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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

L’incidenza dei fattori climatici sul fisico e la psiche

Ippocrate di Kos padre della medicina occidentale è ritenuto lo scopritore della meteoropatia, una situazione patologica correlata alle condizioni atmosferiche: temperatura, umidità, venti, pressione e luminosità.

Nei manuali di psichiatria, la meteoropatia prende il nome di Disturbo Affettivo Stagionale (SAD, Seasonal Affective Disorder), termine coniato nel 1984 da Norman Rosenthal che per primo ne ha formalizzato la descrizione.

I soggetti più a rischio di “Disturbo Affettivo Stagionale” risultano essere le donne, con una prevalenza di circa il doppio di quella maschile; le persone di mezza età sono più facilmente colpite, ma anche i bambini possono essere a rischio. I Ricercatori ritengono che questo disturbo possa avere una componente genetica; i soggetti con SAD, infatti, hanno un aumentato tasso di familiarità per depressione, disturbo bipolare o lo stesso disturbo affettivo stagionale.

Durante le variazioni meteo, i soggetti affetti dal Disturbo Affettivo Stagionale possono avvertire un calo dell’umore e manifestare un vero episodio depressivo: debolezza fisica e mentale, ipertensione, cefalea, dolori articolari e muscolari, difficoltà di respirazione, sintomi cardiovascolari, come palpitazioni o dolori sternali.

La meteoropatia invernale colpisce circa il 5% della popolazione mondiale ed è caratterizzata da: depressione, stanchezza e spossatezza nei mesi più freddi, aumento dell’appetito con ricerca soprattutto di carboidrati, aumento di peso e sonnolenza eccessiva.

La meteoropatia estiva, meno frequente della prima, è causa invece di ansia, irritabilità, perdita di appetito ed insonnia.

Chi soffre di meteoropatia invernale dovrà cercare di rendere la propria casa luminosa e trascorrere le vacanze in posti caldi, mentre chi soffre l’estate, dovrà fare attenzione a vivere e lavorare in ambienti adeguatamente climatizzati e trascorrere le ferie in località in cui le temperature non siano troppo elevate.

In ambito ortopedico sono numerose le patologie che risentono dei cambiamenti climatici, dovute ad umidità, basse temperature e clima piovoso, ma anche al caldo afoso.

Le variazioni atmosferiche sono poco tollerate da ossa e cartilagini e soprattutto dalle articolazioni, precedentemente colpite da qualche evento, come fratture, distorsioni etc. Le articolazioni sembrano essere dei sistemi bersaglio delle perturbazioni meteorologiche, soprattutto per la loro modesta capacità di termoregolazione.

Per combattere i dolori alle ossa ed alle articolazioni possono essere di aiuto alcune sane abitudini di vita, iniziando dalla attività fisica e con rimedi del tutto naturali, come la fitoterapia.

Il vento, rappresenta una variante biometeorologica importante. E’ in grado di scatenare, specialmente in condizioni di caldo o di freddo umido, disturbi a carico di organi, sistemi ed apparati dell’organismo umano (anemopatie).

Ad acuirsi sono le malattie mentali, le psicosi e i disturbi psicosomatici; il vento influenza negativamente la sintomatologia in soggetti con patologie reumatiche, cardiorespiratorie e chirurgo-dermatologiche e in pazienti con postumi di lesioni scheletriche e di nevrosi post traumatiche.

AZIONI ED EFFETTI DEL VENTO

Caratteristica positiva del vento è sulla qualità dell’aria che respiriamo. I venti che soffiano con intensità, hanno la capacità di rimuovere gli inquinanti con evidente beneficio per la salute umana.

Il maestrale, specialmente nel periodo invernale, si presenta come un vento freddo e umido proveniente da nord-ovest che interessa la Sardegna e le regioni tirreniche. A volte impetuoso, può determinare episodi di ansia, irrequietezza, palpitazioni, cardiopalmo, tachicardia, cefalee muscolo-tensive, perché è un vento che stimola il sistema neurovegetativo.

Lo scirocco, frequente in autunno-inverno, umido e spesso violento è capace di trasportare quantità importanti di polvere desertica. I sintomi più comuni riferibili allo scirocco sono: sensazione di grande astenia e debolezza neuromuscolare, tachicardia, cerchio alla testa, depressione dell’umore con perdita di facoltà di attenzione, concentrazione e memoria.

Il Fohn (favonio) è un vento tipico dell’inverno che proviene da nord. Secco e piuttosto caldo, aumenta la temperatura anche di 10°C. Provoca difficoltà di concentrazione ed aggressività.

La Tramontana soffia spesso tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, è un vento freddo e secco che asciuga l’aria, disidrata la pelle e irrita le mucose di naso e gola, con una recrudescenza delle sindromi influenzali.

L’incidenza dei fattori climatici sul fisico e la psiche

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