I risultati di una ricerca: il 15% dei decessi Covid dovuto anche all’inquinamento atmosferico
Una nuova ricerca indica la Lombardia e parte della Emilia-Romagna tra le zone più esposte
Uno studio misura la percentuale di decessi per Coronavirus che potrebbe essere attribuita alla contaminazione atmosferica, in Italia e in altri Paesi del mondo. Circa il 15% dei decessi da Covid-19 in tutto il Pianeta potrebbe essere attribuito all’esposizione a lungo termine all'inquinamento - ha spiegato il dottor Andrea Pozzer - che ha guidato un pool di ricercatori dell'International Center for Theoretical Psysics di Trieste e del Max - Planck- Institute for Chemistry, in Germania.
Il 15% è anche la stessa percentuale di potenziali decessi da Covid legati all'inquinamento atmosferico che i ricercatori segnalano per l'Italia, in sintesi, una persona su sette. Lo studio, dal titolo "Regional and global contribuitions of air pollution to risk of death from Covid-19" è stato pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista medica "Cardiovascular Research".
Come spiega il dottor Umberto Mazzantini, sul sito "Greenreport", il rapporto, in particolare, indica la frazione di decessi per Covid-19 che potrebbe essere evitata se la popolazione fosse esposta a livelli controfattuali inferiori di inquinamento atmosferico.
Lo studio rivela che le percentuali di decessi per Coronavirus legate all'inquinamento sono: in Europa, circa il 19%, in Nordamerica il 17%, mentre in Asia orientale al 27%. Se si considerano i vari Paesi, in alto alla classifica troviamo la Repubblica Ceca con il 29%, la Cina al 27% , la Germania al 26%, la Svizzera al 22%, il Belgio al 21%, i Paesi Bassi al 19%, la Francia al 18%, la Svezia al 16%.
L'Italia occupa un posto intermedio con il 15%, il Regno Unito al 14%, il Brasile al 12%, il Portogallo all'11%, l'Irlanda l'8%, mentre l'impatto più basso di decessi da Covid -19 incrementati dall'inquinamento si registra in Israele con il 6%, in Australia con il 3% e la Nuova Zelanda l'1%.
Il ricercatore professor Thomas Munzel, primario del reparto di Cardiologia dell'Ospedale universitario di Mainz (Germania), ha spiegato l'effetto combinato che aggrava la contaminazione virale. "Se il paziente soffre di una malattia cardiaca, sia l'inquinamento atmosferico che l'infezione da Coronavirus aggraveranno i disturbi che possono portare ad attacchi cardiaci, insufficienza cardiaca ed ictus. Il particolato, sembra aumentare l'attività di un recettore sulla superficie cellulare Ace -2 coinvolto nel modo in cui Covid -19 infetta le cellule.
L'inquinamento atmosferico danneggia i polmoni e aumenta l'attività di Ace -2 che a sua volta porta ad un maggiore assorbimento del virus da parte dei polmoni e probabilmente dei vasi sanguigni e del cuore. Più semplicemente, le microscopiche particelle inquinanti che vengono inalate, passano nel circolo sanguigno e vanno successivamente a ledere l'endotelio vascolare, ovvero l'insieme di cellule che riveste l'interno di arterie e vene, determinando un danno e l'infiammazione al sistema vascolare. Lo stesso processo si realizza con il Sars - CoV-2, il quale, entra nei polmoni per poi passare nel sangue e causare la malattia, considerata "endoteliale". L'ingresso contemporaneo del Coronavirus e delle particelle inquinanti produce un effetto sinergico, causando un danno più forte al corpo, soprattutto a persone affette da problemi cardiaci, aumentando, di conseguenza la mortalità".
Secondo i Ricercatori, guardando i dati sulla qualità dell'aria pubblicati dall'European Environment Agency (EEA), la Lombardia, parte della Emilia Romagna e alcune zone del Piemonte e del Veneto sono le più esposte alle polveri sottili PM 2,5 e PM 10, ben oltre la media europea, tanto da essere le aree continentali più a rischio in assoluto. Osservando i decessi da Covid a livello regionale: Lombardia, Valle d'Aosta, Liguria, Emilia Romagna e Piemonte sono le Regioni che registrano un tasso più alto di mortalità da Coronavirus e gran parte di queste aree rientrano tra quelle più esposte alle polveri sottili, secondo i dati dell'EEA. "Le politiche efficaci per ridurre le emissioni antropiche che causano l'inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico devono perciò essere accelerate - sostengono gli Autori dello studio. La salute delle persone è sempre più strettamente collegata alla qualità dell'aria".