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Venerdì, 29 Marzo 2024
Piacenza, una storia per volta

Piacenza, una storia per volta

A cura di Giuseppe Romagnoli

Il tempio del “Dio mestolo” nell’antica trattoria della Posta

Il giornalista Guido Fresco lo definì “il tempio del Dio mestolo”: era il locale di una laterale di via Roma. Qua, in via San Giuliano, fin dal 1800 era collocata l’antica trattoria della Posta

La società funzionò a pieno regime dalla fondazione (1934) fino al 1942, data della sua penosa sospensione di guerra. “Negli anni- scriveva Fresco- ha tenuto alti gli ideali della sua bandiera bianca: la tovaglia si intende, robusta “nei pericoli”, invitta nelle “battaglie”. L’odiosa guerra la costrinse ad una penosa sosta; il mestolo fu riposto nel malinconico cassetto di un armadio a sognare il profumo degli agnolotti, vittima di una tessera alimentare, povero Dio domestico relegato nell’ordine di penitenza e carestia bellica. Nel cielo, notte e giorno, solo il rombo cupo e dirompente della paura e della morte. Ma il sereno doveva alfine tornare e con esso un po’ di quiete e con la quiete, la farina americana, il grana ed il parmigiano a profumare nelle vetrine e nei banchi del mercato e con essi la splendida fioritura degli agnolotti. Cosa aspettate? a rimettermi in funzione, gridò la vocina del Dio mestolo? Il primo ad udirla fu il solerte Ferdinando Astorri che suonò la diana del raduno e la signora Ermelinda si rimboccò le maniche, ma per confezionare degli agnolotti grossi così!”.

Nino Massari che con il tenore Gianni Poggi era presidente onorario della confraternita gastronomica, vergò l’auspicio: “Alto il morale! Il 1949 vedrà il mestolo più forte di prima” e l’albo dei soci si riempì di nuovo. Il cuore del “fante di coppe” (Giuseppe Morelli) ex sergente della 1° guerra mondiale- chiosava Fresco- sussultò d’antica passione. Alzò con solennità il mescolo come fosse uno sciabolone contro gli austriaci e suggerì il motto “non bere è anormale, bere è sociale, bere troppo è da maiale”, facezia che doveva figurare sulle tessere”. Il nuovo presidente effettivo fu Giuseppe Gasparini, il segretario Pietro Motta, i consiglieri Francesco Dall’Ara, Vincenzo Freschi, Carlo Confalonieri, Alessandro Cravedi nonché il cassiere Lombardelli. Ma le donne furono escluse; annesse solo in occasione di particolari cene. L’unica necessariamente accettata nel sodalizio fu la signora Ermelinda, addetta alla confezione degli anvèi di gran classe.

Il tempio del “Dio mestolo” nell’antica trattoria della Posta

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