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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Allarme caos climatico: il 22 aprile ricorre la giornata mondiale della Terra

«Ci deve essere un modo migliore per fare le cose che vogliamo, un modo che non inquini il cielo o la pioggia o la Terra»

 E' la più grande manifestazione ambientale del pianeta; nata il 22 aprile 1970 per sottolineare  la necessità  della conservazione delle risorse naturali  della Terra. L'Earth day è diventato un evento internazionale celebrato in più di 174 paesi del mondo, atto a promuovere la sostenibilità delle politiche ambientali. Recentemente, anche i giovani si sono mobilitati in un’iniziativa mondiale per richiedere  che vengano  rispettati gli impegni presi a Parigi  nel 2015, con l'Accordo  sul clima.

Dalla pubblicazione del rapporto ONU sull'ambiente (Geo, Global  environmental  outlook) emergono nuovi pesanti allarmi. Il cambiamento climatico è reale e la febbre colpisce la Terra, gli oceani, l'aria, la fauna e la flora. La scienza parla di un riscaldamento medio del Pianeta dovuto ai comportamenti umani e che sta accelerando.

I dati e le analisi provengono da un monitoraggio a livello internazionale  e multidisciplinare.  L'Italia, con 90.000 morti all'anno, ha il primato europeo di decessi prematuri legati allo smog. Serve un nuovo modo di produrre energia, che sia rinnovabile e la necessitàà di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto alla temperatura media  globale  dell'era preindustriale, prima cioè, che  l'umanità  iniziasse  a bruciare  carbone,  petrolio e gas, facendo salire  i livelli di  anidride carbonica nell'atmosfera.

Circa un quarto delle morti premature e delle malattie nel mondo vengono attribuite  ai  numerosi danni ambientali:  emissioni  inquinanti nell'atmosfera, emissioni di  sostanze chimiche  che contaminano l'acqua  potabile e la distruzione  accelerata degli ecosistemi  fondamentali.   La temperatura dell'Artico potrebbe salire di 3 - 5 gradi entro il 2050, con effetti potenzialmente devastanti e i cambiamenti climatici e le siccità prolungate mettono a rischio le coltivazioni.

Di recente, un grosso blocco di ghiaccio si è staccato dal ghiacciaio Breidamerkurjokull in Islanda, frequente meta di turisti. Il crollo della grande massa di ghiaccio in mare, ha provocato uno tsunami con onde che sono arrivate fino alla riva e hanno costretto i turisti alla fuga. Anche la plastica sta distruggendo i nostri mari. Una recente mareggiata nei giorni scorsi, ha riservato una brutta  sorpresa agli abitanti e ai turisti  di Tenerife nelle Canarie.  La spiaggia di  Playa Grande  è stata ricoperta  da chili  di plastica e microplastica.

I numeri secondo gli scienziati, pubblicati nel rapporto Geo, sono così rappresentati:

- 6 milioni i morti, ogni anno, causati dall'inquinamento  atmosferico;

- 25% la percentuale delle malattie e delle morti premature causate dall'inquinamento e dalle cattive condizioni  ambientali;

- 1,4  milioni le persone sulla Terra  che ogni anno muoiono per malattie  infettive e parassitarie a causa della mancanza di acqua potabile;

- 850 i disastri naturali, soprattutto alluvioni, inondazioni, frane, uragani e tempeste, avvenute a livello globale nel 2018;

- 70 millimetri è l'innalzamento del livello degli oceani provocato  dallo scioglimento  dei ghiacci, un processo che sembra accelerare;

- 26 milioni le persone che finiscono in povertà ogni anno, in seguito  a disastri naturali, secondo i dati elaborati dalla Banca mondiale.

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