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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Come distinguere l'anosmia da Covid-19

La perdita dell'olfatto (anosmia) che può accompagnare Sars-CoV-2 è unica e diversa da quella che si può manifestare durante altre infezioni virali, dal raffreddore, al morbillo

L'olfatto è un senso ancestrale che ci allerta delle situazioni di pericolo, da una fuga di gas al cibo avariato. La perdita dell'olfatto (anosmia) che può accompagnare Sars - CoV-2 è unica e diversa da quella che si può manifestare durante altre infezioni virali, dal raffreddore, al morbillo. Lo dimostra una ricerca effettuata su 30 volontari da Carl Philpott dell'Università dell'East  Anglia  in Gran Bretagna. Le persone prese in esame erano così divise: 10 con Covid 19, 10 con un forte raffreddore e 10 sane, senza sintomi di raffreddore  o  influenza o di infezioni batteriche, o altre malattie degenerative a carico del sistema nervoso.

La perdita dell'olfatto era molto più grande nelle persone affette da Covid-19, cioè, le stesse erano meno in grado di identificare gli odori.  Di solito si tratta di una perdita improvvisa e grave e non si accompagna a naso chiuso o a rinite. La maggior parte delle persone colpite da coronavirus può ancora respirare liberamente e sembra esistano caratteristiche specifiche che lo distinguono dagli altri virus respiratori.  Questo è importante - sostengono gli autori della ricerca -  perché significa che i test dell'olfatto e del gusto potrebbero essere utilizzati per separare  pazienti con Covid  e persone con un raffreddore o influenza. Un altro segno caratteristico della Covid - 19 sembra essere, insieme alla perdita dell'olfatto (anosmia), quella del gusto (ageusia). Anche in questo caso, le differenze tra la perdita del gusto dovuta a congestione nasale e il sintomo nel  coronavirus, sembrano abbastanza marcate, in particolare,  i pazienti affetti da Covid -19  con perdita del gusto  non sono in grado  di distinguere  tra  amaro e dolce. Gli esperti, sospettano che questo sia dovuto al fatto che il virus pandemico colpisce le cellule nervose direttamente coinvolte  con l'olfatto  e la sensazione  del gusto. Anosmia e ageusia sono sintomi che si presentano  in più della metà  dei  soggetti positivi. Gli autori della ricerca raccomandano chiunque abbia questi sintomi a sottoporsi al tampone rino-faringeo.

Nella maggioranza delle persone che si riprendono dalla malattia, i sensi dell'olfatto e del gusto, solitamente, ritornano normali entro poche settimane. Uno studio pubblicato su "Nature" che ha analizzato i disturbi riportati dai pazienti nel Regno Unito, ha calcolato che 6 positivi  su 10  hanno sofferto  di perdita dell'olfatto, in alcuni casi  associata ad alterazione  del gusto (disgeusia), ma  sono stati descritti  casi di anosmia, anche come unico segnale  di positività  al coronavirus. Un altro studio italiano  condotto dall'Università  Statale di Milano  e coordinato dal professor Massimo Galli,  Direttore del Dipartimento  di Malattie Infettive  dell'Ospedale   "L. Sacco"  ha dimostrato che, in realtà,  questi disturbi possono  rappresentare  campanelli di allarme  della infezione in arrivo, perché spesso vengono riportati  già nella fase precoce  della  malattia  e colpiscono soprattutto  giovani e donne. In alcuni individui, il disturbo permane più a lungo. Alcuni pazienti non perdono totalmente l'olfatto, ma percepiscono gli odori in modo sbagliato (parosmia).

Circa l'80% dei pazienti Covid  ha segnalato  di aver perso  la capacità  di percepire  gli odori; la maggior parte  recupera il senso dell'olfatto  entro, al massimo 2 due settimane, ma  sono stati evidenziati diversi casi  di individui che hanno  avuto problemi  con l'anosmia  o la parosmia per un periodo  più lungo (10-20% dei casi).

Il senso dell'olfatto è strettamente legato a quello del gusto  ed è per questo che per un po' di tempo, alcuni percepiscono come sgradevole l'odore e talvolta il sapore di alcuni alimenti.

Il problema è legato ai segnali contraddittori che i neuroni olfattivi inviano al cervello. Queste strutture nervose sono collocate nella parte alta  della cavità nasale  e sono poi  collegate  tramite una intricata  rete  di filamenti  al sistema nervoso centrale.

Anche nei casi più complicati, con il passare del tempo, la capacità  di percepire gli odori torna  gradualmente, man,  mano  che l'organismo  ripara i danni.

I tempi possono essere lunghi perché la rigenerazione delle strutture nervose  impiega  di solito  più tempo rispetto a quello di altri tessuti.

Nella fase di ripristino si possono avere sensazioni particolari che portano a percepire come sgradevoli odori, soprattutto se forti, come quello del caffè e del cioccolato fondente. Non è chiaro perché ciò avvenga, ma secondo i ricercatori potrebbe dipendere dalla complessità del nostro olfatto che si basa su almeno 350 tipi diversi di recettori, i cui  segnali  combinati insieme  consentono  al cervello di percepire un dato odore e di distinguerlo  da un altro, anche nel caso di  variazioni minime.

I malati di Covid -19 con anosmia o parosmia possono soffrire di ansia e depressione a causa di questa condizione che si aggiunge agli altri effetti della malattia.

In alcuni casi, il timore che la incapacità di percepire gli odori sia permanente, diventa una causa  significativa di depressione.

Come distinguere l'anosmia da Covid-19

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