Coronavirus, il test italiano
Impiega solo 2 ore e mezza per la diagnosi, distingue numerosi patogeni, inclusi altri coronavirus e riconosce la presenza del virus anche in persone asintomatiche
Anche l'Europa ha messo a punto il suo test diagnostico che risponde alle indicazioni della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). E' stato ideato dal Gruppo di Christian Drosten dell'Istituto di Virologia della Università Charitè di Berlino, la cui procedura è pubblicata sul sito www.eurosurveillance.org in un lavoro denominato "Detection of 2019 novel Coronavirus (2019-nCoV) by real - time RT.PCR". Lo ha messo a punto il Gruppo del Laboratorio di Virologia della Università di Padova diretto dal professor Andrea Crisanti, nell'ambito della rete di Laboratori europei ENVID (European Network for Diagnostics of Imported Viarl Dideases), specializzata nello studio dei "virus da importazione" come quelli della Febbre del Nilo occidentale e della Dengue. "Sono state utilizzate le nuove sequenze di coronavirus depositate nella Banche date Internazionali" - ha spiegato il professor Crisanti - "il test è molto sensibile e si colloca fra i migliori al mondo, impiega solo 2 ore e mezza per la diagnosi, è accuratissimo e distingue tra numerosi agenti patogeni, inclusi altri coronavirus, che sono un grande gruppo, possibili responsabili sia di raffreddori che di infezioni più importanti come la SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome). Riconosce, inoltre, la presenza del virus anche in persone asintomatiche, per le quali l'OMS ha chiarito che la possibilità di contagio, in questi casi, è molto rara. Si tratta di tempi molto brevi per poter gestire rapidamente l'eventuale presenza di altri casi sospetti. L'Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, tra i primi in Europa ad isolare il virus, utilizza un test diagnostico simile, ma è importante avere a disposizione più di un test a livello europeo per facilitare le diagnosi e renderle sempre più veloci" - ha precisato il professore.
La rete Gisaid ha pubblicato un albero genealogico genetico del coronavirus basato sulle 51 sequenze finora pubblicate, dalle prime arrivate dalla Cina, fino a quelle ottenute negli Stati Uniti, in Francia e in Germania. I Ricercatori hanno rintracciato tra i coronavirus isolati, delle somiglianze di famiglia fra le quali si evidenziano 7 mutazioni relative a un "antenato comune" che avrebbe diffuso l'infezione nell'uomo, nel periodo compreso tra novembre e dicembre 2019. I Ricercatori della Banca dati cinese di Microbiologia hanno analizzato i campioni dei tessuti animali prelevati dal mercato di animali vivi di Wuhan, considerato il principale punto di partenza della infezione. Dei 585 campioni analizzati, 33 sono risultati positivi al coronavirus, confermando che l'origine è un animale selvatico venduto nel mercato, nel quale, il nuovo coronavirus si è formato ed è diventato capace di adattarsi all'organismo umano ed i pipistrelli restano i primi sospettati.
AGGIORNAMENTO DEI DATI SULLA EPIDEMIA DI CORONAVIRUS
Al 5 Febbraio 2020, i dati aggiornati della epidemia da coronavirus, risultano
24.536 persone contagiate e 494 decessi.
In Italia, rimangono i due unici casi confermati di turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani, trasferiti in Terapia Intensiva per insufficienza respiratoria.
Johns Hopkins Center for Systems Science and Engineering, rende noto anche i primi numeri sulle guarigioni della malattia che sono 898.
In Italia, adottati controlli con termoscanner sui passeggeri per i voli internazionali.