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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Due ceppi diversi del virus Sars-Cov-2 in Lombardia

Il Coronavirus circolato nella zona di Bergamo è diverso dal quello che si è diffuso nelle province di Cremona e Lodi

In Lombardia, sono stati isolati due ceppi diversi del virus Sars-CoV- 2. E' l'esito di una ricerca condotta dal professor Fausto Baldanti, Direttore della Virologia del Policlinico di Pavia e l'Ospedale Niguarda di Milano. L’annuncio è stato dato in un Convegno che si è tenuto il 3 Luglio nell'Aula Magna della Università di Pavia ed organizzato dalla Associazione culturale "Nova Ticinum" presieduta dal professor Mario Viganò.

"Grazie allo studio che abbiamo condotto con l'Ospedale Niguarda di Milano - ha spiegato il professor Fausto Baldanti - abbiamo scoperto che ci sono stati due diversi ceppi del virus Sars - CoV - 2 in Lombardia. Il Coronavirus circolato nella zona di Bergamo è diverso dal quello che si è diffuso nelle province di Cremona e Lodi. Due virus differenti tra di loro per sequenza genetica e caratteristiche che hanno determinato due diversi focolai. Il Coronavirus - ha aggiunto il Virologo - secondo i nostri studi circolava nella zona rossa di Codogno già dalla metà di gennaio e dagli esami effettuati abbiamo scoperto anticorpi che risalgono a quell'epoca.

Dai controlli effettuati è emerso che nella zona rossa di Codogno, solo il 23% della popolazione ha incontrato il virus. L'immunità di gregge è quindi ancora lontana e da questi dati si comprende quanto sia importante rispettare le regole di prevenzione: mascherina, distanziamento fisico, igiene personale e ambientale.

AL SAN MATTEO (PAVIA) 329 DONAZIONI DI PLASMATERAPIA

Il professor Raffaele Bruno, Primario di Malattie Infettive ha evidenziato che l'Ospedale San Matteo, ha avuto il merito di reggere la pandemia anche nella fase più critica, per l'impegno di tutto il personale. Al Policlinico si sono resi conto che il protocollo seguito da Wuhan, da noi non funzionava ed abbiamo disposto altre modalità, soprattutto riguardo alle terapie antivirali, la ossigenoterapia e la diagnosi mediante ecografia polmonare".

Il professor Cesare Perotti, Primario del Servizio di Immunoematologia e Trasfusionale, ha tracciato il bilancio della plasmaterapia. "Abbiamo raccolto 329 donazioni, con donatori giunti anche dal Trentino ed è stata una manifestazione di grande generosità che ci consente di avere a disposizione un numero di sacche di plasma da utilizzare in caso di eventuale ritorno dei contagi.

Il ricorso al plasma iperimmune - ha precisato il professor Perotti - ha ridotto la mortalità dal 15% al 6%. A riconoscere il nostro lavoro è stata anche la Commissione Europea che ci ha assegnato l'incarico di scrivere le linee guida per tutta l'Europa per la terapia con il plasma donato da pazienti convalescenti, ma in Italia, solo i colleghi dell'Ospedale di Mantova hanno aderito al nostro protocollo".

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