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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Covid, scoperto il meccanismo che contribuisce a peggiorare l’esito della malattia

Lo rivelano studi della Università di Milano-Bicocca e l’Ospedale San Gerardo di Monza

Lo sviluppo di autoanticorpi, la cui prevalenza aumenta oltre i 60 anni di età, favorito dal Sars-CoV-2, contribuisce a peggiorare l’esito della malattia Covid-19. Lo rilevano due studi pubblicati su Science Immunology da un Consorzio Internazionale di Ricercatori, coordinati dal National Institute of Allergy and Infectious Disease (Niaid), dalla Rockefeller University (New York) e dalla Università di Parigi, a cui hanno contribuito anche l’Università di Milano-Bicocca e l’Ospedale San Gerardo di Monza. Dai primi mesi della pandemia nel 2020 era stato avviato il progetto “Storm-Covid-19” (Studio osservazionale sulla storia naturale dei pazienti ospedalizzati per Sars-CoV-2) per raccogliere un archivio elettronico di dati clinici, diagnostici e terapeutici dei pazienti Covid-19 ricoverati presso l’Ospedale di Monza.

I due studi hanno mostrato che chi presenta autoanticorpi che neutralizzano i linfociti T (cellule del sistema immunitario deputate alla difesa contro il virus) tendono a sviluppare forme gravi della malattia.

Secondo i Ricercatori, “Il Sars-CoV-2 si comporta da superantigene e per meccanismi, in gran parte ignoti, induce la produzione di autoanticorpi, responsabili dei danni della malattia e attivi contro le proteine (interferoni) che ci proteggono dalla infezione. In generale, le malattie autoimmuni aumentano con l’età e questo può spiegare la correlazione tra aumento di autoanticorpi anti-interferone nei pazienti in relazione all’età e alla severità della malattia. Il trattamento precoce con anticorpi monoclonali potrebbe essere somministrato in questi pazienti prima che compaiono sintomi di polmonite da Covid – 19. Il nostro progetto Storm-Covid-19, avviato nel marzo 2020 con approvazione del Comitato Etico dell’IRCCS Spallanzani di Roma, prevedeva la raccolta di materiale biologico residuo dei pazienti, reso anonimo. Questo ci ha permesso di partecipare a due grandi Consorzi Internazionali di ricerca contro la Covid-19: quello dei National Institutes of Health di Bethesda (Stati Uniti) e quello europeo, Covid-19 Host Genetics Institute a cui partecipano anche il Policlinico di Milano e Istituto Humanitas e mettere a disposizione i dati sulla piattaforma REDCap, promossa dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

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