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Piacenza, una storia per volta

Piacenza, una storia per volta

A cura di Giuseppe Romagnoli

La Vittorino da Feltre e la Nino Bixio: oltre cent’anni di sport sul grande fiume. Gli anni d’oro della Vitto con i “gasusèi”

La Vittorino ebbe il suo smagliante ed irripetibile periodo d’oro negli anni che vanno dal 1927 al 1932 e che diedero ai suoi formidabili equipaggi, passati ormai alla leggenda, svariati titoli italiani ed europei: alle Olimpiadi di Amsterdam nel ’28 ed alle famose regate di Henley, con gli armi dei “due senza” e dei “quattro senza” e dell’outrigger a otto con timoniere

Seconda parte

La Vittorino ebbe il suo smagliante ed irripetibile periodo d’oro negli anni che vanno dal 1927 al 1932 e che diedero ai suoi formidabili equipaggi, passati ormai alla leggenda, svariati titoli italiani ed europei: alle Olimpiadi di Amsterdam nel ’28 ed alle famose regate di Henley, con gli armi dei “due senza” e dei “quattro senza” e dell’outrigger a otto con timoniere. Questi i nominativi dei magnifici ed indimenticabili protagonisti dello sport del remo, immortalati dall’epoca delle “rosse casacche”: Cesare Rossi, Cesare Freschi, Umberto Bonadè, Paolo Gennari, Medardo Lamberti, Arturo Moroni, Vittore Stocchi, Giuseppe Carubbi, Amilcare Canevari, Medardo Galli, Gaetano Lamberti, Benedetto Borella, Angelo Polledri, Dante Achilli. sincustodeNinoMontanari-2

Questi armi assumevano di volta in volta nomi suggestivi e pittoreschi come “diavoletti, aquilotti, gazosini”, appellativi che si ricollegavano, non solo idealmente, ai “cippelimerli”, vittoriosi nei campionati italiani di jole a 4 nel 1920, oppure agli anonimi, ma intrepidi vogatori che, nella piana del Po del maggio 1926, si erano prodigati in modo ammirevole in soccorso alle popolazioni colpite dall’inondazione.

In quell’occasione meritarono un’attestazione sulla quale era scritto:” per avere con abnegazione e disprezzo del pericolo, confermando l’elevato valore della disciplina remiera, portato con i suoi canottieri valido soccorso ai pericolanti travolti dalle acque del Po”. Nella scia dei grandi armi del periodo aureo si costituì ed affermò in epoca più recente, prima dell’ultimo conflitto, un equipaggio che gareggiò con onore sui campi di regata di tutt’Italia, conquistando significative affermazioni anche in regate a carattere internazionale e che per mera sfortuna mancò più radiosi traguardi. Trattasi dell’equipaggio ad “otto vogatori con timoniere” con capovoga Willy Sgorbati, composto da Olivo Galli, Peratici, Angelo Cravedi, Avanzini, Guido Gobbi, Taschieri. Timoniere Pisaroni.

camnpeuropa'31-2Infine per la Vitto, sempre nell’arco temporale che prendiamo in esame, va ricordato che nel 1955 un equipaggio composto da Lamberto Lamberti (figlio del grande Medardo capovoga dell’otto campione d’Europa ed Olimpionico ad Amsterdam), Cammi, Ceruti e Barbattini, conquistava il campionato italiano juniores del quattro senza. Fu l’ultimo di quel periodo che chiuse quell’epoca. 4conBimbiNino-2

Con la Nino, è risaputo, ci fu sempre grande ed accesa rivalità. La data d’origine della “Nino Bixio” non è invece così provata, ma è solo una questione, rispetto alla Vitto di pochi anni. I più ritenevano che fosse sorta nel settembre 1883, mentre è documentata al 1884 la pubblicazione dello statuto societario, edito in quell’anno dalla Topografia Marchesotti, gestita dal noto poeta vernacolo Agostino (Maccari al savatèi).

Vi si leggeva testualmente che “un comitato costituito dal prof. Cav. Bernardino Massari, Luigi Devoti, Giuseppe Copelli, Ettore Zangrandi, Angelo Ferrari, Cesare Guglielmetti, Ferruccio Massari, Alberto Milza, Vittorio Porta, istituì a Piacenza una società interprovinciale padana che si denominava “Società canottieri Nino Bixio”.

Venivano elencate le finalità sociali, tra cui il soccorso in occasione delle piene del Po ed una sorta di prelazione militare per il Genio Pontieri in occasione delle leva. Vi si precisava che la bandiera era quella nazionale inquartata con il distintivo della Croce Rossa. Venivano poi precisate le quote sociali e le distinzioni tra soci ordinari e quelli benemeriti.

Nel consiglio direttivo del 1884 venne eletto presidente Massari e consiglieri il conte Marazzani, Giuseppe Copelli, Ettore Zangrandi Luigi Faustini. La sede del sodalizio distrutta dai bombardamenti della 2° guerra mondiale venne ricostruita dall’indimenticato capitano d’industria Luigi Tononi, un fabbricato sempre con i “piedi a bagnomaria sul grande fiume”. La società nata remiera, mantenne per molti anni l’onorato blasone, poi dopo un periodo di decadenza, riprese vigore in questa disciplina negli anni Sessanta grazie all’indimenticabile “gazosino” Paolo Gennari che abbandonato con clamoroso gesto di contestazione la società di origine, la Vitto (che aveva tralasciato in quegli anni l’attività remiera), aveva scelto una nuova bandiera. Così il coppiere si riempì di trofei che si aggiunsero a quelli conseguiti in precedenza tra cui si ricorda la partecipazione dell’armo dell’otto invitato nel 1923 alle celebri regate di Henley. Se tuttavia la Nino non ottenne i prestigiosi traguardi della Vitto nel remo, negli anni Sessanta divenne fulcro nell’attività tennistica, ospitando nel 1967 l’incontro Italia- Lussemburgo di Coppa Davis. L’attività delle due “consorelle” prosegue ancora oggi, ma questo non è argomento delle nostre ricostruzioni socio- popolaresche.

La prima parte

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