La Consulta apre al suicidio assistito, ma la medicina è a servizio dell'uomo e della vita
Il pensiero del Papa ai vertici della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici
Le scelte di fine vita e le leggi che le circoscrivono sono al centro del dibattito politico dopo che la Consulta ha reso non punibile a determinate condizioni chi agevola il proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili, pienamente capace di decisioni libere e consapevoli, tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale.
La Consulta precisa, inoltre, di attendere un indispensabile intervento del legislatore, subordinando, nel frattempo, la non punibilità al rispetto delle modalità del consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (previste dalla legge 219 sul fine vita) e alla verifica, sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del Servizio Sanitario Nazionale, sentito il parere del Comitato Etico territorialmente competente.
Alcuni giorni prima il Papa era tornato a parlare di quelle che definisce "strade sbrigative" di fronte a scelte che non sono espressione di libertà della persona quando includono lo scarto del malato come possibilità o falsa compassione alla richiesta di essere aiutati ad anticipare la morte.
"Di fronte a qualsiasi cambiamento della medicina e della società è importante che il medico non perda di vista la singolarità di ogni malato, con la sua fragilità e dignità. Un uomo o una donna da accompagnare con coscienza, con intelligenza e cuore, specialmente nelle situazioni più gravi".
Così si è espresso Papa Francesco al dottor Filippo Anelli, Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO) e loro vertici, ricevuti in udienza il 22 Settembre scorso, affrontando con determinazione e chiarezza temi di bioetica e legge. Si è rivolto ai sostenitori della depenalizzazione completa del suicidio assistito, ritenuta l'estensione senza limiti della libertà personale. Agli oncologi, recentemente, il Papa aveva detto che la pratica della eutanasia si basa su una visione utilitaristica della persona, la quale diventa inutile o può essere equiparata a un costo, se dal punto di vista medico non ha speranze di miglioramento o non può più evitare il dolore. E facendo riferimento alla nuova Carta per gli Operatori Sanitari emanata nel 2016 dal Pontificio Consiglio, ha proseguito dicendo: "Non esiste un diritto a disporre arbitrariamente della propria vita, per cui, nessun medico può farsi tutore esecutivo di un diritto inesistente, sta nello sguardo sulla persona, al contrario di chi afferma un presunto diritto di morire, frutto dell'esercizio della propria assoluta autodeterminazione". Ai medici italiani, il Papa ha ricordato: "la malattia che vi preoccupa è più di un fatto clinico medicalmente circoscrivibile, è sempre la condizione di una persona, il malato. E' con questa visione umana che i medici sono chiamati a rapportarsi con il paziente, considerando la sua singolarità di persona che ha una malattia e non solo di quale malattia ha il paziente. I medici, oltre ad avere competenze tecniche e scientifiche, devono possedere un codice di valori e di significati con cui dare senso alla malattia e fare di ogni singolo caso clinico un incontro umano. La medicina per definizione è servizio alla vita umana, è a servizio dell'uomo e di ogni uomo". Una verità depositata nel Giuramento di Ippocrate e nel Codice Deontologico che il Presidente Anelli ha donato al Pontefice, ricordando che "il medico opera per difendere la vita umana e ritiene la malattia e la morte i mali da combattere".
Il nuovo disegno di legge "Disposizioni in materia di eutanasia" prima firma Matteo Mantero (M5s), asserisce che l'autodeterminazione è un diritto, come pure quello della morte e parla dell'unica possibile tutela del diritto a non subire accanimento terapeutico.
Inoltre, sette Senatori hanno presentato in Senato un disegno di legge che prevede l'introduzione del "farmaco letale". La prima firmataria è la Senatrice Monica Cirinnà del Pd.
Una riflessione del Presidente del Forum delle Famiglie, Gigi De Palo "Ogni vita è degna se c'è qualcuno che la ama. E ogni malato desidera vivere, se c'è qualcuno che continua a gioire per il suo sorriso o per il suo respiro. Il problema non è di essere liberi fino alla fine, ma amati fino alla fine".