Il 25 novembre è la giornata nazionale dedicata alla malattia di Parkinson
La malattia potrebbe essere rallentata dalla molecola lipidica "Resolvina D1"
Ogni anno, il 25 novembre ricorre la Giornata Nazionale della malattia di Parkinson per sensibilizzare le persone sui fattori di rischio, le nuove possibilità di cura e sostenere la ricerca. La malattia di Parkinson è una forma neurodegenerativa del sistema nervoso centrale, ad evoluzione progressiva, coinvolge soprattutto le funzioni alla base del controllo dei movimenti e dell'equilibrio e colpisce, oggi, più di 5 milioni di persone nel mondo. Esistono diverse terapie, tutte integrabili fra loro, in quanto, ognuna di esse interviene su diversi aspetti della malattia, ottenendo la possibilità di un trattamento per una buona qualità di vita.
Lo sviluppo della malattia potrebbe essere rallentato dalle "Resolvine", molecole lipidiche prodotte dal nostro organismo per spegnere processi infiammatori e riparare i tessuti danneggiati. L'ipotesi deriva da Ricercatori italiani della Università "Tor Vergata" Fondazione Santa Lucia IRCCS e Università Campus Bio-Medico di Roma che da qualche anno stanno studiando queste molecole per il trattamento di patologie infiammatorie croniche o autoimmuni, tra cui il Parkinson e la Sclerosi multipla. Lo studio ha visto la collaborazione della Università Cattolica del Sacro Cuore, della Università degli Studi di Perugia, della Università Tubinga in Germania e della Università di Harward negli USA.
I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista scientifica "Nature Communications". Durante lo studio, i ricercatori hanno prima rilevato un ridotto livello di una specifica Resolvina D1, in pazienti affetti dalla malattia e poi sono intervenuti in modo sperimentale su modelli di laboratorio per riequilibrare la presenza di questa molecola nell'organismo animale. Il gruppo di ricerca è riuscito a ridurre il processo neurodegenerativo che caratterizza la malattia. Lo studio, ha permesso di dimostrare che la proteina alfa - sinucleina, nota per il ruolo chiave nello sviluppo della malattia di Parkinson, causa molto precocemente un cattivo funzionamento di neuroni dopaminergici. Le conseguenze sono disturbi motori e cognitivi, ma anche una aumentata neuroinfiammazione associata a ridotti livelli di resolvina D1, osservati in pazienti affetti da Parkinson, in cura presso il Policlinico Tor Vergata. Partendo da questa osservazione, gli studiosi hanno somministrato Resolvina D1 in modelli di laboratorio e dopo due mesi di trattamento hanno potuto osservare una progressiva riduzione dello stato infiammatorio e del processo degenerativo, che, nella malattia di Parkinson provoca la distruzione dei neuroni deputati alla produzione di dopamina, nei gangli della base. Con essi si sono ridotti anche i sintomi motori e comportamentali della malattia. I risultati dello studio, offrono nuovi spunti, non solo per la individuazione di terapie efficaci, ma anche nella anticipazione dei tempi della diagnosi che spesso viene effettuata quando più della metà dei neuroni dopaminergici è andata distrutta.
Le origini della conoscenza della malattia risalgono al 1817 quando il medico James Parkinson ne parlò per la prima volta e nonostante le sue cause siano ancora sconosciute, si ipotizzano fattori di rischio: ambientali e genetici. Tra i fattori ambientali è segnalata l'esposizione prolungata a: pesticidi, idrocarburi, solventi e metalli pesanti. Tra i fattori genetici sono evidenziate mutazioni collegate all'alfa- sinucleina (PARK 1 PARK 4), alla parkina (PARK - 2), PINK 1 (PARK 6), DJ - 1 (PARK- 7), LRRK2 (PARK - 8) e alla glucocerebrosidasi (GBA). La malattia è invalidante e hoehn e yahr (1967) hanno classificato cinque stadi clinici progressivi. Innovazione anche nella terapia riabilitativa del Parkinson con il device "Equistasi R", composto esclusivamente da fibre a nanotecnologia applicata e non contiene alcun elemento farmacologico. Applicato sulla cute, come ausilio nella terapia riabilitativa dei pazienti affetti da questa malattia, permette la stimolazione del sistema propriocettivo del paziente aiutandolo a ricostruire la percezione del proprio corpo per l'esecuzione di movimenti più corretti, riducendo il numero di cadute e migliorando il suo equilibrio generale."Equistasi R" è un dispositivo medico, indossabile, pubblicato dal Ministero della Salute. La vibrazione meccanica focale di tipo tonico, applicata sui distretti muscolari interessati, interagisce con i meccano-recettori, gli organi tendinei del Golgi e i fusi neuromuscolari. "Equistasi R" è basato su tecnologia vibrazionale e autoproduce vibrazioni meccaniche focali a frequenza non costante di circa 9.000 Hz, rispettando quindi i limiti di legge.
I SINTOMI CLASSICI
Tremore: generalmente presente quando gli arti sono a riposo e nella maggior parte dei casi da un solo lato;
bradicinesia: lentezza nella deambulazione e nei movimenti con debolezza muscolare;
rigidità e dolore fisico;
disturbi dell'equilibrio e conseguenti cadute;
disturbi posturali con tendenza del soggetto a curvarsi in avanti;
freezing dei movimenti: blocchi motori improvvisi che avvengono quando gli arti non rispondono più ai comandi;
acinesia: assenza totale del movimento;
decadimento cognitivo con annessa sintomatologia legata a disturbi psichici, allucinazioni, insonnia e depressione.