“Insieme per l’aria pulita”
È il tema della quarta Giornata Internazionale dell’aria pulita per i cieli blu
Promossa dalle Nazioni Unite, la quarta Giornata Internazionale dell’aria pulita per i cieli blu, ricorre il 7 settembre per sensibilizzare l’opinione pubblica e facilitare le azioni per migliorare la qualità dell’aria.
Il tema di questa edizione “Insieme per l’aria pulita” è dedicato alla azione collettiva, alla urgenza di costruire partenariati più forti, individuare maggiori investimenti e condividere le responsabilità atte ad evitare i danni alla salute umana ed agli ecosistemi.
L’ONU stima che più del 90% delle persone nel mondo respiri aria non sicura e che l’aria inquinata uccida 6,7 milioni di persone ogni anno, nel mondo, mentre sono 2,4 miliardi le persone esposte a livelli pericolosi di inquinamento atmosferico domestico. L’Organizzazione delle Nazioni Unite invita tutti: dai Governi, alle Aziende, alla società civile e ad ogni singolo individuo ad agire “Insieme per l’aria pulita (Together For Clean Air)”.
Rapporto Mal’aria delle città di Legambiente
Secondo l’ultimo Rapporto Mal’aria di Legambiente che ha monitorato la qualità dell’aria in 95 città italiane nell’anno 2022, i livelli di inquinamento atmosferico, in molte città sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi più stringenti, previsti per il 2030. Rispetto a questi nuovi target europei, ad oggi, sarebbero fuorilegge: il 76% delle città per il PM10, l’84% per il PM 2,5 ed il 61% per l’NO2 (biossido di azoto). In Italia, sono circa 50.000 l’anno i decessi per questa causa.
Esposizione cronica agli inquinanti atmosferici ed aumento del rischio di sviluppare tumori
Nel 2013, l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS, lo IARC, ha incluso l’inquinamento out-door ed il particolato nell’elenco dei cancerogeni certi per l’uomo. Le prove più evidenti sono sui tumori polmonari, fra le persone esposte al particolato. L’inquinamento atmosferico è concausale del 29% dei decessi per tumori al polmone.
L’esposizione cronica agli inquinanti atmosferici, come il particolato fine PM 2,5 e il biossido di azoto (NO2), può aumentare il rischio di tumori negli anziani. Lo ha rivelato uno studio della Harvard TH Chan School of Public Health, condotto su milioni di beneficiari di Medicare (programma di salute pubblica), negli Stati Uniti. I ricercatori hanno scoperto che l’esposizione al PM 2,5 e NO2 per un periodo di 10 anni, ha aumentato il rischio di sviluppare tumori del colon-retto e della prostata. Anche bassi livelli di esposizione all’inquinamento atmosferico possono rendere le persone particolarmente suscettibili allo sviluppo di questi tumori, oltre a quelli al seno ed all’endometrio. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Environmental Epidemiology.
L’inquinamento dell’aria è sempre più legato alle malattie cardiovascolari
La ricerca condotta dalla Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e dalla Università Cattolica di Roma, dimostra come l’inquinamento atmosferico può causare uno spasmo prolungato dei vasi che nutrono il miocardio, aumentando di circa 11 volte il rischio di infarto per coloro che sono più esposti al particolato fine.
Chiamato anche PM 2,5, per particolato fine si intende l’insieme delle particelle inquinanti solide e liquide presenti nell’aria con un diametro inferiore o uguale a 2,5 micrometri. Queste particelle sono considerate in grado di penetrare profondamente nel sistema respiratorio umano, superando trachea, bronchi e bronchioli fino a raggiungere la zona alveolare. Prodotte tipicamente da sorgenti di natura antropica, come industrie, riscaldamenti, pneumatici, gas di scarico dei veicoli e processi di combustione in generale, sono ormai ampiamente dimostrate essere causa di malattie respiratorie: da bronchite cronica ad asma, fino all’incremento del rischio di tumore delle vie respiratorie, associato ad una esposizione cronica.
La ricerca condotta dai ricercatori italiani conferma che l’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di arresti cardiaci e non solo. Oltre all’infarto, l’aria inquinata è connessa ad una molteplicità di patologie cardiovascolari che vanno dalla ipertensione arteriosa al diabete, dallo scompenso cardiaco all’ictus, aritmie, fibrillazione atriale e malattie tromboemboliche.
Non esiste un livello di PM sicuro, non nocivo, quindi - sostengono gli esperti - è fondamentale abbassare quanto più possibile gli inquinanti presenti nell’aria.
Relazione tra pandemia e inquinamento atmosferico
Un recente studio pubblicato dalla Università di Pisa su Nature, ha dimostrato la relazione tra pandemia e smog. Il PM 2,5, il PM 10 ed il biossido di azoto sono stati associati ad un aumento dei decessi e dei contagi da Covid-19, confermando quanto una scarsa qualità dell’aria può favorire la trasmissibilità di virus ed aumentare il rischio di malattie potenzialmente mortali.
Inquinanti atmosferici e malattie del sistema nervoso centrale e neuropatologie
Recenti studi scientifici dimostrano con crescente evidenza, il ruolo degli inquinanti atmosferici sulla comparsa delle malattie del sistema nervoso centrale e le neuropatologie.
In una ricerca della Università di Umeå, in Svezia è stato riscontrato che la frequenza della malattia di Alzheimer aumentava proporzionalmente alla concentrazione nell’aria di ossido di azoto, uno dei principali inquinanti atmosferici. Le polveri sottili (PM 2,5) sono di dimensioni tali da essere in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, provocando infiammazione dei neuroni e stress ossidativo ed i veleni penetrano anche tra i neuroni e le sinapsi.