Com’era un Ferragosto a Piacenza di tanti anni fa
L'isolotto Maggi era la “Rimini” di tutti i piacentini, allora nessuno andava in Trebbia. Quella lingua di sabbia bianca, pulitissima, era il mare “nostrum”
" Ho dedicato, anni fa, lunghi periodi di studio e di lavoro, per fissare sulla carta la Piacenza popolaresca delle vecchie borgate. Mesi e mesi chiuso in biblioteca ed altri nelle osterie, in circoli ed associazioni, per farmi narrare dagli anziani personaggi ed avvenimenti di un mondo già svanito. Nei loro racconti tutta la ritrosia, quasi pudicizia, nel parlare di una società reietta, di estrema povertà, di uomini duri, quasi scolpiti nella roccia che il tempo inclemente aveva sgretolato, ma di cui permaneva ancora il ricordo, nel loro cuore. Oggi, di fronte alla proposta di raccontare di questa Piacenza completamente svanita nell'oblio del tempo, sono stato inizialmente restio, perché mi rendo conto, passeggiando nelle vie, che nulla è rimasto, se non i fantasmi dei ricordi trasmessi o appena afferrati, nella mia fanciullezza, mentre già stavano svanendo. Ma poi ho riflettuto ricordando il giorno in cui ho condotto mio figlio in giro per quelle vecchie borgate, ritrovando il gusto di consegnargli il ricordo (se lo accetterà) di una realtà che non trovavo giusto svanisse completamente; soprattutto quei valori di probità e solidarietà in cui credeva questa gente rude e resa aspra dalla vita. Così, con nuovi e diversi strumenti di comunicazione, on line, proverò a raccontare di nuovo Piacenza com'era una volta, il suo vero humus popolare. Ma so già che mi rimarrà di tutto questo, inevitabilmente, parafrasando il poeta… ""la rimembranza acerba!"" "
L'isolotto Maggi era la “Rimini” di tutti i piacentini, allora nessuno andava in Trebbia. Quella lingua di sabbia bianca, pulitissima, era il mare “nostrum”
La “Bandȇta” era la donna custode dei gabinetti pubblici che aveva pure l’incarico di dare il becchime ai piccioni della piazza
A Piacenza si distinsero, oltre ai più noti Vincenzo Capra, Agostino Marchesotti e Valente Faustini, anche altri autori
I suoi personaggi sono reali, vivono la loro vita di contadini alle prese con le vicende quotidiane ed i comuni avvenimenti della vita
Il suo amore per Piacenza si riverbera sulle cose belle della città, sia grandi che piccole
Con questo pseudonimo il poeta manifestò un affetto palese verso la nostra città alla fine dell'Ottocento