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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Il 29 settembre ricorre la Giornata Mondiale del Cuore

Il 29 Settembre ricorre la Giornata Mondiale del Cuore, istituita nel 1999 dalla World Heart Federation (WHF), in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per sensibilizzare le persone sulla importanza di prendersi cura del proprio cuore, attraverso la prevenzione primaria, adottando stili di vita salutari.

Oltre 90 Paesi partecipano, con eventi, alla celebrazione della Giornata che ha dimostrato di essere un metodo efficace per diffondere informazioni sulla salute cardiovascolare e di raggiungere anche i Paesi in via di sviluppo che sono maggiormente colpiti da queste malattie.

L’OMS sta supportando i Governi di tutto il mondo ad intensificare gli impegni sulla prevenzione ed il controllo delle malattie cardiovascolari attraverso tre pacchetti tecnici: il controllo del tabagismo, la riduzione del sale ed il rafforzamento della gestione delle malattie cardiovascolari nelle cure sanitarie primarie.

La prevenzione è uno strumento efficace per combattere le malattie cardiovascolari, la loro diffusione e permette di evitarle, ritardare l’insorgenza o ridurne l’impatto.

Le malattie cardio-cerebrovascolari, sono la prima causa di ospedalizzazione e di morte. Ogni anno causano oltre 18,6 milioni di decessi nel mondo. In Italia, sono responsabili del 44% di tutti i decessi. La cardiopatia ischemica rappresenta il 28% dei decessi, mentre le patologie cerebro-vascolari rappresentano il 13% e sono la terza causa di morte, dopo i tumori.

I più importanti fattori di rischio sono: il tabagismo, la sedentarietà o la scarsa attività fisica, l’alimentazione scorretta, il sovrappeso e l’obesità, l’abuso di alcol, l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie, il diabete mellito e lo stress psicologico. Fattori, in buona parte relativi a stili ed abitudini di vita e quindi, modificabili.

GLI EFFETTI DELL’INQUINAMENTO SUL CUORE

L’inquinamento atmosferico è responsabile del 26% dei decessi, causando ogni anno, nel mondo, la morte di 7 milioni di persone. L’inquinamento atmosferico agisce sul cuore in diversi modi: si può riscontrare sia un aumento della coagulabilità del sangue, sia dell’aggregazione piastrinica. Questo, favorisce la formazione di trombi, cioè coaguli all’interno delle arterie con ridotto flusso di sangue ai vari organi, fino allo sviluppo di un infarto miocardico. Un altro effetto dell’inquinamento è la vasocostrizione, cioè la riduzione del calibro delle arterie con diminuzione di flusso sanguigno ed aumento della pressione arteriosa (l’aumento della pressione arteriosa si può riscontrare anche con l’esposizione acuta agli inquinanti). Una prova di questi effetti deriva anche da studi effettuati in Cina, dove la concentrazione media di inquinanti è 5-10 volte superiore rispetto alla Europa: una riduzione sperimentale della concentrazione di PM ha dimostrato, infatti, una riduzione della pressione arteriosa e della ischemia cardiaca (sofferenza da insufficiente apporto di ossigeno) da sforzo.

Per i dati sulla esposizione acuta, gli studi statistici confermano un aumento della incidenza di eventi cardiaci di 1,5 volte, nei giorni ad inquinamento aumentato.

Le sostanze più dannose per l’apparato cardiocircolatorio sono il particolato e l’ossido di azoto.

 Il particolato (PM10, PM2,5, PM1: il valore esprime il diametro in micromeri delle particelle) proviene da varie fonti: naturali (polvere, frammenti di polline e piante, eruzioni vulcaniche etc.), artificiali (erosione manufatti fonderie, cementifici, cantieri edili, miniere, usura dell’asfalto dei pneumatici) o da processi di combustione.

L’ossido di azoto (NOx) è prevalentemente prodotto da combustione ed è in riduzione, come il particolato, grazie al miglioramento dei processi di combustione e di depurazione.

Il 29 settembre ricorre la Giornata Mondiale del Cuore

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