rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Piacenza, una storia per volta

Piacenza, una storia per volta

A cura di Giuseppe Romagnoli

Il centro storico, isola dorata del potere economico

Così ancora una volta la vita, i costumi, le attività socio-economiche del centro storico e dei suoi paraggi urbani, l’affidiamo come di consueto alle testimonianze carpite avidamente da tante persone anziane che ho avuto la fortuna di incontrare e “catturarne” i ricordi

Dal contesto del centro storico, ad eccezione di alcune diramazioni viarie fra cui via Calzolai e collaterali vicoli e cantoni, furono esclusi i ceti sottoproletari e le rispettive attività ad economia povera o di infimo rango popolaresco. E’ facile presumere che l’indole e le caratteristiche dei mestieri sottosviluppati come quelle dei “magnàn”, dei “tolar”, degli “strasèi”, dei rivenduglioli non avessero dignità e decoro di esercizio nello scenario aulico della comunità forense. Ad un’ideologia classista improntata all’etica del perbenismo, del conformismo d’etichetta nobiliare, borghese e sottoborghese, potremmo riferirci per una più complessa interpretazione della realtà sociale che caratterizzò il centro urbano ed i cosiddetti “quartieri alti” della nostra mondanità di rispetto e di prestigio, le cui componenti si distinguevano perfino nella parlata dialettale.

Forse fu proprio nella fase di declino della “belle epoque”, alle soglie della 1° guerra mondiale, che si affievolì ed esaurì l’ideologia via Calzolai-4popolare post-risorgimentale di filone liberaldemocratico e laico- progressista la quale ebbe i suoi focolai attivistici nel periodo aureo della massoneria illuminata, umanitaria e filantropica, a cavallo dei due secoli. La massoneria piacentina con le sue numerose logge, costituì una solida roccaforte contro le risorgenti velleità del potere temporale della Chiesa, del clericalismo antimodernista arroccato nelle confraternite di retaggio fideistico, nelle strutture statutarie delle opere pie e di carità pubblica, ma andò via via perdendo l’originario mordente anche a causa dell’abolizione delle “società segrete” decretata nel 1925 dal Fascismo il quale, nel febbraio del 1929, sottoscrisse i gravosi “patti lateranensi”.

Annus horribilis per l’economia statunitense e mondiale per poi riverbarsi nel 1932 con il fallimento di quattro banche piacentine. Ma l’economia piacentina era vivace ed illuminata. Pochi anni dopo, nel 1936, nei locali della Banca Commerciale italiana, subentrò la Banca di Piacenza con la denominazione di Società Cooperativa popolare. Fu costituita il 23 giugno di quell’anno con l’apertura dei primi sportelli nei locali che furono della Federazione dei Consorzi agrari in via Mazzini.

La sua storia si può tracciare in una rapida carrellata: il 1° ottobre 1936, il n.h cav. Carlo Fioruzzi capo del Comitato promotore che costituì l’ente finanziario con compiti istituzionali indirizzati a preminente attività socio-popolare, venne riconosciuto come fondatore della Banca di Piacenza in seguito alla scomparsa di Desiderio Rizzi che, nell’atto costitutivo, aveva assunto con spirito pionieristico, il timone della società cooperativa.

Nel maggio del 1937 la presidenza effettiva venne assunta dal n.h dott. Giacomo Fioruzzi (già vicepresidente nell’atto costitutivo) il quale conservò la responsabilità del mandato, svolto con probità e realismo operativo, fino al marzo 1954. Nel frattempo l’istituto che era passato con encomiabile oculatezza e lungimiranza, nel crogiolo della guerra ed i difficili anni della ricostruzione, divenne protagonista della realtà economica e finanziaria piacentina con rinnovato slancio promozionale. Il 21 aprile del 1954 al dottor Fioruzzi successe il comm. Luigi Lodigiani poi ritiratosi nel 1966 per i molteplici impegni di attività imprenditoriale; dopo di lui la presidenza fu assunta dall’avv. Francesco Battaglia, quindi dall’avvocato Corrado Sforza Fogliani. Ci limitiamo a citarli, solo perché il nostro excursus si è sempre posto limiti temporali abbastanza precisi.

(prosegue)

Si parla di

Il centro storico, isola dorata del potere economico

IlPiacenza è in caricamento