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Venerdì, 19 Aprile 2024
Piacenza, una storia per volta

Piacenza, una storia per volta

A cura di Giuseppe Romagnoli

Il centro storico, isola dorata del potere economico

Così ancora una volta la vita, i costumi, le attività socio-economiche del centro storico e dei suoi paraggi urbani, l’affidiamo come di consueto alle testimonianze carpite avidamente da tante persone anziane che ho avuto la fortuna di incontrare e “catturarne” i ricordi

Abbiamo girato per vie, vicoli e cantoni della nostra città che continuiamo ad amare a dispetto di tutto ciò che ne ha snaturato l’humus originario, ma suppongo che siano avvenuti gli stessi mutamenti per grande parte di quelle del nostro “bel paese”. Il drammatico (il termine va comunque interpretato in un’accezione meno cruda) sta nel fatto che per decenni i cambiamenti sono stati più lievi, a volte impercettibili, poi quasi improvvisamente, dagli anni Settanta, sono stati molto più rapidi e la società si è rapidamente rimescolata. Usi e costumi sono diventati diversi, la gente è mutata, il modo di rapportarsi pure, i costumi di vita si sono radicalmente modificati.

Ora i distacchi generazionali sono molto più brevi, mentre nel passato il passaggio era assai più cadenzato. Per questo nel trattare di avvenimenti, luoghi e persone vissute nella prima metà del Novecento, pare ci separino addirittura dei secoli. Così ancora una volta la vita, i costumi, le attività socio-economiche del centro storico e dei suoi paraggi urbani, l’affidiamo come di consueto alle testimonianze carpite avidamente da tante persone anziane che ho avuto la fortuna di incontrare e “catturarne” i ricordi, esattamente così come abbiamo scritto in tante puntate del nostro blog.

Certo qualche attività per fortuna è ancora presente, ma quasi tutto il resto è svanito. Un esempio per tutti: via Calzolai (già via Re Umberto). Pullulava di vita, di attività, di gente che vi abitava. Provate ora a percorrerla sul far della sera. E’ così per quasi tutto il centro storico, ad onta dei tentavi di risvegliarlo. Come la “bella addormentata” Piacenza è ancora in attesa del bacio di un principe. Ma tutto questo non è compito del nostro blog, anche se viene naturale la tentazione per qualche considerazione più attuale.

La vita, i costumi, le attività socio-economiche del centro storico e dei suoi paraggi urbani erano ancora nei vividi ricordi e nelle reminiscenze delle generazioni che assistettero alla scomparsa di anacronistici mezzi di trasporto sostituiti dai tram elettrici in epoca giolittiana.

Banca Piacenza storica-2

Tutte le destinazioni facevano capo al centro dove emergevano, oltre alle case gentilizie di retaggio terriero, i gruppi della nuova borghesia capitalistica imprenditoriale, i ceti medi e piccolo-borghesi costituiti dai mini-proprietari, dai liberi professionisti, commercianti, operatori aziendali impegnati a convertire la produzione delle vecchie strutture artigianali su un piano industriale; ed ancora i ceti impiegatizi di nuova formazione tecnico-burocratica.

In epoca giolittiana nacquero e prosperarono con un rispettivo status-symbol, ossia con i ruoli di vario e composito prestigio sociale, i ceti centroblog-2del “benessere” durante la “belle epoque” , in contrapposizione al tenore di vita, agra e travagliata dei popolani delle borgate limitrofe che ruotavano, quasi come satelliti, attorno al centro, fulcro del potere civico.

Come nei secoli precedenti, le principali attività istituzionali erano negli anni Venti concentrate nel centro storico (come lo sono in parte tutt’ora, certo più difficilmente raggiungibili dai cittadini) e nelle immediate vicinanze. Oltre alla sede del Municipio, si trovavano ubicate quelle della Prefettura, del Comando divisionale militare, dell’Intendenza di Finanza, della Delegazione del tesoro (ora Banca d’Italia), della Direzione delle Poste in via Garibaldi, dei vari istituti scolastici, della Camera di Commercio, della Cattedra ambulante di Agricoltura, del Consorzio Agrario, di quasi tutti gli istituti di credito, dei collegi professionali, delle associazioni benefiche, sportive e ricreative. Ed ancora: i complessi alberghieri degli hotel S. Marco, Croce Bianca, Italia, gli alberghi Cappello, Cavalletto, Due Cervi, Leon d’oro e le associazioni assistenziali Croce Rossa e Croce Bianca.

 
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