Ipertensione arteriosa, il male del secolo
Tra le cause: stress emotivo, obesità, fumo, ma anche fattori genetici
L' ipertensione arteriosa, è considerata la prima causa di morte al mondo, un killer silenzioso di cui soffrono circa 16 milioni di italiani.
Il cuore si comporta come una pompa premente che da 60 a 80 volte al minuto immette nelle arterie una determinata quantità di sangue ad una certa pressione. Nella fase di contrazione (sistole), il sangue entra in circolo ad una notevole velocità e forza contro le pareti delle arterie e la pressione viene chiamata massima o sistolica. Se le arterie si restringono o diventano più rigide, il sangue incontra più difficoltà a fluire e la pressione aumenta.
Nella fase di rilassamento (diastole), il getto di sangue nelle arterie diminuisce e cala la pressione che arriva al valore più basso; si parla, quindi, di pressione diastolica o minima, il cui valore dipende dalle resistenze che il sangue incontra scorrendo nei vasi, la loro elasticità.
Nella pratica clinica, la pressione arteriosa viene misurata utilizzando lo sfigmomanometro, al braccio del paziente seduto o sdraiato e può essere manuale o automatica.
Con il metodo auscultatorio, secondo Korotkoff, si possono determinare i valori della pressione sistolica e di quella diastolica, in base ai caratteristici rumori che si percepiscono con il fonendoscopio appoggiato a livello della piega del gomito, sull'arteria brachiale.
La pressione arteriosa, come anche la frequenza cardiaca ed altri parametri fisiologici, presenta un ritmo circadiano endogeno che viene sincronizzato sulle 24 ore.
La pressione arteriosa è più alta al mattino appena svegli, si riduce lievemente durante la giornata e tende ad aumentare nuovamente verso sera, mentre durante il sonno si riduce a valori inferiori rispetto a quelli diurni; in caso di ipertensione la curva pressoria ha livelli sempre elevati anche di notte.
La pressione aumenta durante uno sforzo fisico e come conseguenza di fattori emotivi stressanti. La pressione alta determina una sintomatologia solo in specifiche situazioni, come nella crisi ipertensiva, che consiste in un innalzamento brusco ed elevato della pressione arteriosa, seguito da una serie di disturbi: mal di testa improvviso, pulsante, sensazione di testa pesante, acufeni (ronzii alle orecchie), vertigini, sangue dal naso, dispnea e cardiopalmo, stato d'ansia, problemi di vista (offuscamento visivo, fosfeni scintillanti, amaurosi puntiforme).
Anche nel bambino si possono presentare sintomi di ipertensione: sovrappeso, familiarità e peso alla nascita, possono essere determinanti.
Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, per gli adulti tra i 20 e 60 anni, i valori di pressione inferiori a 120/80 sono da considerare ottimali. Sono accettabili i valori che restano inferiori a 140/90.
Al di sopra di questa misura, si parla di:
- ipertensione lieve, se la pressione è compresa tra 140-159 per la massima e 90-99 per la minima
- moderata, se è compresa tra 160 - 179 e 100-109.
Oltre 180/110, l'ipertensione viene definita di grado severo.
L'ipertensione essenziale o primaria (circa il 90%), non ha una eziologia ben definita, ed un recente studio, condotto dalle Università di Londra e Cambridge ha rivelato 31 geni legati alla malattia.
Nel restante 10% dei casi, l'ipertensione è secondaria ad altre condizioni patologiche.
L'ipertensione può creare gravi complicanze a diversi organi.
- Il cuore, tende ad ingrossarsi, con restringimento delle arterie coronarie e minore flusso di sangue, angina pectoris e rischio di infarto.
- nei reni, insufficienza renale avanzata
- al cervello, rischio di attacco ischemico transitorio e ictus
- all'occhio, retinopatia
- all'apparato cardio-vascolare, favorisce la formazione di placche aterosclerotiche, ma anche aneurismi, prevalentemente addominali, rotture dei vasi ed insufficienza cardiaca.
L'ipertensione, spesso è asintomatica o si manifesta con lieve dispnea (difficoltà di respiro) da sforzo; se non viene diagnosticata e curata in tempo, può determinare una cardiopatia ipertensiva, come risultato del superlavoro cardiaco, che porterà allo scompenso.
L'ipertensione si cura adottando con uno stile di vita corretto: ridurre il sovrappeso corporeo, abolire il fumo, aumentare l'attività fisica, diminuire l'apporto di sale e di alcoolici, mantenere un adeguato apporto di potassio, calcio e magnesio con la dieta, evitando possibilmente lo stress.
I farmaci per curare l'ipertensione arteriosa, oggi, sono numerosi: diuretici, Beta-bloccanti, calcio-antagonisti, Ace-inibitori, Inibitori dell'angiotensina, Alfa1-bloccanti e gli Inibitori adrenergici centrali.