vie S. Sisto e Borghetto. Il primo era detto un tempo “Della Baruffa”, il secondo “dei Falconi”

Vicolo Del Consiglio. Così chiamato perché durante il dominio dei Farnese e dei Borboni, aveva sede nel Palazzo Landi il Consiglio supremo di giustizia. Per motivi logistici lo si definiva anche Vicolo del tribunale.

Cantone Lampugnani. Detto popolarmente anche di “Spasacamèi” forse perché fu luogo di attività o di dimora di pulitori di cappe fumarie. Congiunge via Calzolai con via Mazzini ed assunse tale nome perché vi risiedevano i nobili Lampugnani, nell’edificio di proprietà dei conti Barattieri. Ebbe molta notorietà ai tempi delle “case di tolleranza” (di cui abbiamo già trattato ndr.). Vi sorgeva infatti uno dei postriboli di civettuolo richiamo “floreale”.

Cantone delle Asse. Congiunge via Beverora (zona che dobbiamo ancora trattare nel nostro blog...ci arriveremo) con via Castello. Quelle asse, più propriamente dette “palancole”, ossia tavoloni, erano travi spianate poste di traverso su un canale e consentivano il passaggio dei pedoni. Erano collocate appunto sul Canale Beverora che ancora agli inizi del ‘900 scorreva a cielo aperto in quella località.

Vicolo Benedettine (da non confondersi con l’omonima via) ora Vicolo del Guazzo, piazzaletto dell’attuale via Angelo Genocchi dove sorgeva l’antichissima chiesa di S. Agnese demolita nel 1919 dedicata ai pescatori e traghettatori del Po (di cui non sono mai riuscito a trovare una foto!!). Si prolungava fino al Cantone dei Buffalari così chiamato perché vi erano un tempo tenuti i bufali con cui si solcava il letto dei torrenti. pubblicità2-2Chiamasi Del Guazzo perché si dice (alcune guide lo confermano, altre no) vi fosse un lavatoio.

Chiudiamo questa panoramica con Molineria S.Andrea vicolo che congiunge “Strà Nova”, ultima propaggine di via Mazzini con via Campagna. Qui doveva esserci un molino, scorrendovi nei secoli passati un rivo detto “Piccinino”. La chiesa di S. Andrea demolita anni fa (per far posto ad un condominio) diede poi il nome al vicolo che sfocia in via Taverna, una specie di nostrano “carruggio” che allora, con tipica locuzione popolaresca, era indicato come “Cantòn ‘d Bigi” perché all’inizio del ‘900 vi si insediò la fonderia Giovanni Biggi sull’area stessa dove furono rasi al suolo, all’epoca della dominazione napoleonica, la chiesa dell’Annunziata e l’omonimo monastero, allargando così lo spazio ortivo già allora ubertoso.

I nomi strani di strade, vicoli e cantoni: Cantòn dal Guast e Cantòn ‘dla Puvartà

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