Covid, monitoraggio puntato sulle varianti Omicron BQ.1 e BQ.1.1
Il Coronavirus SARS-CoV-2 è ancora presente nella popolazione e per diffondersi meglio tra i suoi ospiti, continua a mutare il proprio genoma. Nei virus, la mutazione del genoma è un fenomeno da considerare normale, soprattutto per quelli a RNA, quale è SARS-CoV-2 e tra le varianti che ne derivano, quelle che suscitano le preoccupazioni maggiori sono caratterizzate da differenti mutazioni, fra cui della proteina Spike, che consente allo stesso virus di agganciarsi alle cellule dell’organismo ospite.
Nate dalla subvariante BA.5 di Omicron, le nuove BQ.1 e BQ.1.1 che si sono diffuse negli Stati Uniti ed anche in Europa, destano, tra alcuni esperti preoccupazione. In particolare, la variante BQ.1 chiamata Cerberus e il suo sotto-lignaggio BQ.1.1.
L’ECDC (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie), le ha definite varianti di interesse: tra metà novembre e l’inizio di dicembre potrebbero diventare dominanti in Europa, portando, ad un nuovo aumento di contagi.
Da ricerche preliminari di laboratorio, effettuate in Asia, sembra che BQ.1 e BQ.1.1 abbiano una maggiore capacità di eludere la risposta immunitaria e che BQ.1.1 riesca ad infettare nuovamente anche chi ha già contratto la sub variante BA.5; entrambe però non sembrano in grado di provocare infezioni più gravi rispetto a BA.5, attualmente dominante.
BQ.1.1 è la più preoccupante – ha affermato il professor Eric Topol (Director, Scripps Research Translational Institute) – spiegando come sia in possesso di tante mutazioni problematiche che potrebbero mettere a dura prova anche la risposta immunitaria.
I sintomi delle due varianti sono in gran parte gli stessi di Omicron: febbre, mal di gola, tosse, naso chiuso; a questi si aggiungono perdita di appetito, tachicardia, diarrea e afonia.
L’immunologo statunitense Antony Fauci ha dichiarato che, di fronte ad una variante di questo tipo, occorre osservare il ritmo di crescita, rispetto alle altre (BQ.1 ha un tempo di raddoppio piuttosto preoccupante) ed il monitoraggio di indicatori di gravità come: ricoveri in terapia intensiva e decessi. Un altro aspetto preoccupante è che queste varianti sembrano essere resistenti alla terapia con alcuni anticorpi monoclonali, quali: tixagevimab e cilgavimab.
BQ.1 presenta mutazioni di punta in alcuni siti antigenici chiave, tra cui K444T e N460K. Oltre a queste mutazioni, il sublineage BQ.1.1 porta una ulteriore mutazione Spike in un sito antigenico chiave, cioè R346T.
Attualmente, i Paesi con le percentuali di contagio più alte sono: Francia 19%, Belgio 9%, Irlanda 7%, Paesi Bassi 6% e Italia 5%.
I nuovi vaccini bivalenti di Moderna e Pfizer, attualmente in uso in Italia, offrono una protezione superiore e più duratura rispetto al vaccino monovalente e funzionano anche per sottovarianti come Centaurus e Cerberus.