La legge del caos applicata alla pandemia per spiegare l’evoluzione dei Covid
La ricerca condotta dal professor Giorgio Palù
Pubblicato il 24 agosto 2023 sulla rivista scientifica Plos One, un nuovo studio, italiano, condotto dal professor Giorgio Palù, virologo di fama internazionale e Presidente della Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), con Pier Francesco Roggero e Arianna Calistri del Dipartimento di Medicina Molecolare della Università di Padova. La ricerca applica la teoria del caos per spiegare la evoluzione di SARS-CoV-2, agente eziologico della recente pandemia COVID-19 e la confronta con quella di altri coronavirus che hanno di recente colpito l’uomo (Coronavirus SARS-CoV-1 e MERS-CoV) e di Ebolavirus, proponendo una nuova prospettiva sulla evoluzione dei virus emergenti. Il lavoro si intitola: “The chaos law is a principal driver of natural selection: A proposition on the evolution of recently emerged coronaviruses” (La legge del caos è uno dei principali motori della selezione naturale: una proposta sulla evoluzione dei coronavirus, recentemente emersi).
La teoria del caos è progredita come una branca della matematica ed afferma che all’interno dell’apparente casualità di sistemi naturali complessi, ci sono dei precisi modelli sottostanti che sono in grado di spiegare le variazioni intervenute nei sistemi stessi, quasi ad ipotizzare un percorso evolutivo predeterminato.
La scoperta che la legge del caos si applica anche ai virus ha evidenti ricadute di sanità pubblica per quanto riguarda il controllo di future emergenze epidemico-pandemiche – ha affermato il professor Palù. Essa, inoltre, può contribuire ad allargare le prospettive sulla evoluzione genetica e la biologia dei sistemi correlate allo studio dei virus, delle popolazioni microbiche e degli ecosistemi che impattano sulla vita dell’uomo e del pianeta.
La capacità riproduttiva misurata per le diverse varianti di SARS-CoV-2 (dal prototipo Wuhan a Omicron) dimostra che l’evoluzione del virus non dipende dal caso, ma da una crescita caotica nella sua fase iniziale di espansione (Wuhan-Alfa) legata alle caratteristiche genetiche iniziali del virus.
Durante l’adattamento all’uomo, inoltre, un numero ridotto di mutazioni su un genoma di 30.000 basi, con molte mutazioni identiche per tutte le varianti è in grado di modificare la contagiosità e la letalità del coronavirus.
Se le mutazioni dipendessero dal caso, allora non sarebbero più mutazioni fisse e la probabilità che compaiano in tutte le varianti sarebbe praticamente zero. Va sottolineato come la crescita caotica sia evidente solo nella fase iniziale di espansione pandemica di SARS-CoV-2 - ha proseguito il professor Palù - Il fatto che altri virus altamente diffusivi e letali, ma non pandemici, quali i coronavirus SARS-CoV-1 e MERS-CoV e Ebolavirus non abbiano questo comportamento, fa pensare che una crescita iniziale caotica sia il pre-requisito necessario che garantisca ad un virus emergente l’intrinseca capacità di diventare pandemico.
Una breve sintesi della ricerca
La legge del caos è uno dei principali motori della selezione naturale: una proposta sull’evoluzione dei coronavirus recentemente emersi
Pier Francesco Roggero, Arianna Calistri, Giorgio Palù
Proponiamo che i virus che emergono nella popolazione umana subiscano una evoluzione condizionata dalle regole del caos. I nostri dati supportano l’idea che il tasso di crescita iniziale “r” influisce sulle possibilità del virus di stabilire una relazione duratura con il nuovo ospite. Infatti, un virus emergente è in grado di diffondersi ed adattarsi solo quando mostra un r (tasso di crescita) iniziale che rientra in un intervallo francamente associato ad una crescita caotica.
Il caos insito nell’ambiente rappresenterebbe il primo motore della evoluzione che porterebbe all’emergere di mutazioni che verranno selezionate secondo il criterio della vantaggiosità. La specie si adatterà progressivamente all’ambiente fino al raggiungimento di un equilibrio che viene perturbato quando si verifica un nuovo cambiamento, ancora una volta a causa del caos intrinseco dell’ambiente. Il caos stesso sarebbe guidato da una entità attrattore che presiede alla evoluzione, non rappresentando, quindi, pura casualità.
Per supportare l’affermazione che il caos è il padrone della evoluzione, abbiamo adottato i virus come modello poiché sono entità biologiche più semplici e più inclini a mutare. In particolare, abbiamo considerato i coronavirus recentemente emersi, ovvero la pandemia della sindrome respiratoria acuta grave CoronaVirus - 2 (SARS-CoV-2), l’agente eziologico di Covid-19, nonché la SARS-CoV-1 e la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS)-CoV). Questi virus, sono particolarmente interessanti da studiare e confrontare, in termini di mutazione, evoluzione ed adattamento, poiché possiedono il genoma più grande tra i ribovirus e condividono una origine zoonotica comune. Inoltre, tutti i parametri epidemiologici sono disponibili per questi coronavirus poiché sono diventati patogeni umani negli ultimi anni e sono stati tutti classificati come emergenze sanitarie pubbliche di interesse internazionale (PHEIC).
Un approccio a livello cellulare non sarebbe fattibile poiché sarebbe vincolato dal modello cellulare utilizzato e inevitabilmente non riuscirebbe a fornire un quadro reale dell’intero fenomeno, cosi come si verifica in vivo. Quando questi virus si replicano, si verificano mutazioni casuali che possono essere vantaggiose o sfavorevoli. Se sono vantaggiose aumentando ad esempio la capacità del virus di entrare nelle cellule bersaglio o di eludere la risposta immunitaria, come le mutazioni strettamente localizzate nella regione RED della proteina S di SARS-CoV-2, il virus mutante prenderà il posto del ceppo parentale di tipo selvatico e questo, alla fine scomparirà. Le mutazioni tendono a convergere in regioni specifiche del genoma, poichè vengono mantenuti e trasmessi alla progenie solo i cambiamenti favorevoli che garantiscono la sopravvivenza virale. Infatti, a causa della loro natura di parassiti intracellulari obbligati, i virus coevolvono con le cellule ospiti per adattarsi e persistere il più a lungo possibile nella loro nicchia ecologica. In conclusione, due condizioni determinano le caratteristiche virali: 1) l’emergere di mutazioni casuali; 2) il tempo di coevoluzione con l’ospite. Le mutazioni verranno trasmesse se aumentano la probabilità che il virus venga mantenuto nella popolazione ospite.