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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

L’anticorpo monoclonale Dostarlimab nuova speranza contro il tumore del colon retto

Risultati preliminari, ma importanti in oncologia medica

Da una sperimentazione del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York e della Università di Yale, una nuova cura contro il tumore del colon retto. Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato nel corso del congresso mondiale organizzato dall’Asco, la Società americana di Oncologia medica, ha analizzato gli effetti di un anticorpo monoclonale, il Dostarlimab. Il farmaco immunoterapico, usato anche per curare il tumore dell’endometrio, è stato somministrato a 12 pazienti, il 62% donne, con tumore del colon, di età media 54 anni. Il farmaco ha rivelato un’efficacia del 100% nella remissione di tumori rettali; al termine della cura, la lesione tumorale sarebbe scomparsa, senza la necessità di altre terapie (chemioterapia, radioterapia, terapia chirurgica) e in nessuna delle 12 persone sottoposte alla ricerca si sarebbero verificati effetti collaterali gravi.

Ai pazienti cui era stato diagnosticato un adenocarcinoma rettale di stadio II o III non metastatico, è stato somministrato l’anticorpo monoclonale anti-PD-1, Dostarlimab (nome commerciale Jemperli); i ricercatori hanno avviato uno studio prospettico di fase 2, in cui il farmaco è stato somministrato ogni 3 settimane per 6 mesi. Il trattamento monoclonale avrebbe dovuto essere seguito da chemio, radioterapia e chirurgia standard, ma non è stato necessario, la lesione tumorale sarebbe scomparsa. Tutte le 12 persone hanno avuto una risposta clinica completa, senza la evidenza di tumore alla indagine con Risonanza Magnetica, alla Tomografia a emissione di positroni con 18 F-fluorodeossiglucosio, alla valutazione endoscopica, all’esame rettale digitale e alla biopsia.

L’anticorpo monoclonale anti PD-1 è capace di bloccare un recettore presente sulle cellule T (il recettore Programmed cell death protein1, o recettore di morte cellulare programmata 1) che regola l’attività del sistema immunitario, inibendone l’azione per evitare l’insorgenza di fenomeni di autoimmunità. Togliendo questo freno al sistema immunitario è infatti possibile indirizzare con più forza le nostre difese contro le cellule tumorali (una scoperta che ha portato al Premio Nobel 2018 James P. Allison e Tasuku Honjo.

Durante il follow-up non sono stati rilevati casi di progressione o recidiva (intervallo da 6 a 25 mesi) e non sono stati segnalati eventi avversi di grado 3 o superiore. I pazienti avevano avuto la diagnosi di tumore del colon-retto localmente avanzato e manifestato un deficit di funzionalità del sistema di riparazione del DNA (MMRd, mismatch repair deficiency, più precisamente deficit di riparazione del disadattamento del DNA), una condizione di frequente associata ad una diminuzione della sopravvivenza e ad una minore risposta alla chemioterapia tradizionale. Si tratta di alterazioni che impediscono alle cellule di riparare gli errori che insorgono nel DNA durante i processi di replicazione, esponendole al rischio che questo accumulo di mutazioni porti alla insorgenza di una neoplasia. Questo problema è presente in circa il 10-15% dei tumori di questo tipo ed anche in quello dello stomaco e costituisce la principale alterazione genetica riscontrabile nei carcinomi del colon-retto ereditario, non poliposico o sindrome di Lynch.

Ogni anno, in Italia, vengono effettuate circa 50.000 nuove diagnosi di cancro al colon-retto e calcolati circa 20.000 decessi. Secondo gli scienziati, i risultati di questa ricerca rappresentano una speranza per il futuro. Il tumore del colon presenta una elevata incidenza e alta mortalità sia nei paesi ad alto reddito che in quelli emergenti. Si tratta di una piccola indagine sperimentale ed occorre molta cautela, ma ci sono presupposti per limitare la letalità.

L’anticorpo monoclonale Dostarlimab nuova speranza contro il tumore del colon retto

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