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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Dibattito etico per i vaccini anti-Covid

La sperimentazione clinica  in corso per la produzione di  diversi vaccini contro l'attuale Coronavirus,  ha aperto un dibattito etico  rilanciato nei giorni scorsi da alcuni Vescovi australiani  sulle procedure di ottenimento.

La rivista "Science" ha rivelato che  almeno cinque dei candidati vaccini  anti Covid - 19, (tra i quali  quello in studio  all'Università di Oxford  con l'Azienda Astra Zeneca e prenotato anche dall'Italia), utilizzano, per il loro sviluppo,  due linee di cellule fetali  umane ottenute  da aborti volontari  in donne gravide:  la HEK- 293 (linea cellulare  renale fetale  isolata da un aborto  intorno al 1972) e la PER.C6 (linea retinica  ottenuta da un feto  di 18 settimane, abortito nel 1985). Entrambe le linee cellulari sono state elaborate  nel Laboratorio del dottor Alex  van der  Eb (Università  di Leiden, Olanda) e  sono utilizzate  nei laboratori di ricerca  e delle industrie biotecnologiche. In quattro dei candidati vaccini, le cellule HEK-293 o PER. C6  derivate da quelle  originariamente prelevate  dai feti abortiti,  sono utilizzate  come "mini-fattorie"  per produrre  grandi quantità di adenovirus, in cui è inibita la replicazione,  e che servono  per introdurre  alcuni geni  del coronavirus SARS - CoV-2  nel vaccinato, così da indurre la risposta immunitaria. Nel quinto potenziale vaccino, le  cellule HEK - 293 servono per produrre  in laboratorio  la proteina "Spike" del SARS - CoV - 2  che sarà iniettata  nella cute  tramite cerotto a microaghi  (skin patch) per innescare  la reazione immunitaria.

Vaccini che impiegano  cellule fetali  da aborti elettivi sono utilizzate già dagli anni 60 ed impiegati per l'immunizzazione  contro la rosolia, la varicella, l'epatite A, la poliomielite  e  l'herpes zooster. Linee di cellule fetali umane vengono  anche usate  per produrre alcuni farmaci  contro l'emofilia, l'artrite reumatoide  e la fibrosi cistica.

Sono evidenti le ragioni di un dubbio etico  sulla liceità morale della sperimentazione, della  produzione e dell'uso da parte di medici e pazienti  di principi attivi  biotecnologici  ottenuti attraverso  l'utilizzo  di cellule prodotte,  a partire da quelle  a suo tempo prelevate  da feti umani  (non si tratta delle stesse  cellule  del feto abortivo, ma di cellule  della stessa linea  cellulare, ovvero  con le identiche  caratteristiche biologiche  derivate da successive  divisioni  mitotiche  da quelle originali). Da parte  di tre Vescovi  australiani (un cattolico, un greco-ortodosso ed un anglicano) e di altri rappresentanti cristiani  e singoli fedeli  è stata sollevata  una accorata richiesta  ai ricercatori, alle industrie biotecnologiche e ai Governi di alcuni Stati affinchè si orienti lo studio  e la produzione di vaccini anti-Covid  verso preparati  che non utilizzino  linee cellulari fetali. Questa richiesta è conforme  a quanto espresso nel documento   del 2005  della Pontificia  Accademia per la Vita insieme con  l'Ufficio  per la Pastorale della Salute  della Cei e trova ampio consenso tra gli studiosi di teologia morale.

Dibattito etico per i vaccini anti-Covid

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